D'Angelo Harrison

Esclusiva BU, D’Angelo Harrison: “Brindisi sempre nel mio cuore, l’offerta ucraina era irrinunciabile”

Esclusive Home Rubriche

D’Angelo Harrison è stato uno dei giocatori più esaltanti della stagione 2020-2021 dell’Happy Casa Brindisi e del campionato italiano. I pugliesi hanno vissuto un’annata straordinaria, chiudendo al secondo posto in regular season, raggiungendo nuovamente le semifinali di Coppa Italia e arrivando in semifinale ai Playoff, arrendendosi solo di fronte alla Virtus Bologna, che poi ha demolito Milano 4-0, vincendo così lo Scudetto.

Indubbiamente D’Angelo Harrison è stato il motore di quella Brindisi grazie ai suoi canestri e alle sue prestazioni fenomenali. Alla fine non è stato nominato MVP della regular season solo perché diversi problemi fisici ne hanno limitato il minutaggio in campo. Ma è andato davvero molto vicino a vincere il trofeo che poi è finito sul caminetto di Stefano Tonut.

Quest’estate, nonostante i pugliesi abbiano provato a trattenerlo, Harrison ha deciso di firmare in Ucraina con il Prometey, società cestistica che ha sede a Kam”jans’ke.

 

Prima di tutto, come stai? Come ti senti riguardo alla tua nuova avventura ucraina? Sei contento della scelta che hai fatto e di cosa ti ha spinto ad andare in Ucraina?

Firmare qui in Ucraina è stata una cosa diversa dal solito, non sapevo cosa aspettarmi. Chi mi ha spinto a questa decisione è stato il coach, abbiamo parlato al telefono e non mi ha raccontato str*****e. Conoscevo già Sean Evans e DJ Stephens, che hanno giocato qui l’anno scorso. È stata una transizione semplice, mi hanno detto quello che dovevo sapere riguardo l’ambiente e questo club ancora molto giovane. Posso dire che è un’esperienza totalmente diversa rispetto all’Italia. 

 

Parliamo del tuo meraviglioso anno a Brindisi. Come ti sei trovata in Italia?

Brindisi avrà per sempre un posto nel mio cuore. Un posto meraviglioso, una città meravigliosa, persone spettacolari e soprattutto tifosi eccezionali. Avevamo anche un ottimo gruppo e tutto è andato bene sin dall’inizio, con i dirigenti, con gli allenatori e con i giocatori. Inoltre i ristoranti sono buonissimi. Spero di tornarci in offseason!

 

Com’è essere allenato da Frank Vitucci? Di lui si innamorano tanti giocatori, non solo italiani, ma anche tanti americani. Com’è stato il tuo rapporto con lui e cosa pensi di lui come uomo e allenatore?

Frank Vitucci è una persona eccezionale e un grandissimo coach. Specialmente è pazzesco quanto sia bravo a lavorare sulle persone. Sa mettere le persone al centro del lavoro. Spesso mi capita di parlare ancora oggi con lui, ci mandiamo messaggi e qualche volta ci chiamiamo perché abbiamo davvero un bel rapporto. Lo considero un amico e lo ricorderò per sempre come allenatore. Mi piaceva il fatto che semplicemente ci faceva giocare, ci dava poche regole da rispettare e per il resto ci lasciava libertà di agire.

 

Il tuo “predecessore” a Brindisi, Adrian Banks, è ormai un veterano del campionato italiano e ha firmato a Trieste. Perché non sei rimasto in Italia? Nessun top team italiano ti ha fatto un’offerta, nemmeno Brindisi stessa?

Mi sarebbe piaciuto rimanere a Brindisi e abbiamo cercato di trovare un accordo, ma non potevo rifiutare l’offerta dell’Ucraina. Non nascondo che è stata una scelta davvero molto sofferta ma l’opportunità ucraina era davvero irrinunciabile.

 

Il campionato italiano è cresciuto molto negli ultimi anni. Milano e Virtus Bologna sono le migliori squadre europee, Venezia, Sassari e Brindisi sono squadre eccellenti. Ma soprattutto Brindisi l’anno scorso ha quasi fatto un miracolo, non andando troppo lontana dal chiudere al primo posto la regular season. Raccontaci le tue emozioni durante quella fantastica cavalcata.

È stata un’avventura unica. Era un gruppo speciale, è difficile costruire una squadra del genere, ora posso dirlo nonostante sia 22-0 [ora 23-0, ndr] con il mio attuale club. È stata una cavalcata diversa, era una squadra diversa, quella squadra era semplicemente grandiosa. Penso che tutti i giocatori che ne facevano parte siano migliorati almeno un po’ oppure che stiano giocando alla grande adesso. L’Italia è un posto dove mi piacerebbe tornare a giocare un giorno: se non a Brindisi, in un altro top team. 

 

Sei un americano e tutti i giocatori americani hanno un sogno: l’NBA. Ci hai mai pensato davvero o forse ci pensi ancora?D'Angelo Harrison

Naturalmente, mi sarebbe molto piaciuto giocare in NBA, quest’estate c’è stata anche l’opportunità perché ho fatto un mini-camp con i Philadelphia 76ers ma alla fine non mi hanno firmato. Il sogno rimane e la speranza c’è, però al momento sono concentrato sulla mia stagione in Ucraina, abbiamo molte partite difficili e quindi sta pensando a questo. Però l’NBA resta un sogno che vorrei realizzare e continuerò a lavorare affinché diventi realtà. Se non succederà o non succederà, non c’è problema, è la vita.

 

Com’è per te essere un giocatore professionista in Europa? Non conosci nessuno, finisci spesso in città piccolissime e l’anno scorso, con il COVID, non si poteva fare nulla. A volte non hai voglia di lasciare tutto e tornare negli Stati Uniti con la tua famiglia?

Quando decidi di diventare un cestista professionista in Europa devi sapere che lascerai la tua famiglia in cambio di un compenso economico importante e diventerai la persona che hai sempre desiderato diventare. Non è certo facile. Ogni anno è sempre più difficile. Ogni anno Paesi diversi, culture diverse, abitudini diverse, città diverse. Quando capisci che però si tratta di un lavoro e non di una vacanza, allora diventa un po’ più semplice. Comunque io sento la mia famiglia e i miei amici americani ogni giorno. Facciamo videochiamate, parliamo. Ma comunque resta molto difficile.

 

Ma prima o poi rivedremo in Italia D’Angelo Harrison? Chiaramente è impossibile prevederlo, ma vorresti tornare nel nostro Paese nei prossimi anni?

Di certo tornerò presto in Italia come turista. Magari in futuro anche come professionista, chi lo sa… Vediamo, mai dire mai…

 

Ringraziamo D’Angelo Harrison per il tempo che ci ha dedicato e gli facciamo un grosso in bocca al lupo per la sua stagione in Ucraina e per la sua carriera in generale.

 

Leggi anche: Esclusiva BU, Shaun Stonerook: “Peccato che le vittorie di Siena siano sminuite. Lo sfottò a Milano…”

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.