Dinamo Sassari: in Europa è stata scritta la storia, ma si parte da molto lontano

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(immagine in evidenza fiiba.basketball)
Nella giornata di mercoledì la Dinamo Sassari di coach Pozzecco ha ottenuto uno storico successo continentale vincendo la FIBA Europe Cup. Nella storia dello sport sardo solo due squadre erano riuscite a imporsi fuori dai confini italiani: l’ANMIC Sassari e Porto Torres, entrambe le compagini impegnate nei tornei di basket in carrozzina.
La Dinamo 9 anni fa disputava il campionato di Legadue e dal 2010 a oggi, la formazione del Presidente Sardara ha vinto ben 5 trofei: 2 Coppa Italia (2014, 2015), 1 Supercoppa Italiana (2014), 1 Campionato italiano (2014) e la FIBA Europe Cup (2019). A questi dati vanno anche aggiunte le due partecipazioni all’Eurolega, più le svariate comparse in Eurocup e FIBA Basketball Champions League.

Andiamo però indietro nel tempo.

La Dinamo nella stagione 2009-2010, sotto la presidenza di Luciano Mele, ottiene la prima storica promozione in Serie A sconfiggendo nella finale playoff la Prima Veroli, società ormai sparita dai radar del basket italiano.
La prima stagione vede la Dinamo subito protagonista in Serie A, nonostante la mancanza di uno sponsor sulle magliette (caso unico in quella stagione tra tutte le squadre di Serie A e Legadue). I sassaresi infatti, trascinati da James White, Othello Hunter e soprattutto Travis Diener, riescono non solo a ottenere la salvezza con varie giornate d’anticipo, ma a qualificarsi anche ai playoff chiudendo la regular season al sesto posto. Nella post season i ragazzi di coach Sacchetti (il “baffo” arrivò in Sardegna nella stagione della promozione), si prendono anche il lusso di vincere gara -1 al Mediolanum Forum di Assago. Nelle restanti 3 partite poi Milano vinse agevolmente le restanti tre partite e si chiuse così la prima stagione di Sassari in Serie A.

L’anno successivo la società di Luciano Mele, dopo una stagione senza sponsor e aver rischiato più volte di sparire, rimane a Sassari, ma cambiò proprietà. La Dinamo passa infatti tra le mani di Stefano Sardara, già proprietario di una società cestistica cittadina e il main sponsor torna a essere Banco di Sardegna. Nella stagione 2011-2012, la Dinamo non solo arriva fino alle semifinali scudetto, ma ottiene una storica qualificazione a una competizione continentale.
Nell’autunno del 2012, Sassari fa infatti il suo esordio in Eurocup contro il Cajasol Sevilla, riuscendo anche a portare a casa i 2 punti. Il cammino europeo però finisce al primo turno, ma a Sassari, almeno per il momento si era contenti così.
La Dinamo continua a ottenere sorprendenti risultati anche in campionato e nel 2014 arriva il primo grande successo: la Coppa Italia. Proprio nella stagione 2013/2014 Sassari arriva fino agli ottavi di finale di Eurocup, venendo sconfitta dall’Alba Berlino di David Logan. Sì, proprio quel Logan che poi l’anno dopo fece sognare tutta la Sardegna.
Grazie al trionfo in Coppa Italia, nella stagione successiva, la Dinamo riuscì a beneficiare di wild card per fare lo storico esordio in Eurolega. Se in Italia Sassari, trascinata da Lawal, Sanders, Logan e Dyson vince prima la Supercoppa e poi Coppa Italia e Scudetto, in Europa fatica. Nella massima competizione continentale la Dinamo vince infatti solo 1 partita su 10 e viene “retrocessa” in Eurocup, dove il cammino non è certamente dei migliori. Eliminazione alle Top 32 per mano di Banvit e Gran Canaria e cammino europeo terminato.
La stagione da Campioni d’Italia, non è delle migliori dal punto di vista dei risultati e la Dinamo partecipa nuovamente all’Eurolega con risultati piuttosto negativi (0 vittorie in 10 partite). C’è però da dire una cosa. Per una squadra che solo 6 anni prima giocava in Legadue, fare due stagioni consecutive in Eurolega è comunque un grande risultato, sia dal punto di vista degli sponsor, che come detto sono stati un problema nei primi anni in Serie A della Dinamo, che del prestigio. Nelle successive stagioni Sassari non raccoglie ottimi risultati sia in Italia, che in Europa, se non i quarti di finale in FIBA Champions League nel 2016/2017.

Già, gli sponsor…

Possiamo dire che il lavoro fondamentale di Stefano Sardara e di tutta la dirigenza biancoblù sia in larga parte legato ad essi. E’ risaputo d’altronde che ogni squadra che si rispetti, se parte da un progetto che punta al massimo possibile entro una data specifica (come fu Dinamo 2018), deve quasi obbligatoriamente affidarsi a un’ottima rete di finanziatori non solo per la parte economica, ma anche per quanto riguarda fama e risonanza. Il grande passo fatto sta proprio nell’aver ingrandito questa rete, mettendo assieme ciò che è locale, ciò che è territoriale e infine ciò che sta oltre l’isola e il suo Mar Mediterraneo.
La Dinamo ha trasformato quel che prima era solo “pallacanestro sassarese” in quel che adesso viene considerata “la squadra della Sardegna” in Italia e in EuropaCa semus prus de unu giogu, di ispirazione blaugrana (“mes que un clùb” dice qualcosa), è un motto che calza a pennello: la compagine sportiva più nota a livello mediatico – insieme al Cagliari Calcio – porta alta la bandiera dei Quattro Mori attraverso campagne di sponsorizzazione di eventi patrocinati dalla Regione Autonoma della Sardegna, fatte dagli stessi tesserati e volte a promuovere un tipo di turismo diverso dal solito. Un turismo folkloristico, enogastronomico e culturale, un po’ come se gli stessi Giganti fossero assoldati dalla giunta regionale per promuovere la Sardegna non costiera dal Portogallo sino alla Russia siberiana, due dei diversi paesi visitati da Sassari in questi anni di coppe europee.

Sassari e la Sardegna in Italia, in Europa e nel Mondo. Proprio come accadde nei Sardinia Days, evento mosso con l’obiettivo di creare un ponte tra l’isola e il Qatar dove ad essere ambasciatrice è stata proprio la Dinamo, protagonista nell’amichevole con i locali dell’Al Wakrah in una tre giorni dedicata interamente a sport, business, turismo, cultura nel segno dell’eccellenza made in Sardinia. Un grande viaggio simile a quello fatto dalla Cagliari Dinamo Academy, in tournée lo scorso agosto per promuovere il brand Dinamo Basket in Oriente con una settimana di amichevoli precampionato contro squadre locali e non. Insomma, due iniziative di grossa importanza per un team che punta fortemente all’Asia, dove le esperienze precedenti e i tesseramenti temporanei di Qiu Biao e Yuki Toghashi (rispettivamente nella post-season 2013-14 e nella pre-season 2015-16) sono perfette esemplificazioni del lavoro fatto dal team di via Roma per attraversare il mare e approdare in porti sconosciuti, dove l’impronta dei Giganti punta a lasciare il segno.

In tutto questo un ruolo importante lo gioca anche la Dinamo Club House, inaugurata alla vigilia dei playoff 2011-2012, dove ancora oggi i tifosi si incontrano prima e dopo le partite, mentre quando la Dinamo gioca in trasferta è sempre possibile vedere in compagnia i match lontano dal PalaSerradimigni.
In ultima istanza è giusto parlare anche di Dinamo TV. A partire da questa stagione, grazie a Paolo Citrini, per anni sulla panchina della Dinamo come assistente prima di Sacchetti e poi di Calvani, Pasquini e Markovski, sul canale YouTube “DinamoTV”, è possibile vedere non solo i prepartita e i postpartita, ma anche molti speciali sulle partite dei ragazzi di coach Pozzecco.

Rashawn Thomas nella partita contro il Leiden.

Torniamo però a parlare della Dinamo dal punto di vista sportivo. In questa stagione Sassari dopo aver terminato l’ultimo campionato al decimo posto non ha potuto beneficiare della wild card per l’Eurocup. Allora il Presidente Stefano Sardara decide di iscrivere la Dinamo alla FIBA Europe Cup. Inizialmente le reazioni dei tifosi non erano delle migliori, dato che veniva definita da molti come una “coppetta”, il cui valore era pari a quello di un torneo estivo. La Dinamo inizia la sua avventura in FIBA Europe Cup addirittura dal secondo turno preliminare, dove sconfigge agevolmente il Benfica (100-66 all’andata e 92-111 al ritorno). I sassaresi al primo turno vengono inseriti in un girone con Leicester Riders, Szolnoki Olaj e Falco Vulcano. La Dinamo chiude il girone d’andata con 3 vittorie in 3 partite. Nel girone di ritorno batte agevolmente per 95-60 il Leicester Riders, ma poi trova la prima sconfitta nella competizione. I sassaresi vengono infatti sconfitti meritatamente per 87-74 dallo Szolnoki Olaj e si ritrovano al secondo posto in classifica, perché all’andata la Dinamo sconfisse gli ungheresi di soli 3 punti. Il primo turno si chiude con la vittoria contro il Falco Vulcano.
In queste prime partite, ma poi accadrà anche per tutto il resto della competizione, la Dinamo ha trovato nel gruppo la vera forza per vincere le partite. Non c’è stato un vero e proprio trascinatore. Eccezion fatta per la vittoria sofferta contro lo Szolnoki Olaj, dove sono arrivati i 25 punti di Bamforth e i 21 di Petteway, coach Esposito, allenatore della Dinamo nella prima parte della stagione concedeva solo 20′ ai titolari, concedendo spazio anche a coloro che in campionato giocavano meno. Su tutti il giovane Ousmane Diop, capace di andare in doppia cifra nella sfida contro il Falco Vulcano.
Nel secondo turno, la Dinamo si trova davanti i “cugini” di Varese, fin dalle prime battute iniziali tra i favoriti insieme agli stessi biancoblu per la vittoria finale, il Donar Groningen e l’AEK Larnaca, rispettivamente olandese e cipriota.
Come successo nel primo turno, la Dinamo supera agevolmente anche questa fase, sempre con un record di 5 vittorie e una sconfitta. Il ko, che poi sarebbe stato l’ultimo in tutta la competizione, la Dinamo l’ha subito al PalaSerradimigni contro Varese (87-90), dopo essere stata avanti anche di 23 punti (67-44). Al ritorno contro i lombardi, la Dinamo non solo viola l’Enerxenia Arena, ma ribalta la differenza canestri vincendo 69-79, grazie ai 24 punti di Rashawn Thomas, grande protagonista della competizione e i 18 di Marco Spissu.
Il 13 gennaio la Dinamo perde Scott Bamforth, vittima di un grave infortunio, che tuttora lo sta tenendo lontano dai parquet. Il girone si chiude con la vittoria per 93-81 contro l’AEK Larnaca. Dopo la vittoria col Larnaca, la Dinamo perde nettamente a Torino per 102-83 e coach Esposito, a pochi giorni dalle Final Eight di Coppa Italia rassegna le proprie dimissioni e subentra Gianmarco Pozzecco, destinato a rimanere nella storia del club di Via Roma.
Con Pozzecco Sassari raggiunge le semifinali di Coppa Italia, ma soprattutto trova la quadratura che era mancata nelle ultime partite di Esposito. Nella fase a eliminazione diretta la Dinamo trova lo Zorg en Zekerheid Leiden, compagine olandese, ripescata per via della rinuncia delle “retrocesse” dalla Basketball Champions League.
Dopo la vittoria in Olanda per 93-97, la Dinamo perde in campionato contro la Reyer Venezia e scivola all’undicesimo posto in classifica in campionato. Dalla gara di ritorno contro il Leiden, vinta 94-68 con i 40 punti e i 16 rimbalzi di Thomas, la Dinamo cambia volto. Inizia a vincere anche in campionato (a oggi, 7 maggio, la Dinamo ha una serie aperta di 8 vittorie consecutive) e in Europa fa altrettanto. Ai quarti di finale, a Smirne, contro il Pinar la Dinamo grazie a un ottimo secondo tempo vince 68-87 ipotecando così le semifinali (26+11 di un ispirato Cooley). Al ritorno però i biancoverdi non hanno un ottimo approccio e, per la prima volta in questa competizione rischiano l’eliminazione. Walker ed Henry si caricano sulle spalle l’attacco turco e il Pinar si porta sul +26 (33-59, -8 nel computo totale). I biancoverdi decidono di entrare in partita e non solo recuperano i 26 punti di gap, ma si portano anche sul +4 (83-79). Il Pinar riesce a pareggiare l’incontro, ma è la Dinamo a passare in semifinale.

(fiba.basketball)

Il penultimo atto, paradossalmente, è quello più facile. Vittoria di 5 a Holon (Israele) e di 30 a Sassari (ancora una volta è il gruppo il grande protagonista) e finale in tasca.
All’ultimo atto, a sorpresa, non arriva Varese, ma il S.Oliver Würzburg, capace in semifinale di eliminare proprio i ragazzi di coach Caja. Il regolamento impone però che siano i tedeschi a giocare il ritorno in casa, perché nel secondo turno, non hanno subito alcuna sconfitta, a discapito invece del ko subito da Sassari contro Varese.
In Sardegna le due squadre giocano un match sul punto a punto e nel quarto periodo grazie a Spissu e McGee, la Dinamo arriva fino al +11. Nell’ultimo minuto i tedeschi accorciano il gap e si presentano alla sfida di ritorno con uno svantaggio di soli 5 punti: 84-89.
All’ultimo, storico appuntamento, nonostante i vari acciacchi di McGee, Smith e Cooley, la Dinamo gioca una partita a viso aperto ed eccezion fatta per il -11 del terzo quarto (-6 nel computo totale), rimane aggrappata al match  e riesce anche a vincere la gara di ritorno per 79-81. Alla sirena finale a Sassari partono finalmente i festeggiamenti. La Dinamo ha portato in Sardegna uno storico trofeo continentale.
Per molti questa sarà una Coppetta, ma in primis andava comunque vinta e nessuna squadra ha regalato niente (dal Benfica al Würzburg). In secundis, dopo alcune stagioni piuttosto anonime, per Sassari e tutta la Sardegna cestistica era importante ritrovare quell’entusiasmo, che fino a poche settimane fa sembrava perduto.

Fabrizio Pinna e Mario Puggioni

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