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Dopo Milano-Cantù, le parole di Pianigiani e Sodini

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EA7 EMPORIO ARMANI MILANO: SIMONE PIANIGIANI

Stasera abbiamo fatto una buona partita fin dall’inizio, ritmo giusto, intensità, molto bene. Ma è solo gara 1 e in 48 ore tutto può cambiare quindi bisogna riposarsi e azzerare tutto per ripartire. Soprattutto contro una squadra che ha punti nelle mani e talento come Cantù. Abbiamo ricevuto una grande spinta da un pubblico importante che ci ha aiutato in qualche momento difficoltà come all’inizio del terzo quarto quando abbiamo fatto qualche errore banale. Poi però abbiamo ripreso a macinare gioco. Ma ripeto è solo una partita e qualche volta vincere di due aiuta di più che farlo nettamente. Sapevo che saremmo stati pronti perché abbiamo sempre lavorato bene pur con equilibri non ancora consolidati. È chiaro che non avere Theodore non è una scelta ma una conseguenza. Loro restano pericolosi e noi dobbiamo prendere risorse da tutti per andare avanti qui e poi nei playoff.

RED OCTOBER CANTÙ: MARCO SODINI

«Quando si perde una gara in questo modo c’è soltanto da dire una cosa, ovvero che l’avversario è stato superiore. Non amo girare intorno alle cose, Milano ha sostanzialmente dominato la partita. La pallacanestro sembra uno sport complicato ma non lo è. Quello che non mi è piaciuto di oggi è il come abbiamo perso, non il cosa. Non siamo mai stato in grado di giocare, se non inseguendo gli avversari nel gioco, sia offensivamente che difensivamente. Soprattutto difensivamente. In tutta franchezza, se si parla di playoff, noi siamo una squadra molto poco esperta e l’ambiente di stasera – un bellissimo ambiente coreografico – ha influito sui miei giocatori. Poteva starci infatti che qualcuno di loro soffrisse un ambiente del genere e che avesse una reazione sul campo diversa da quella che avrei voluto io. La cosa bella dei playoff è che questa partita conta “1”, è come se avessimo perso di un punto all’ultimo secondo. Quindi bisogna semplicemente colmare il gap, se si riesce, senza mai perdere ne consapevolezza e ne positività. Così come non dobbiamo perdere l’arroganza di dire che la nostra stagione non deve finire. Cercheremo di fare di tutto per evitare che finisca».

«Per come è stata la stagione, Milano è per forza la favorita della serie. Non dobbiamo pensare di essere improvvisamente meglio di loro perché abbiamo disputato una partita clamorosa in Coppa Italia e chi ha pensato questo anche prima della partita di Desio in regular season ha sbagliato. La realtà vera però è che noi vogliamo sovvertire i pronostici. In Gara 1 non ci siamo riusciti ma in Gara 2 proveremo a farlo, anche per noi stessi, per la stagione che abbiamo fatto. A me sinceramente di lasciare il ricordo di un giocatore che non piega le gambe non mi piace e sono sicuro che anche i miei ragazzi non vogliono lasciare questa immagine di se. Le serie playoff dipendono anche dagli aspetti emotivi, mi auguro dunque che ci sia una nostra reazione e che Milano non abbia la qualità che ha tenuto oggi, un livello molto molto alto, da squadra di EuroLega. Questa è la mia analisi, molto poco tecnica. Anche perché i miei giocatori sono stati poco reattivi ed i segnali di stanchezza nelle ultime partite si erano già visti. Se non sbaglio, poi, Jeremy Chappell è il giocatore più utilizzato nel girone di ritorno, non abbiamo delle rotazioni così ampie da riuscire a non spremere i giocatori. Quindi consapevoli di quello che siamo, di quello che siamo stati e di quello che saremo, la prossima partita dobbiamo giocarla molto meglio. Con un’aggressività e con un’intensità individuale diversa, con una struttura organizzativa migliore».

Michele Manzini

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