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Esclusiva BU, Alessandro Cittadini: “A Trieste mi trovo benissimo, l’Alma è una grande squadra. Con Brescia emozioni indimenticabili”

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Alessandro Cittadini ha concesso un’intervista esclusiva a BasketUniverso. Il 38enne centro, in forza alla Pallacanestro Trieste 2004, ha parlato della sua nuova esperienza nel club giuliano e della sua lunga carriera, costellata da diversi importanti trofei.

Queste le parole del lungo perugino rilasciate alla nostra redazione:

Come stai vivendo la tua nuova esperienza a Trieste? Come ti stai trovando nella tua “nuova” squadra?

“Mi sto trovando benissimo qui a Trieste, soprattutto con i miei compagni di squadra. E’ stato facile ambientarmi in questa nuovo gruppo, composto da tanti italiani e da diversi giocatori che già conoscevo, che mi hanno accolto nel migliore dei modi. E’ un bellissima squadra, composta da grandi lavoratori e da bravissimi ragazzi. Dopo la prima settimana ero già completamente integrato, non è stato per nulla difficile adattarmi anche agli schemi e alla mentalità di Dalmasson. Non ho avuto alcuna difficoltà, perché noi giocatori siamo ormai abituati a cambiare spesso squadra e affrontiamo facilmente nuove sfide. Anche col pubblico triestino mi sono trovato benissimo. L’unica difficoltà l’ho riscontrata nel dover cambiare città con mia moglie e tre figli e di conseguenza nel doversi ambientare in una nuova realtà, soprattutto per i bambini ancora adesso non è facile, ma a poco a poco le cose stanno migliorando e ci stiamo adattando.”

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Ph. Andrea G. Costa

Da quando sei arrivato (9° giornata di campionato) l’Alma ha perso solo due partite, vincendo per ben otto volte, pensi che il tuo innesto abbia giovato positivamente alla causa biancorossa?

“Sicuramente il mio innesto ha dato una mano alla squadra, ma comunque l’Alma prima del mio arrivo era già in serie positiva da tre partite, si era ripresa dopo un brutto inizio e stava giocando un’ottima pallacanestro. Io ho fatto solo il mio dovere di giocatore e mi sono integrato nel gruppo cercando di aiutare la squadra nel miglior modo possibile, così da poter continuare sulla strada già intrapresa.”

L’Alma ora si trova al terzo posto in classifica, per te può continuare ad esprimersi su questi livelli e togliersi altre soddisfazioni? Inoltre quali giocatori ti hanno impressionato di più nel roster giuliano?

“Sono rimasto molto colpito dai due americani Parks e Green, che sono due giocatori mostruosi fisicamente e riescono a dare una grosso contributo alla squadra portando energia, atletismo e fisicità. Trieste è una squadra costruita su questo, sull’energia e sulla fisicità. E’ una squadra di corsa, che gioca in contropiede, una compagine molto atletica che fa della difesa il suo punto forte, dove tutti sanno cosa devono fare e come si devono comportare, dando il tutto per tutto in campo. Sicuramente due giocatori come Jordan e Javonte con le loro doti sono indispensabili per far girare la nostra squadra nel migliore dei modi. La nostra posizione in classifica conferma quello di buono che stiamo facendo fino ad ora e ce la meritiamo tutta perché stiamo lavorando sodo per ottenere certi risultati e abbiamo una squadra molto forte. Non cambierei veramente nulla di questa squadra, visti i grandi risultati che abbiamo ottenuto fino ad ora e sono sicuro che continueremo a fare grandi cose per tutto il resto della stagione. Dopotutto il campionato non mente mai e rispecchia fedelmente dalla prima all’ultima posizione il valore reale di tutte le squadre e se Trieste si trova al terzo posto se lo merita fino in fondo”. 

Riguardo, invece, al campionato di Serie A2 in generale, quali squadre ritieni siano le più quotate per la promozione finale?

“Per quanto riguarda le altre squadre, vedo molto bene la Virtus Bologna e Treviso, che hanno sicuramente roster importanti e tanta esperienza, almeno per quanto riguarda il girone Est. Attenzione anche alla Fortitudo che è sempre una piazza di grande tradizione e ha dei giocatori di altissimo livello e sicuramente riuscirà a risalire la china. Il campionato è comunque molto equilibrato e diverse squadre, anche ad Ovest, possono dire la loro fino al termine della stagione e bisogna vedere chi riuscirà ad arrivare ai play off e soprattutto come sarà la condizione generale del roster.”

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Una delle esperienze più importanti della tua carriera e stata quella con la Leonessa Brescia: cosa ci racconti di questa avventura da poco conclusasi e perché hai deciso di lasciare la squadra?

“A Brescia ho vissuto una delle esperienze più belle della mia carriera, sono stati due anni e mezzo fantastici. Sono stato capitano di quella squadra e l’emozione più bella rimane sicuramente la vittoria del campionato di Serie A2, ma ho anche altri tantissimi e bellissimi ricordi che mi legano a questa squadra, che porterò dentro di me per sempre. Potrei parlare di Brescia per ore. Preferisco, invece, non parlare dei motivi che mi hanno portato a lasciare la Leonessa, è una ferita ancora aperta e ho ripetuto già diverse volte perché ho deciso di cambiare squadra (il poco minutaggio datogli in Serie A, soprattutto dopo l’arrivo di Burns, ha giocato un ruolo importante per la sua scelta ndr)”

Nella tua lunga carriera hai giocato in squadre molto importanti come Fortitudo Bologna (con cui hai esordito in Serie A), Reggio Emilia, Reggio Calabria, Napoli (con cui hai vinto la Coppa Italia) e Sassari. Quali ricordi hai di queste esperienze? 

“Il ricordo più bello della mia lunga carriera è sicuramente la vittoria della Coppa Italia con Napoli nel 2006, ma ricordo molto volentieri anche le semifinali play-off perse contro la Fortitudo nello stesso anno, in cui non riuscimmo a fare l’impresa. Sicuramente sono state delle semifinali molto combattute che tutti ricordano molto bene. A livello di club poi ho tantissimi altri ricordi, legati soprattutto alla Fortitudo, la squadra in cui sono cresciuto cestisticamente. Sono andato via di casa a 15 anni e a Bologna ricordo l’esperienza in foresteria, l’esordio in Serie A nel 1997 e poi anche in Eurolega, oltre ai momenti difficili vissuti la seconda volta in cui ci sono tornato a giocare. Quindi gran parte della mia carriera è legata alla Effe, che rappresenta una delle parti più importanti della mia vita, anche perché ci ho giocato due volte, anche se a distanza di diversi anni l’uno dall’altro e con minutaggio e obbiettivi  diversi. Non dimentico però anche le esperienze a Sassari, in Sicilia e nel resto d’Italia, che ho girato in lungo e in largo, tutte queste squadre mi hanno lasciato dentro qualcosa e conservo tanti bei ricordi di tutte le compagini per cui ho giocato.”

Parlaci un po’ della tua esperienza con la nazionale, che ricordi hai che ti legano alla maglia azzurra?

Europei2003
gazzetta.it

“Una delle emozioni più belle con la Nazionale è stata la vittoria della medaglia di Bronzo agli Europei di Svezia nel 2003 contro la Francia, un momento che ricorderò per sempre. Anche la vittoria dell’oro ai Giochi del Mediterraneo ad Almeria nel 2005 contro la Grecia è stata un bellissimo momento, soprattutto per il modo in cui è arrivata, grazie ad una tripla nel finale di Andrea Pecile. Poi dai 20 ai 30 anni, sono stato chiamato quasi tutte le estati per i ritiri della Nazionale e ho veramente dei ricordi molto belli di queste esperienze, soprattutto dei ritiri in montagna, che erano molto duri, ma indossare la maglia dell’Italia è sempre una grande onore e mi impegnavo duramente per dare ogni giorno il meglio di me stesso. Sono stato un po’ “sfortunato” perché la maggior parte delle volte sono stato tagliato all’ultimo, prima della partenza per le manifestazioni internazionali più importanti, perché all’epoca c’erano tanti giocatori nel mio ruolo e molti venivano reputati migliori di me. Devo dire che la cosa mi dà ancora un po’ fastidio, soprattutto l’essere stato lasciato a casa per le Olimpiadi del 2004, perché penso che avrei potuto giocarmi le mie carte e dare un contributo importante alla causa azzurra.”

Per chiudere una domanda sul tuo rapporto con la pallacanestro: come ti sei avvicinato a questo sport e come hai vissuto il tuo rapporto con la palla a spicchi?

“Mi sono avvicinato alla pallacanestro quasi per caso, perché dove vivevo da piccolo, nelle campagne perugine, si conosceva solo il calcio. Un giorno un allenatore mi portò a provare la pallacanestro, in particolare per la mia altezza (ride ndr), avevo circa 13 anni e da lì è cominciata la mia passione per il basket. Due anni dopo mi sono trasferito a Bologna per giocare con la Fortitudo e da lì è iniziata la mia carriera tra i professionisti. Come dicevo prima, già a 15 anni mi allenavo con la squadra alle 6 di mattina, poi andavo a scuola e dopo mi allenavo, di nuovo, anche il pomeriggio. E’ stato un grosso cambiamento rispetto alla vita che facevo vicino Perugia, ma sono contento della mia scelta, soprattutto per quello che poi mi ha dato la pallacanestro nel corso della mia vita. Il basket è diventato la mia vita, ha rappresentato e rappresenta ancora una parte fondamentale della mia vita.”

Ringraziamo Alessandro Cittadini e l’addetto stampa della Pallacanestro Trieste, Emilio Ripari, per la disponibilità. Auguriamo ad Alessandro e a tutto il club giuliano i migliori auguri per il futuro e un in bocca al lupo per il proseguimento della stagione.

Fabio Silietti

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