Draymond Green racconta di quella volta che provò a fare trash talking con Tim Duncan

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Draymond Green e Tim Duncan, come personalità, sono probabilmente quanto di più distante uno all’altro si possa trovare in NBA. Il giocatore degli Warriors sempre pronto a provocare, a protestare con gli arbitri e maestro del trash talking, la leggenda degli Spurs quasi un muto e senza mai un comportamento sopra le righe. Green ha rilasciato un’intervista a ESPN in cui ha parlato largamente di trash talking, raccontando qualche aneddoto tra cui proprio uno relativo a Duncan, a detta del prodotto di Michigan State l’unica volta che ha tentato di provocarlo:

Sono il miglior trash talker in circolazione, ma è qualcosa che dipende dal momento. Per dire, quando dissi a Paul Pierce quella cosa che fece molto discutere, “Tu non sei Kobe, non riceverai un farewell tour!”, era dall’inizio della partita che lui urlava cose come: “Blake [Griffin, ndr], uccidilo! E’ troppo basso! E’ troppo basso!”. Quindi mi viene da dire: “Ehi, stai zitto. Non è vero, è provato che non è vero”. Lui continuava, e allora gli ho detto quella cosa. Non lo avevo pianificato, non inizierò mai una partita pensando a cosa dire a Pierce.

Qualcuno impermeabile al trash talking? L’avversario per cui non sprecherei mai fiato? Tim Duncan. Da rookie ho provato a provocarlo e lui era come un albero di fronte a me. Nessuna espressione. Mi sono detto: “Ok, è finita”. Non ho mai più tentato di fare trash talking con lui. Da allora, ogni volta che Duncan cadeva io ero il primo ad aiutarlo a rialzarsi, come se fosse un mio compagno. Una volta ho provato anche a provocare Kobe, forse durante il mio secondo anno. Su un potenziale game-winner, Mark Jackson mi aveva messo a marcarlo ed ero riuscito a fermarlo. Ho urlato: “Chiudo questa m***a!”. Lui mi ha guardato come fossi pazzo e mi ha detto: “Questo errore non dipendeva da te. Siediti”. Oh, m***a! Va bene, me ne vado.

Francesco Manzi

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