Cinciarini si apre : “Ho 29 anni e devo riflettere bene della mia carriera”

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Andrea Cinciarini , è stato intervistato da Il Resto del Carlino Reggio Emilia , toccando vari temi fra cui la cocente delusione per lo scudetto svanito ad un passo e, sopratutto, la questione futuro che secondo rumors che si fanno sempre più incessanti lo vedrebbero vicino all’Olimpia Milano. Premesso che il “Cincia” è vincolato da un altro anno di contratto con la Pallacanestro Reggiana e che per uscirne occorre pagare un buy-out da circa 110.000 mila euro è da qui che inizia l’intervista di fine stagione.

Andrea Cinciarini. Nel suo futuro ancora Reggio Emilia ?
Andrea Cinciarini. Nel suo futuro ancora Reggio Emilia ?

Cinciarini, quali fattori la convincerebbero a restare alla Grissin Bon nonostante le offerte? «Beh, io ho un altro anno di accordo con Reggio; dunque tra qualche giorno, non appena tornato da una breve vacanza, parlerò con la dirigenza per capire che tipo di margini e condizioni ci sono per proseguire il rapporto. Inoltre nelle mie decisioni conteranno anche fattori umani e tecnici». Ovvero? «Sono venuto a Reggio in un momento non facilissimo della mia carriera, sapendo che la società era molto ambiziosa. E direi che i risultati si sono visti. Inoltre ho apprezzato enormemente le parole del nostro patron, Stefano Landi, sul fatto che si vuole continuare su questa strada, cercando di migliorarsi ulteriormente. Prima della sfida con Venezia dissi che avrei voluto la finale scudetto e l’Eurolega. Al primo obiettivo ci siamo arrivati, il secondo è sfumato in extremis. Se dovessi tener conto dell’aspetto emotivo, per il bene che voglio alla società e alla città, e per l’incredibile passione con cui è ricambiato, firmerei a vita, ma…». Ma…? «Parlando di questo con Kaukenas lui mi ha detto che, a 29 anni, ho il diritto di pensare a cosa voglio per la mia carriera. Per questo mi prendo alcuni giorni di relax e riflessioni insieme a mia moglie Alessia. Non abbiamo nemmeno scelto la destinazione. Partiamo con la macchina e andremo dove ci porta il vento». Quanto ancora le fa male la sconfitta di gara 7? «Fitte di dolore enormi. Sabato sera, in piazza Prampolini, mi si leggeva sul viso il fatto che avrei voluto essere lì per ben altra ragione, non per celebrare un 2° posto. Io non accetto le sconfìtte, proprio non ci riesco. Anche perchè mai avrei immaginato di perdere la finale. Ero sicuro che avremmo vinto. E invece? «Invece occorre rendere merito a Sassari. Nell’ultima partita è stata, probabilmente, l’unica occasione in cui ha giocato meglio di noi. Sono stati molto bravi a recuperare il 21-4 del primo quarto e noi avremmo dovuto gestire meglio il vantaggio. Ci restano i complimenti, ma non contano nulla»

Marco Fontanesi

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