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Caso Joseph Blair, la risposta del questore di Pesaro e del sindacato di Polizia

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A Pesaro in queste ore sta continuando a tenere banco il caso di Joseph Blair: l’americano, ex giocatore proprio della VL, nelle scorse ore aveva denunciato di essere stato fermato dalla polizia senza apparente motivo. A Blair sono stati chiesti i documenti per un controllo, secondo lui motivato solo dal fatto che sia di colore e quindi con una profilazione razziale. Secondo il racconto, l’agente restituendo la patente avrebbe detto “Ah ma sei il giocatore, allora ti lascio andare”.

Alle accuse di Blair ha risposto nelle scorse ore il questore di Pesaro, Raffaele Clemente, il quale ha assicurato che gli agenti non hanno infranto alcuna regola e hanno anzi agito bene. Da BasketMarche:

Di controlli di questo tipo ne facciamo tutti i giorni e continueremo a farne. I colleghi sono stati corretti, non c’è stato alcun eccesso, si sono limitati a svolgere quanto loro compete. Credo che alla base ci sia piuttosto una diversa interpretazione dello stesso fatto che ha portato a una differente lettura. È un problema di percezione, che però è sempre importante. Nel caso specifico questa deriva, evidentemente, dalla storia personale del coach. Si badi bene, sono molto dispiaciuto a livello umano per quello che ha percepito, ma ribadisco: i poliziotti hanno agito in maniera professionale e continueranno ad operare nello stesso modo. Oggi per loro sarà un altro turno al servizio della città.

Un po’ più aggressiva la replica del sindacato di Polizia, la cui nota ufficiale è stata pubblicata su Il Resto del Carlino. In una parte, si legge:

Caro Blair, molto probabilmente hai cercato la notorietà che il campo non ti ha reso. Probabilmente per uno strano incrocio di destini e provenienza hai immaginato al momento del fermo che la polizia italiana potesse essere simile a quella americana. Errore.

Dovresti raccontare “realmente” come sono andati i fatti, perché una verità parziale (e di comodo), esacerba gli animi e credici che di polemiche stupide e inutili riusciamo a crearcele da soli senza l’aiuto esterno. Il vero problema è forse che non ti avranno chiesto un selfie.

Quindi se proprio ci tieni, chiedi un incontro con i poliziotti, fai una diretta instagram e chiarisci, racconta la verità. Credo che sarebbe apprezzata di più di questa boutade estiva di cui nessuno sentiva il bisogno.

Francesco Manzi

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