Uno dei premi più importanti della stagione NBA è senza dubbio il Sesto Uomo, il giocatore capace di entrare a partita in corso e spaccare in due la partita a suon di canestri e giocate importanti. I nostri “esperti” sono stati chiamati a scegliere chi, a parer loro, se lo meriti di più in questa annata e questo è stato il responso.
Il Sesto Uomo secondo Giovanni Aiello: Nick Young
Secondo me quest’anno il premio di Sixth Man of the Year se lo merita senza dubbio Nick Young. Si è appena conclusa la disastrosa stagione dei Los Angeles Lakers e la guardia formatasi proprio in California ha chiuso migliorando, rispetto l’anno scorso, le statistiche sia a livello di punti e sia a livello di assist. E’ uscito dalla panchina ben 55 partite delle 64 disputate, segnando la bellezza di 17.9 punti. Oltre ad essere il secondo giocatore più produttivo dalla panchina dietro solo a Jamal Crawford, è il miglior realizzatore della sua squadra, giocando 28.3 minuti a partita. Le percentuali al tiro non sono le migliori messe in campo dalla guardia losangelina, ma il suo impatto in questi derelitti Lakers si è sentito e non poco. Una guardia/ala versatile che sa colpire dalla lunga distanza, dalla media e attaccando il ferro, visto che è dotato di un atletismo non comune. Il mese di Aprile è stato il più produttivo a livello personale: 24.1 punti di media, tirando con il 57.7% dal campo e con il 44.8% da tre punti, senza dimenticare gli importanti picchi a 40 con Portland, 32 con Houston e 41 con Utah. Inutile dire che quando conta il ragazzo non si tira certo indietro. Per Young sarebbe un importante traguardo personale che andrebbe a coronare una stagione quasi perfetta.
2° classificato: Jamal Crawford, Los Angeles Clippers
3° classificato: Taj Gibson, Chicago Bulls
Il Sesto Uomo secondo Mattia Moretti: Jamal Crawford
In un tweet dell’account Twitter ufficiale dei Los Angeles Clippers si poteva leggere “Doc said he certainly thinks @JCrossover (Jamal Crawford) should win the 6th Man if the Year. He’s just been fantastic”. Naturalmente Rivers è di parte, del resto si parla di un suo giocatore, ma anche Kevin Durant ha espresso la stessa opinione e in ogni caso la guardia di Seattle è stata davvero fantastica. Rispetto al 2009-’10 – anno in cui vinse il riconoscimento- statisticamente è andato peggio (fatta eccezione per i punti segnati), ma va specificato che quell’anno giocò in maglia Hawks, un team non così forte; quest’anno invece il buon Jamal sta legittimando una contender, portando dalla panchina quei punti che sono sempre necessari ad una squadra che vuole arrivare in fondo (vedi alla voce Ginobili e Jason Terry). Le cifre parlano di 18.6 ppg con il 41.6% dal campo e il 36.4 da tre a cui vanno ad aggiungersi 2.3 rimbalzi e 3.2 assist. Il tutto a 34 anni suonati. Che dire, signori? Semplicemente Jamal Crawford. Un appunto: menzione speciale per Anderson Varjeao… andate pure a vedere le sue statistiche avanzate, se non vi convince.
2° classificato: Taj Gibson, Chicago Bulls
3° classificato: Reggie Jackson, Oklahoma City Thunder
Il Sesto Uomo secondo Luca Diamante: Markieff Morris
Uno dei giocatori più costanti in uscita dalla panchina, ha giocato appena 26.6 minuti di media entrando a partita in corso per ben 81 volte, eppure è riuscito puntualmente a cambiare il ritmo delle gare dei suoi Phoenix Suns. Con Dragic e Bledsoe (quando c’è stato) a dirigere sul perimetro, i Suns rischiavano di andare sotto nel pitturato ed invece grazie all’impatto dei due Morris, di Miles Plumlee e di Channing Frye si sono resi protagonisti di una grandiosa stagione, terminata con il 58% di vittorie (miglior record storico per squadre che non hanno disputato i Playoff). Morris è nei primissimi posti per quanto riguarda il PIE (Player Impact Estimate) con 12.2%, ha segnato 13.8 punti, catturato oltre 6 rimbalzi, ma soprattutto è riuscito a rappresentare una alternativa concreta al gioco perimetrale.
2° classificato: Manu Ginobili, San Antonio Spurs
3° classificato: DJ Augustin, Chicago Bulls