Chicago Bulls ancora senza Rose, cos’è cambiato dallo scorso anno in cabina di regia?

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Kirk Hinrich, Nate Robinson, Marquis Teague. Kirk Hinrich, Marquis Teague, Mike James. I Chicago Bulls, un anno dopo, sono alle prese con l’ultimo problema con cui avrebbero voluto misurarsi: il sostituto di Derrick Rose. Dopo averlo aspettato per un anno e mezzo e aver assistito al suo ritorno, i Bulls speravano di essere completi nel reparto PG, ritenendo quindi di poter lasciar partire senza preoccupazioni Nate Robinson, finito ai Denver Nuggets. Si sbagliavano. Proprio l’assenza di KryptoNate potrebbe essere fatale a Chicago, reduce, senza Rose (fuori per tutta la stagione con un infortunio al menisco), da due sconfitte umilianti contro Clippers e Blazers. Il piccolo playmaker lo scorso anno è stato una risorsa importantissima per la panchina dei Bulls, capace di sostituire piuttosto bene Kirk Hinrich in cabina di regia. Senza Robinson, e con Rose, le gerarchie erano inevitabilmente scalate di una posizione, con Hinrich “retrocesso” a riserva e Marquis Teague sempre come terza opzione.

Ma cosa è cambiato dalla scorsa stagione nel backcourt dei Bulls? Molto, senza dubbio, e poco importa se D-Rose è sempre fermo in infermeria, perchè quest’anno la situazione è notevolmente peggiore. Kirk Hinrich ha un anno in più, innanzitutto, ne spegnerà 33 a Gennaio e nelle ultime stagioni ha visto ridursi esponenzialmente il proprio rendimento: nelle ultime due stagioni ha perso mediamente oltre il 25% delle partite e, sebbene sia una pietra fondante della difesa dei Bulls, è anche vero che offensivamente è quasi ai margini, di gran lunga inferiore all’assente Rose e non certo un suo degno sostituto nella metà campo avversaria. Ma ovviamente Hinrich non potrà rimanere sul parquet per 48 minuti a partita, motivo per cui Marquis Teague giocherà inevitabilmente più minuti rispetto agli 8.2 della scorsa stagione.

Ma il fratello del più esperto Jeff di Atlanta sarà all’altezza di ricoprire il compito di PG di riserva? Al momento sembrerebbe di no. Teague, nella sua fin qui breve carriera NBA, non ha mai dimostrato di essere un solido difensore: è stato calcolato che in queste due stagioni ha concesso di media 1.14 punti per possesso, permettendo al diretto avversario di tirare con circa il 50% dal campo. Se ci spostiamo nella metà campo offensiva, il quadro non migliora: da quando è stato scelto al Draft sta segnando 66 punti ogni 100 possessi, con un PER negativo pari a -2.0. Al tiro ha mostrato evidenti difficoltà, mantenendo di media il 37% dal campo, e lo stesso si può dire della gestione della palla, dal momento che ha commesso un turnover ogni 1.8 assist. I minuti per Teague senza dubbio riceveranno un notevole accrescimento, ma fin qui il giovane playmaker non ha dimostrato, purtroppo per Chicago, di avere le caratteristiche per poterli sfruttare al meglio.

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Francesco Manzi

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