Da Andrea Bargnani a Marco Belinelli, sono tanti gli italiani che sono arrivati a giocare ad altissimo livello nel basket. Oggi più che mai, la pallacanestro è tra gli sport più amati nel nostro Paese, non solo si seguono i match con il fiato sospeso, ma si vive la passione per il basket anche sul web con le slot machine online a tema e con i videogiochi ispirati a questo sport.
I campioni che hanno aperto la strada verso la massima serie
Il primo azzurro che ha inaugurato questa serie di successi è stato Andrea Bargnani. Il 28 giugno 2006 è stato scelto dai Toronto Raptors, un record assoluto. Ha fatto da apripista perché è stato grazie a lui che gli azzurri hanno iniziato a guardare l’NBA come un traguardo raggiungibile. Dopo di lui, è stato il momento di Marco Belinelli che è passato ai San Antonio Spurs nel 2014. È stato ufficialmente il primo campione italiano. Poi è stata la volta di Stefano Rusconi che è passato ai Phoenix Suns negli anni ’90. La sua presenza è stata breve, ma consolidato l’idea che questo grande salto in NBA fosse possibile e accessibile. Ai tempi era qualcosa di impensabile riuscire ad arrivare in NBA, oggi invece è un traguardo a cui tutti i professionisti aspirano.
L’era Gallinari e il capitolo Datome
Se dobbiamo pensare a un azzurro che si è insediato stabilmente in NBA, ci viene in mente per forza Danilo Gallinari. New York, Denver, Clippers, Thunder, Hawks, sono tanti i club che se lo sono conteso! La sua longevità competitiva è diventata leggenda, almeno per noi e per tutti gli azzurri. Oltre a lui, non possiamo non menzionare Gigi Datome che ha vissuto una parentesi breve ma molto significativa tra Detroit e Boston. La sua avventura oltreoceano ha avuto un valore simbolico perché ha saputo ritagliarsi dei momenti preziosi prima di tornare a vincere in Europa. In questi anni si è visto anche Nicolò Melli, che ha dato profondità ai New Orleans Pelicans tra il 2019 e il 2021. È stato un big man moderno, un esempio di come il profilo dell’azzurro intelligente possa avere spazio nei sistemi NBA più strutturati.
I campioni di oggi: iniziamo come Simone Fontecchio
Adesso in NBA possiamo vedere Simone Fontecchio. Dopo l’impatto a Utah e il passaggio a Detroit, a luglio 2025 è approdato ai Miami Heat in uno scambio che ha spedito Duncan Robinson ai Pistons. Una mossa che dice molto sul valore percepito del suo tiro e della sua disciplina tattica. A Miami, il sistema mette a fuoco i dettagli e sono proprio questi i punti di forza di Fontecchio.
Per i tifosi italiani è una buona notizia perché lo vedremo in un contesto che sa valorizzare gli specialisti affidabili. Quasi tutti i nostri migliori si sono affermati grazie alla pericolosità perimetrale o alla capacità di aprire il campo. È una costante dell’NBA contemporanea e spiega perché un profilo come Fontecchio piaccia così tanto alle squadre come il Miami. La versatilità è fondamentale. Gallinari ha costruito una carriera sull’essere utile in tanti modi: punteggio, spacing ed esperienza. È una lezione per i giovani italiani che sognano l’America.
Senza fare pronostici azzardati, il fatto che Fontecchio oggi sia negli Heat ci dice che i profili italiani continuano a essere considerati da questa lega. Certo, per arrivare in NBA servono prestazioni di altissimo livello, ma sono sempre di più gli azzurri che dimostrano che tutto questo è possibile. Bisogna tirare con percentuali affidabili, saper difendere bene e, soprattutto, leggere il gioco in maniera impeccabile. Oltre a questo, serve molta serietà e saper reggere la pressione di una lega come l’NBA.
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