Esclusiva BU, Cerella: “Con Moss era ‘esci se vuoi, torni se puoi’. Sono italiano perché lo dovevo a mio nonno Domenico!”

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Bruno Cerella è stato ospite del nostro format “Restiamo a casa con…” ieri sera e con il giocatore dell’Umana Reyer Venezia abbiamo commentato alcuni momento della sua carriera nella nostra classica chiacchierata di mezz’ora circa.

SERATE CON DAVID MOSS (minuto 27)

“(Ride) Ma adesso ha smesso. Con David era ‘esci se vuoi, torni se puoi’. Non vi posso raccontare niente ragazzi… Era divertente però, noi non uscivamo tanto, uscivamo il giusto, quel poco che serviva…”.

MOMENTO MIGLIORE A MILANO (minuto 17)

“Il giorno che mi sono alzato dal lettino dell’ospedale e sono andato a giocare finale della Coppa Italia vinta a Milano. Due giorni prima mi era uscito il menisco, ai Quarti, e la domenica sono sceso in campo. Mentre mi stavano operando, non avrei mai pensato di poter tornare in campo per la Finale. Ma il dottore mi disse che avrei potuto giocare con Avellino. La sera, 20.45 la partita con Avellino, quasi non ci credevo… E mi diedero Marques Green da marcare a tutto campo! Piccolino e veloce… Fu uno strazio ma bellissimo! Poi non sono andato a festeggiare perché avevo 39 di febbre e quindi sono andato a casa a riposarmi”.

ITALIANO PER IL NONNO (minuto 35)

“Quando ero piccolino mio nonno mi regalò la cittadinanza italiana e al tempo pensai non mi sarebbe servita a niente. Avrei preferito dei soldi. Ma lui mi disse che un giorno mi avrebbe portato lontano, questo pezzo di carta. Quando Charlie Recalcati, ero ancora in B1, mi convocò per giocare con la Nazionale sperimentale, io chiamai mia nonna, visto che il nonno era già morto, per dirle che avrei giocato con la Nazionale italiana solo per ricordare quel grande uomo che era stato mio nonno, Domenico Cerella”.

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