La squadra con il miglior record NBA ancora oggi, nonostante le ultime 3 sconfitte di fila, l’unica già qualificata matematicamente ai Playoff, la più temibile avversaria dei Miami Heat nonchè la miglior difesa NBA a mani basse sta attraversando un momento veramente cupo. Partiamo dal presupposto che giocando 82 partite in 6 mesi e mezzo è normale avere dei passaggi a vuoto e dei periodi in cui le forze e la voglia tendono a mancare, fin qui tutto normale. Ciò che però preoccupa i tifosi degli Indiana Pacers è altro, una squadra molto nervosa (vedi l’inutile accenno di rissa nella partita contro i Rockets), poco paziente e soprattutto molto slegata. Il gruppo compatto che aveva vinto 46 partite su 59 è stato scosso forse dalla trade di Danny Granger che era un simbolo della franchigia, ma questa è solo una semplice ipotesi. Analogo discorso per Lance Stephenson che dall’arrivo di Evan Turner ha cambiato del tutto il suo atteggiamento e le sue statistiche e, secondo molti, la causa è proprio la scelta della dirigenza.
Lasciando da parte queste ipotesi che ci sentiamo di screditare analizziamo i dati di fatto, andando oltre le ultime 3 sconfitte. Contro i Charlotte Bobcats hanno perso di 22 punti e si sono ripetuti questa notte concedendone ben 26 ai Rockets che hanno dominato la partita chiudendola con larghissimo anticipo e, ancor prima, avevano perso contro i Warriors per mano di Klay Thompson e di un suo canestro sulla sirena. Dire “3 sconfitte in fila = crisi” è un equazione del tutto sbagliata, in primis perché questa “crisi” è iniziata esattamente un mese fa, infatti, nelle ultime 13 partite, “solo” 7 sono state vinte e le restanti sei perse a volte con squadre di molto inferiori. Altri dati da considerare sono i risultati ottenuti contro Jazz, Celtics e Bucks, giocate prima delle famose 3 sconfitte. Anche se i Pacers hanno sconfitto queste tre “squadre”, hanno concesso loro 95 punti di media (96 ai Bucks, 97 ai Celtics e 91 ai Jazz che sono tre dei peggiori attacchi della lega) e nelle ultime 6 gare hanno concesso ben 107 punti ogni 100 possessi (!) quando nel resto della stagione ne concedevano solo 95, un numero che certifica come la difesa quasi impenetrabile alla quale eravamo abituati ha dei problemi.
Purtroppo per Larry Bird però, i numeri negativi non finiscono qui. Nell’ultimo periodo meno di 40 rimbalzi catturati di media quando la media stagionale dice 46, 93 punti di media (86 nelle ultime 2), quasi 7 in meno rispetto alle cifre stagionali. Difficile spiegare un calo del genere da una squadra che fa della continuità e della presenza fisica due punti di forza. Problemi di squadra che partono inevitabilmente dal calo dei singoli, ed anche in questo caso le statistiche descrivono fin troppo bene la situazione in casa Pacers, solo 8 punti e 6 rimbalzi negli ultimi 30 giorni per Roy Hibbert che ad inizio stagione ci aveva abituati a cifre di gran lunga migliori, discorso simile per Paul George che è passato da “avversario di LeBron e KD nella corsa all’MVP” a 38% dal campo nell’ultimo mese culminato con lo 0/9 contro i Bobcats (2 punti, e 5 palle perse), 8/23 contro i Warriors, 5/12 stanotte e 5/22 da tre nelle ultime 4 uscite, numeri non degni assolutamente di essere accostati al campione di primo livello qual è senza minimo dubbio Paul George.
Numeri da panico, anche perchè se ai Pacers togli quella grandissima difesa che mettono in campo da anni, non rimane ciò che serve per puntare al titolo. La squadra in attacco ha delle potenzialità molto ridotte, soprattutto se George cala in questo modo e se la paragoniamo alle altre contender (Spurs, Thunder, Clippers, Rockets, Heat, tutti i migliori attacchi della lega) quindi, se la difesa dovesse cedere anche minimamente, ecco che i problemi potrebbero uscire allo scoperto tagliando fuori George e compagni dalla lotta al titolo. Probabilmente stiamo esagerando in quanto, come detto prima, dei cali sono più che giustificabili, anche se questo sembra davvero preoccupante. Con grande probabilità i Pacers riusciranno a superare anche questo ostacolo ed arriveranno ai PO pronti ma, dopo queste serie di partite, con meno certezze e con la consapevolezza che accendere e spegnere le batterie in poco tempo non è facile ed è molto pericoloso.
Al termine della pessima prova contro James Harden e compagni, George, Hibbert e West non hanno perso tempo e, senza neanche aspettare un minuto hanno convocato lo staff tecnico ed hanno discusso per lungo tempo sulle ultime uscite della squadra. Al termine del colloquio i giocatori non sono sembrati molto sereni. Paul George si è fatto portavoce, ma ha dedicato pochissime parole alla situazione:
“Probabilmente è la prima volta che questo gruppo perde tre partite di fila, stiamo giocando di merda. Mi scuso per il linguaggio ma non trovo modo migliore per descrivere il nostro gioco recente. Dobbiamo cambiare qualcosa alla svelta se vogliamo tornare a vincere”
Anche George Hill non usa mezzi termini per definire il momento della squadra:
“Non centriamo nulla con la squadra dello scorso anno in questo momento, non riusciamo a mettere il bastone in mezzo alle ruote agli avversari e loro fanno quello che vogliono, non va assolutamente bene.”
Molto più sintetico coach Vogel che nasconde le sue idee reali chiudendo in breve:
“I nostri avversari stanno dando tutto in campo, dobbiamo aumentare il livello del nostro gioco.”
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