Nuove intriganti novità all’interno dello spogliatoio più caldo dell’intera NBA: la personalità di Stephenson potrebbe essere la causa del drastico calo della franchigia.
Poco prima dell’inizio dei playoffs, nel momento più buio della crisi dei Pacers, l’imputato numero uno, Roy Hibbert, aveva spiegato quale fosse il problema della sua squadra. A detta del nativo di New York il problema era l’atteggiamento del team nella metà campo offensiva, dove <<c’è troppa gente egoista>>. Ma a chi si riferiva Hibbert in quell’intervista? Si trattava dell’All Star e stella della squadra Paul George? Forse parlava del secondo terminale offensivo, David West? Oppure di Evan Turner, arrivato da Philadelphia a gennaio e da subito nell’occhio del ciclone, imputato di avere causato disordini nello spogliatoio?
Apparentemente nessuno di questi tre. Secondo Mike Wells e Brian Windhorst di ESPN.com, il giocatore “egoista” a cui si riferiva il centro dei Pacers è Lance Stephenson, aka Born Ready. I due esperti d’Oltreoceano hanno analizzato la stagione del numero uno dei Pacers e hanno notato un drastico cambiamento nel suo atteggiamento dentro al campo a partire dalla pausa per l’All Star Game. Proprio questa manifestazione avrebbe scaturito la svolta – in negativo – nel gioco di Stephenson: come ricorderete, nel secondo quintetto della Eastern Conference gli fu preferito Joe Johnson, nonostante le statistiche parlassero di un giocatore in ascesa e in grande stato di forma contro un veterano in fase calante (Johnson è rifiorito solamente nella seconda parte di stagione, come tutto il resto di Brooklyn).
A detta di Wells e Windhorst, Born Ready non avrebbe preso bene l’esclusione dall’All Star Game, soprattutto in quanto arrivata per mano dei coach e non dei tifosi. Da quel momento in poi, Lance avrebbe sviluppato quasi un’ossessione, una malsana necessità di provare al mondo il proprio livello d’élite. Nella seconda parte della stagione Stephenson si è spesso intestardito, tentando azioni personali forzate al fine di migliorare le proprie statistiche personali. Il suo gioco, però, insieme a quello dell’intera squadra, ne ha risentito parecchio. Il rendimento del nuovo Mister-Triple-Double ammirato fino ai primi di gennaio (14.9 punti, 7,3 rimablzi e 5.2 assist) è sceso soprattutto nell’ultima statistica; la sua media di assist è calata fino al 3.1 di fine aprile.
Gli indizi portano dunque a credere che le amare parole di Hibbert fossero riferite proprio all’ex-Cincinnati, giocatore dall’indubbio talento ma la cui personalità rischia di precludergli il rinnovo di contratto con la franchigia diretta da Larry Bird.
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