Finora, nella questione tra NBA e Cina scoppiata nell’ultima settimana, la voce che era mancata era stata quella di Donald Trump, presidente degli USA che tra l’altro politicamente è sempre stato molto critico nei confronti del governo dello Stato asiatico. Trump ha rotto il silenzio parlando nelle scorse ore con i giornalisti della questione, diventata ormai un caso internazionale: il presidente ha però approfittato dell’occasione non per difendere gli interessi della Lega cestistica, bensì per attaccare l’atteggiamento di Steve Kerr e Gregg Popovich, che in passato sono stati due suoi fermi oppositori.
Kerr e Popovich, come molti altri, si erano pronunciati nelle scorse ore senza particolare fermezza sulla questione, ma difendendo la libertà di parola. Prima Trump ha in un certo senso preso in giro il coach dei Golden State Warriors, descrivendo così le sue risposte ai giornalisti: “Era come un ragazzino, era così spaventato… Stava tremando!”.
Trump mocks Golden State Warriors coach Steve Kerr, a frequent critic of his, for how Kerr dodged a question about China, saying, "He was like a little boy, he was so scared…he was shaking."
— Daniel Dale (@ddale8) October 9, 2019
Poi ha aggiunto che Kerr e Popovich preferiscono parlare male degli Stati Uniti piuttosto che criticare l’operato cinese, sostanzialmente lavandosi le mani dell’intera situazione: “Devono sbrigarsela da soli. La NBA sa quello che sta facendo”.
He also takes aim at San Antonio Spurs head coach Gregg Popovich and Golden State Warriors head coach Steve Kerr over the episode, claiming they "talk badly" about the U.S. but not about China — even as Trump himself declines to criticize China over the matter.
— Felicia Sonmez (@feliciasonmez) October 9, 2019
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