Copa del Rey, primo turno: Real e Barca perfette, Valencia e Saragozza all’ultimo respiro.

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Real Madrid – Herbalife Gran Canaria 83 – 60

Non si arresta neanche in coppa la strepitosa marcia della squadra di Pablo Laso. I Blancos dominano sin dall’inizio gli insulari, che pagano la serata-no di Brad Newley.

Se c’è un modo per rendere delle partite a senso unico spettacolari, il Real Madrid conosce indubbiamente questo segreto. Il match contro Gran Canaria non offre sicuramente l’adrenalina di una partita da decidersi all’ultimo tiro, ma i 10’700 spettatori (sold-out) del Palacio De Deportes non si saranno sicuramente annoiati. Il Real domina gli avversari sin dal primo minuto e porta a casa il risultato imbastendo giocate spettacolari, tipiche della pallacanestro di oltre-oceano.

Dopo il canestro iniziale di Brad Newley, il team di Pedro Martìnez non andrà più in vantaggio, subendo la tecnica sublime degli avversari. Alla prima sirena il Real ha un vantaggio di 19-9, frutto di un eccellente Nikola Mirotic on-fire e di una difesa blindata: Gran Canaria è spesso forzata a prendersi tiri dall’alto coefficiente di difficoltà e a tentare giocate impossibili. Il secondo quarto continua con lo stesso copione del primo: il Real è perfetto dall’arco dei tre punti e letale in contropiede, mentre gli insulari continuano a tirare con basse percentuali, messi in difficoltà da una difesa semplicemente perfetta. Il punteggio all’intervallo è di 41 a 20 in favore dei Blancos.

Nel terzo quarto inizia lo show-time madrileno, con Rodriguez a dirigere e Rudy Fernandez a concludere in modo spettacolare. Dopo pochi secondi di gioco, i pio-pio vengono letteralmente doppiati sul 46-23 grazie a un canestro proprio della guardia di Palma de Mallorca. L’asse spagnola con Rodriguez funziona alla perfezione e i Blancos deliziano il pubblico con notevoli giocate da highlights. Al minuto 27 il Real tocca il massimo vantaggio (+26 sul 58-32). Gran Canaria vuole evitare una figuraccia totale e con un ottimo finale di quarto (3-13 il parziale) evita di assicurarsi il passivo più alto della storia della Copa del Rey. L’ultimo periodo è ordinaria amministrazione per i Blancos, che nonostante l’enorme margine lottano su ogni pallone lasciando solamente le briciole agli avversari. Termina 83-60: le avversarie del Real sono avvisate.

MVP: Real Madrid = In una partita giocata ai limiti della perfezione è impossibile trovare il miglior giocatore. Sugli scudi ci sono sicuramente Mirotic, Bourousis e il duo micidiale Rodriguez-Fernandez, ma è la squadra nella sua interezza a fare la differenza in questa partita: difesa impeccabile, attacco micidiale, altruismo… il tutto condito da una spettacolarità invidiabile anche a livello NBA. Partita semplicemente perfetta.

Real Madrid: Draper 2, Dìez 3, Rodriguez 4, Carroll 9, Mejri 2, Fernandez 17, Reyes 13, Mirotic 17, Darden 2, Llull 6, Bourousis 6, Slaughter 2.

Gran Canaria: Oliver 1, Newley 7, Bellas 10, Bàez 5, Tavares 16, Cruz (n.e.), Alvarado (n.e.), Borovnjak (n.e.), Hansbrough 9, O’Leary, Martin 9, Beiràn 3.

Sergio Rodriguez, 8 assist per lui.
Sergio Rodriguez, 8 assist per lui.

 

 

 

 

 

 

 

Unicaja Malaga – CAI Zaragoza 74 – 79

La partita dal pronostico più incerto rispetta le aspettative e si rivela combattuta e divertente: alla fine sono gli aragonesi a spuntarla, resistendo a un Palacio de Deportes infuocato per l’occasione.

Il palazzetto dello sport di Malaga è uno spettacolo; i supporter della squadra di casa fanno la voce grossa, ma Saragozza non si fa impensierire e parte subito forte con un parziale di 11-0. A cavallo tra il primo e il secondo quarto, però, la giovane ala lituana Mindaugas Kuzminskas vive il suo personale momento magico: segna 13 punti quasi consecutivi senza errori al tiro, riportando l’Unicaja in vantaggio. Con Granger e Dragic a fare da supporting cast per l’occasione, i padroni di casa chiudono un impressionante parziale di 25-8 e alla pausa lunga il tabellone recita 38-31.

Le emozioni non mancano nemmeno nel secondo tempo: al rientro dagli spogliatoi Saragozza fa la voce grossa e dopo un inizio ancora a favore dell’Unicaja, piazza un contro-parziale di 6-21 che ribalta un’altra volta il match. I principali artefici della rimonta sono un ritrovato Shermadini (persosi un po’ dopo un primo quarto eccellente) e il compatriota Sanikidze, affidabile in attacco e solido a rimbalzo. Prima degli ultimi dieci minuti di gioco la partita vede in vantaggio nuovamente Saragozza per 51-56. Nell’ultimo quarto il CAI sembra poter archiviare comodamente la partita, ma un commovente Zoran Dragic impensierisce fino alla fine la difesa aragonese, anche quando i compagni non ci credono più. Giocare uno contro cinque, però, porta di rado dei risultati e la partita termina sul punteggio di 74-79. Malaga vende cara la pelle, ma una Saragozza più determinata e fredda nella gestione dei momenti chiave si aggiudica la semifinale.

MVP: Giorgi Shermadini = Il centro georgiano mette in mostra tutte le sue capacità in questo match: è dominante in attacco e una certezza in difesa. Tira con un pazzesco 7/8 da due ma soprattutto dimostra di saper prendere in mano la squadra nel momento del bisogno, come in occasione della rimonta nel terzo quarto.

Unicaja Malaga: Sabonis, Vidal, Urtasun 2, Suarez, Granger 6, Vazquez 2, Toolson, Kuzminskas 18, Dragic 18, Hettsheimeir, Caner-Medley 21, Stimac 7.

CAI Zaragoza:  Jones 10, Garcia (n.e.), Roll 11, Stefansson 3, Rudez 16, Llompart 5, Sanikidze 12, Shermadini 15, Tomàs, Tabu 7, Fontet.

Valencia Basket – Caja Laboral 74 – 73

Partita al cardiopalma quella tra Valencia e il Laboral Kutxa, che si risolve a 0.4 secondi dalla fine. Per la squadra di Perasovic si tratta della terza vittoria consecutiva in rimonta.

Contro ogni pronostico è il Caja Laboral di Sergio Scariolo a partire meglio, che trova nel giovane tedesco Tibor Pleiss un’arma indomabile per la difesa di Valencia. Il solito Nocioni contribuisce a creare un vantaggio cospicuo già alla fine del primo periodo: 17-26 per i baschi. Nel secondo quarto Perasovic si gioca la carta Lishchuk per tentare di arginare le falle nel pitturato. La mossa si dimostra vincente nei primi minuti e Valencia riesce a ridurre il proprio gap a -4. L’ingresso dell’ungherese Hanga, tuttavia, dona agli avversari l’energia giusta per riportare gli inseguitori entro un discreto margine di sicurezza: 35-45 all’intervallo.

Nonostante il tentativo di rimonta guidato da Lafayette all’inizio del terzo periodo, il team di Perasovic non riesce ad agganciare gli avversari, che grazie a un Andres Nocioni semplicemente incredibile controllano la partita da margini sempre più o meno ampi (55-62 alla fine del terzo quarto). Nell’ultimo quarto Valencia compie l’impresa: mettendo pressione agli avversari, segnando in contropiede e trovando finalmente la produzione dall’arco mancata per tutta la partita , supera i baschi a un minuto dal termine (71-69).

L’ultimo giro di orologio lascia tutti con il fiato sospeso: il Caja Laboral pareggia con Nocioni e passa in vantaggio a 40’’ dalla fine con uno spettacolare canestro di Hamilton. Lafayette risponde subito con un fade-away perfetto (73-73). Rimangono 27’’ di gioco e il Caja Laboral sfrutta tutti i 24 secondi a disposizione per creare il tiro della vittoria, che Nocioni però sbaglia malamente. Sul contropiede avversario, San Emeterio commette fallo su Rafa Martìnez quando il cronometro segna quattro decimi al termine della partita. La guardia spagnola segna il primo tiro libero e sbaglia il secondo, lasciando correre il cronometro. Finisce 74 a 73 per Valencia, che porta a casa la semifinale con una prestazione tutta carattere. Positiva la prova di orgoglio dei ragazzi di Scariolo, che tengono testa a un avversario sulla carta molto più in forma di loro.

MVP: Oliver Lafayette = Ancora una volta è il piccolo play americano a guidare la rimonta dei compagni. La sua energia e la sua velocità si dimostrano sempre decisive nei momenti chiave della partita. Inoltre, è suo il tiro del pareggio a pochi secondi dal termine. Clutch.

Valencia Basket: Triguero, Ribas 6, Doellman 12, Van Rossom 8, Sato 2, Lishchuk 7, Dubljevic 12, Martìnez 13, Lafayette 13, Abia (n.e.), Barton 1, Dutch (n.e.).

Caja Laboral: Mainoldi, Nocioni 18, Poeta, Van Oostrum (n.e.), Hanga 8, Hamilton 9, Diop (n.e.), Hodge 6, San Emeterio 5, Pleiss 16, Jelinek 6, Causeur 5.

FC Barcelona – Iberostar Tenerife 102 – 60

Il Barca scrive il record per la vittoria più ampia nella storia della Copa del Rey contro il malcapitato Iberostar, che dalla scorsa settimana ha rinunciato al miglior marcatore della Lega: Blagota Sekulic.

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L’addio di Sekulic, che ha firmato in settimana un contratto con i turchi del Fenerbache, toglie agli insulari l’unica arma in grado di impensierire la difesa blaugrana, che strapazza gli avversari con semplicità. L’Iberostar senza particolari ambizioni, se non quella di fare una bella figura, parte discretamente, terminando il primo quarto con soli sei punti di svantaggio (22-16). Nel secondo periodo, tuttavia, la rotazione più profonda del Barca fa sì che la squadra di Xavi Pascual prenda il largo, trascinata in particolare dai canestri di Navarro e Huertas. La squadra di Tenerife può davvero poco e si affida agli sprazzi di luce di Nicolas Richotti nel vano tentativo di restare in scia. Alla pausa lunga però il tabellone recita 54 a 34 per i blaugrana e un esito finale che sembra già deciso.

L’intero secondo tempo è una pura formalità: l’Iberostar non riesce a pungere in alcun modo, mentre sono sei i giocatori del team catalano ad andare in doppia cifra (Pullen e Dorsey si fermano a quota nove). Di conseguenza, è comoda e scontata la vittoria del Barcelona, che per l’occasione fa segnare il record per maggior punti di scarto in una partita della Copa del Rey: 42 (102-60).

MVP: Joey Dorsey = In una partita caratterizzata dalla pochezza dell’avversario e dal minutaggio distribuito in modo molto equivalente tra titolari e riserve, spicca la prestazione completa dell’americano: 9 punti, 7 assist e 4 palle rubate.

FC Barcelona: Pullen 9, Dorsey 9, Sada 5, Huertas 13, Abrines 12, Navarro 11, Todorovic 2, Papanikolau 11, Oleson 10, Lorbek 11, Nachbar 5, Tomic 4.

Iberostar: Gutierrez 9, Richotti 11, Uriz 12, Niang, Bivià 3, Heras, Rodriguez 3, Chagoyen 5, Fajardo 4, Blanco 5, Rost 2, Sikma 6.

Le semifinali:

Real Madrid – CAI Zaragoza

FC Barcelona – Valencia Basket 

Niccolò Armandola

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