Chris Wright: “Io e questo club non molliamo nulla”

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Chris Wright non è un volto nuovo nel campionato di Serie A, e la sua storia era già nota ai tempi di Pesaro, squadra che lo scoprì e scommise di lui durante la stagione 2014-2015. Il playmaker nativo di Bowie ne ha parlato, ancora, a “La Gazzetta Dello Sport“, sottolineando come tenacia, forza di volontà e l’amore per la pallacanestro lo hanno aiutato a superare anche uno scoglio che pareva insormontabile: la sclerosi multipla. Inoltre, nell’intervista, si è soffermato anche sul suo rapporto con James White e dell’imminente semifinale di Eurocup contro il Lokomotiv Kuban, una corazzata che si presenta con un record di 18-0 in questa competizione.

Non ricordo la data precisa, ma era il mese di Marzo del 2012 e cominciai a sentirmi stanco, completamente senza forze e poco dopo ero steso su un letto di ospedale con una diagnosi chiara: sclerosi multipla. Devo dare una speranza a chi ha il mio stesso problema: Dio mi ha dato questa missione.

Qual’è stata la prima reazione?

Ero smarrito, non riuscivo a capire, ma sono cresciuto nei playground di PG Country giocando contro ragazzi come Kevin Durant, Victor Oladipo e Michael Beasley: il basket mi scorre nelle vene e la sclerosi multipla non poteva impedirmi di inseguire il sogno che avevo fin da bambino.

Come la tiene sotto controllo?

Ci sono delle terapie apposta, a volte mi sveglio che sono già stanco, faccio addirittura fatica a sentire le gambe, ma non cerco scuse e non mi piango addosso. Il segreto è controllare le emozioni: parte tutto dalla testa.

Le diagnosi iniziali però non lasciavano scampo: doveva dimenticare la pallacanestro.

I primi tre medici mi hanno detto così, ma non mi sono arreso e al quarto tentativo ho trovato la persona e la terapia giusta. Voglio dirlo a tutti: non mollate! Mai!.

Ha realizzato il suo sogno di giocare nella NBA. Cosa ricorda di quell’esperienza con i Dallas Mavericks? 

È stato spettacolare! Fino a quando non arrivi dietro le quinte non puoi capire come si allena gente come Dirk Nowitzki, Vince Carter e Shawn Marion, la meticolosità nel fare le cose, nel ripetere la routine: questi vanno a casa quando non sbagliano nemmeno un tiro! Dirk poi è impressionante, d’altronde non segni oltre 30000 punti in NBA per caso.

È arrivato quando Reggio era 0-6 in campionato e l’ambiente era depresso. Ora avete tagliato un traguardo storico in Coppa con l’accesso alla semifinale di Eurocup e state rincorrendo i playoff: la metamorfosi è completata?

Non ancora, se pensiamo di aver completato il lavoro facciamo una brutta fine, a partire dalla sfida di domani a Pistoia. Sono alla mia quarta esperienza in Italia, dopo Pesaro, Varese e Torino, e so bene quanto giochino duro, soprattutto di fronte a quel casino infernale.

I playoff sono ancora alla vostra portata oppure la testa è all’Eurocup?

Non molliamo niente… Certo, la coppa ci sta dando grandi emozioni e non vediamo l’ora di affrontare la prossima sfida, ma abbiamo il roster adeguato per competere su tutti i fronti. Ragazzi in squadra con me c’è James White! Uno dei più grandi schiacciatori di tutti i tempi: quando eravamo ragazzini era uno dei nostri idoli.

È una sorta di guida per il gruppo?

Per me sicuramente. Ancora a 35 è un giocatore fantastico e perfettamente integro. Anche lui viene da quella zona incredibilmente ricca di talenti di cui parlavo prima fra Temple Hills and Bowie, Seat Pleasant… Lui si ricorda di me, avevo sette anni ed ero al campetto tutto il giorno, mi sta facendo la corte per il Big 3, il torneo 3 vs 3 estivo, ma prima devo compiere 30 anni, è la regola.

In semifinale troverete il Lokomotiv Kuban di Krasnodar che si presenta con un impressionante 18-0 in questa Eurocup.

Il fatto che siano imbattuti non significa che sono imbattibili, lo abbiamo fatto anche col Bayern Monaco, arrivato da noi col bilancio di 9-0. Hanno tanti giocatori forti come Collins, Ragland, Lacey, ma se vogliamo alzare il trofeo dobbiamo battere tutti.

Kevin Bertoni

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