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Ergin Ataman minaccia il GM dell’Olympiacos: “Non ci sarà un secondo avvertimento”

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Le tensioni rimangono altissime tra Olympiacos e Panathinaikos, anche dopo Gara-3 di ieri sera vinta ad OAKA dai biancorossi. Oltre al caso Evan Fournier che sta tenendo banco, è scoppiata una polemica tra coach Ergin Ataman e il GM dell’Olympiacos, Nikos Lepeniotis. Dopo la partita, il dirigente dell’Oly ha infatti dichiarato ai microfoni di EPT: “Era una giungla, anche il pubblico ministero ha detto che se avesse potuto se ne sarebbe andato perché era preoccupato”. Il riferimento di Lepeniotis era ad OAKA e ai tifosi del Panathinaikos, considerati minacciosi e pericolosi.

Così Ataman ha pubblicato una storia Instagram in risposta: “Cinque giorni fa, nel tuo palazzetto, ci sono stati cori organizzati e razzisti verso il mio Paese durante la partita, ma non è stato mai chiesto scusa. Solo un giorno prima della partita di ieri sera, sono stati interrogato, accusato e punito in un modo che non mi era mai capitato in 30 anni di carriera, attraverso il tribunale dello sport che voi stessi avete creato all’interno del quartier generale della Federazione. Oltretutto, queste accuse erano basate esclusivamente sulle testimonianze di tre avvocati dell’Olympiacos. Ma non mi sono arreso e non lo farò mai. Ho parlato della mancanza di rispetto verso il mio Paese e il mio club davanti alle telecamere. Se dovesse capitare di nuovo, non esiterei a comportarmi allo stesso modo”.

Poi una diretta risposta alle parole di Lepeniotis: “Nonostante una situazione senza precedenti nella storia dello sport, ho deciso di presentarmi nel rispetto delle autorità greche. Le partite possono essere vinte o perse, ma il comportamento vergognoso di voi, dei vostri tifosi e di alcuni dei vostri giocatori si allontanano completamente dall’etica dello sport e sono diventati una macchia nella storia dello sport europeo. Per ultima cosa, nella tua dichiarazione hai detto: ‘Siamo usciti vivi dalla giungla’. Lascia che io sia assolutamente chiaro: nessuno, e lo ripeto, nessuno può definire OAKA, una delle strutture sportive più moderne del basket europeo, una ‘giungla’ e i 20.000 tifosi che sono venuti a supportare la loro squadra e di cui sono fiero degli ‘animali’. Non ci sarà un secondo avvertimento su questo. Non cercare le ragioni delle tue colpe da altre parti, cercale invece nelle tue stesse azioni che non hanno spazio nello sport”.

Francesco Manzi

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