La crisi diplomatica fra NBA e Cina potrebbe comportare diversi problemi di natura economica per la Lega americana, visti i tanti interessi commerciali in Estremo Oriente. Un taglio degli investimenti cinesi nella NBA costringerebbe le franchigie a rivedere al ribasso la loro capacità di spesa e potrebbe avere un effetto catastrofico sul salary cap.
Prima degli avvenimenti degli ultimi giorni, era stata fatta una stima secondo cui il cap per la prossima stagione sarebbe stato aumentato di 7 milioni di dollari, arrivando quindi a quota 116. Adesso però, un esperto in materia, consultato da Yahoo! Sports, prevede che il tetto salariale potrebbe essere abbassato dal 10% al 15%, vale a dire di una cifra variabile fra gli 11.6 e i 17.4 milioni di dollari. Di conseguenza scenderebbero anche le cifre dei maximum contracts (al ribasso dal 25% al 35%) e dei contratti dei rookie.
Se queste previsioni dovessero avverarsi, pochissime franchigie avrebbero spazio salariale sufficiente per operare sul mercato durante la prossima free agency e almeno cinque in più rispetto ad ora andrebbe in regime di luxury tax.
In base a questi numeri, è facile capire perché Adam Silver si stia muovendo in prima persona per tentare di sbloccare una situazione che potrebbe creare enormi danni economici alla NBA.
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