Clippers VS Trail Blazers tra maledizioni, sorprese tattiche e stravolgimenti

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 Uno degli spettacoli sportivi più belli, intriganti ed intensi è cominciato da neanche due settimane e come al solito abbiamo assistito già ad una quantità di colpi di scena non indifferente.

trail blazers

Uno dei più inaspettati è stato sicuramente la reazione dei Portland Trail Blazers che pochissimi giorni fa erano dati per spacciati. Dopo una stagione incredibilmente sorprendente sono riusciti addirittura a centrare il quinto posto, ma una volta ai PO sembrava quasi scontato che si sarebbero arresi di fronte a Chris Paul, Blake Griffin e compagni. Ed in effetti dopo i due match a Los Angeles la serie era virtualmente chiusa, si stava iniziando a pensare già a Clippers-Warriors.

 IL PASSATO

Cinque giorni dopo la situazione si è completamente ribaltata a causa degli infortuni, ma non solo. Mettiamo momentaneamente la situazione infortuni da parte e concentriamoci su quanto successo nelle ultime due gare. Il sesto miglior attacco della Regular Season per punti su 100 possessi è passato dal segnare più di 108 punti di media nei primi due episodi della serie ad appena 86 nei successivi due, eppure durante la Regular Season i Portland Trail Blazers non si erano distinti per una difesa eccezionale come dimostra il 21esimo posto nella classifica dei punti concessi su 100 possessi (105.6).

Tecnicamente ai Clippers sta dando molto fastidio la capacità di leggere il gioco di Mason Plumlee. Il ragazzo ha giocato per due stagioni nell’ombra in quel di Brooklyn, dimostrando di essere un buon giocatore al suo terzo anno con i Trail Blazers ed esordendo alla grande in questi playoff. In 28.3 minuti di media segna 7.3 punti, cattura 12.5 rimbalzi ma soprattutto serve 6.5 assist (!), un numero incredibile per un giocatore di quel ruolo e con quel fisico. I suoi numeri crescono esponenzialmente se consideriamo solo le ultime due gare, ma sottolineiamo che nelle prime due aveva comunque fatto la sua bella figura. 6 punti, 21 rimbalzi e 9 assist in gara 3, 2 punti, 14 rimbalzi e 10 assist in gara 4: due partite dominate silenziosamente, nonostante il 3/11 totale al tiro.

Non vogliamo sminuire il lavoro fatto da Damian Lillard e CJ McCollum, ma le armi in più di questi Trail Blazers fino ad ora sono state senza alcun dubbio Plumlee, Mo Harkless che garantisce sempre dinamismo e aggressività e Al Farouq Aminu che, scelto dai Clippers con i quali non ha mai ben figurato, ha deciso di trasformarsi per l’occasione e ricordare i suoi ex tifosi della sua esistenza: si è trasformato in un tiratore in GM 4 ed ha chiuso il match con 30 punti, 10 rimbalzi 6/10 da tre e 11/20 dal campo.

 IL FUTUROrivers

Immaginare il futuro di questa serie è drammaticamente complesso. I Los Angeles Clippers senza Blake Griffin sono immaginabili visto quanto successo durante la stagione regolare, i Los Angeles Clippers senza Chris Paul assolutamente no. Personalmente sono molto pessimista a riguardo, è chiaro che CP3 fosse il motore di questa squadra e che il successo dei vari JJ Redick e DeAndre Jordan, prima ancora di quello di Blake Griffin, dipendesse in enormi quantità dall’operato del #3.

Sarebbe inutile limitare il problema a “Chi marcherà due guardie dinamiche e pericolose come Lillard e McCollum?” o “Chi gestirà l’attacco?”, qui il problema è molto più complesso, si tratta dell’intera impalcatura della squadra. Doc Rivers dovrà fare un miracolo e creare un nuovo sistema, nuovi equilibri e nuove idee ma per sua sfortuna non avrà ne la possibilità di sbagliare ne tempo per pensarci su.

 

Appuntamento a stanotte, ore 4.00, Staples Center.

Luca Diamante

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