Nelle ultime uscite Devin Booker sta segnando a ripetizione, più del solito. 44 punti contro i Sacramento Kings, 51 contro i Chicago Bulls e i cori “M-V-P M-V-P” urlati dai suoi tifosi.
In realtà però Booker non viene preso seriamente in considerazione per il titolo di MVP. Lo scorso anno ha guidato i Phoenix Suns al miglior record della NBA con 27 punti di media ma non è finito neanche sul podio, dietro a Jokic, Embiid e Antetokounmpo.
Il diretto interessato crede le cose non cambieranno e non nasconde il suo disappunto.
Quando si parla di MVP io non rientro neanche nei discorsi. Possono dire e pensare ciò che vogliono, io mi concentro sul gioco. Lo scorso anno chiunque altro nella mia situazione sarebbe stato preso in considerazione, avevo un’ottima produzione offensiva in una squadra di altissimo livello. Ma ogni anno cambiano i criteri per le votazioni, ci sono dei giocatori che vengono spinti più degli altri e alla lega va bene questo meccanismo. A me sinceramente interessa poco, così come degli haters, so che ce ne sono tanti, pensate che ancora oggi c’è gente che prende di mira LeBron James o Stephen Curry. Se lo fanno anche con me vuol dire che sono arrivato a quel livello. Per fortuna c’è anche chi ci ammira, io gioco per ispirare i bambini, come faceva Kobe, adoro pensare che ci sono tanti ragazzini che mi guardano e sognano di diventare come me.
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