Esclusiva BU, Giacomo Galanda: “Bisogna puntare sui giovani, come in A2. Milano la favorita in Italia, ma in Europa serve diversa mentalità”

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A margine della presentazione del Campionato Mondiale femminile under 19 di pallacanestro, tenutasi ieri ad Udine, che vedrà impegnate le nostre “piccole” azzurre contro le nazionali più forti del mondo, siamo riusciti ad intervistare Giacomo Galanda. L’ex ala/centro cardine della pluri premiata nazionale del primo Messina, di Tanjevic e poi di Recalcati, che ha giocato anche per diversi club prestigiosi del nostro campionato, come Verona, Fortitudo Bologna, Varese, Siena, Milano e Pistoia (squadra di cui è stato anche general manager e per cui ora cura il settore giovanile) ha rilasciato un’intervista esclusiva a BasketUniverso. Il “Gek” nazionale, attualmente anche responsabile della FIP nelle scuole, ha parlato di Serie A e dell’Eurolega di Milano, ma anche di Serie A2 e di Nazionale, insistendo molto su un discorso che gli sta molto a cuore, quello dei giovani.

Queste le sue parole:

Come giudichi il campionato di serie A di quest’anno e quale squadra pensi sia la favorita per la vittoria finale?

Sulla favorita per la vittoria non ho dubbi, sarà sicuramente Milano, perché nel momento in cui si andranno a giocare i play-off il roster dell’Olimpia è il migliore del campionato, avendo la panchina più lunga ed essendo la squadra che è strutturata meglio rispetto alle altre, avendo i milanesi le maggiori possibilità economiche, visto che hanno il budget più alto della Serie A. In questo momento i milanesi sono un po’ in difficoltà perché stanno giocando anche una competizione come l’Eurolega, che porta via parecchie energie, ma sono sicuro che nel momento clou della stagione l’Olimpia si confermerà la più forte di tutte, a meno di clamorosi colpi di scena. Le altre squadre che possono competere per il titolo sono secondo me Avellino e Venezia, che vedo molto bene rispetto alle altre, mentre Reggio Emilia non penso possa giocare un ruolo da protagonista come gli scorsi anni, vista la stagione tribolata che sta vivendo. Quando si presentano così tanti problemi nell’arco di una stagione è difficile sistemarli col passare del tempo. “

Della “tua” Pistoia, invece, cosa ci dici?

“Nonostante Pistoia abbia il budget più basso delle Serie A è riuscita comunque a togliersi delle soddisfazioni, dando del filo da torcere a tutte le squadre che ha affrontato fino ad ora. In società lavoriamo sulle idee e sulla voglia di fare consapevoli dei nostri limiti, ma con la giusta passione e la giusta mentalità. Continuando su questa strada siamo sicuri che i risultati prima o poi arriveranno”

milanoCome reputi il percorso dell’Olimpia Milano in Eurolega?

Milano ha giocato delle ottime partite, secondo me, come quella con l’Olimpiakos e il Real Madrid per esempio, ma ha avuto degli alti e bassi, ad un certo momento si è persa e non più riuscita a ritrovare se stessa, non potendo così puntare alle posizioni di vertice. L’Olimpia quest’anno ha scoperto i sui lati deboli, ovvero la costanza, la fiducia e non è riuscita ad unirsi nel momento di difficoltà. Bisogna avere la costanza e la mentalità per crescere, perché le vittorie a questi livelli non si costruiscono in un singolo anno ma bisogna fabbricare passo dopo passo i propri successi. L’Olimpia dovrà imparare dai propri errori e dovrà migliorare con la costanza e col lavoro. Dopotutto anche squadre sicuramente più forti come il Cska, che io reputo la migliore in assoluto dell’Eurolega, ha auto degli alti e bassi, ma è riuscita poi a riprendere la sua corsa. “

E del campionato di Serie A2 cosa ne pensi? 

“Per quello che ho potuto vedere fino ad ora, penso che piazze storiche come Treviso, Bologna con la Virtus e la Fortitudo, Siena, Roma, Biella, Trieste e Udine possono sicuramente recitare un ruolo da protagoniste, come molte di loro stanno già facendo, per via del proprio blasone ma anche per come stanno lavorando fino ad ora. Verona, invece, ha avuto diversi alti e bassi e non so se potrà arrivare fino in fondo. Personalmente mi piace molto la Fortitudo, ma anche Trieste, perché sono due squadre, che stanno lavorando molto bene e si vede che hanno un progetto serio, con il quale puntano anche sui giovani italiani. Essendoci in A2 solo due stranieri per squadra, infatti, si punta su dei ragazzi che a poco a poco si stanno facendo crescere e così le squadre costruiscono il proprio futuro. Molte altre squadre di Serie A2 stanno lavorando allo stesso modo e secondo me questo campionato assomiglia molto alla “vecchia” serie A, anche se come qualità non siamo ai livelli del primo campionato perché parliamo pur sempre di una seconda lega, ma è un campionato bello da vedere, dove si lotta sempre ogni partita, le gare sono più vere rispetto ad altri campionati e diverse squadre possono dire la loro. Parlando di Trieste e Udine poi il fatto che si sia poi potuto rivivere anche il derby non può far altro che giovare al movimento cestistico del Friuli Venezia Giulia che è tornato ad alti livelli. Lo stesso diciamo è accaduto pure a Bologna, che nel momento di massima difficoltà per Virtus e Fortitudo è tornata a respirare il grande basket anche grazie al derby di BasketCity, che ha giovato alla pallacanestro bolognese. II nostro sport, infatti, va vissuto e non puoi soltanto guardarlo in TV, come accade per l’NBA. Sicuramente è il campionato più bello del mondo, ma non puoi vivere qualcosa di patinato, devi vivere lo sport, devi, se puoi, anche praticarlo e cercare di essere partecipe facendo il tifo per la tua squadra. Per concludere il mio discorso sulla serie A2 dico che questo campionato mi piace molto, ma al di là di tutto credo che solo nei play-off riusciremo a capire meglio quali sono le squadre favorite per la vittoria finale, vista la difficoltà del campionato e gli alti e bassi che diverse squadre vivono nel corso di una stagione”

italiaQuindi ritieni che in Serie A bisognerebbe investire molto di più sui giovani, come in Serie A2, così da “aiutare” anche la nostra Nazionale? 

“Sicuramente, ma il discorso giovani italiani, è un discorso un po’ complicato perché bisogna cercare di far giocare i nostri ragazzi in competizioni più difficili, come l’Eurolega o le coppe europee in generale, per farli crescere nel modo migliore. E’ in queste competizioni che possono acquisire l’esperienza necessaria per competere ad alti livelli, giocando con i migliori giocatori del mondo e facendosi conoscere nell’ambito internazionale. Non bastano quei tre-quattro giocatori che hanno fatto un certo tipo di esperienza in NBA per vincere a livello di Nazionale, ma serve l’esperienza di tutti i giocatori del gruppo per competere contro le altre squadre. L’Italia come Nazionale non vince a livello internazionale, non perché i giovani che ora ne fanno parte non giocano in Serie A, ma perché non giocano le competizioni europee più prestigiose. Non è facile però cambiare questa mentalità, non è facile far capire ai dirigenti che i nostri giovani devono giocare più spesso in Serie A e in Europa, bisogna avere il coraggio di credere nel progetto giovani, impostare un lavoro che dura negli anni e continuare a credere in ciò che si sta facendo anche se non arrivano subito i risultati. Bisogna avere il coraggio di puntare su questo progetto, bisogna investirci del tempo, oltre ad una buona programmazione e ad una società solida alle spalle che dia fiducia agli allenatori. Parlando con Buscaglia, che io reputo uno dei migliori allenatori italiani in questo momento, lui stesso mi ha detto che bisogna essere pronti ad affrontare diverse difficoltà quando punti ad un progetto che valorizza i giovani, sicuramente perderai diverse partite ma poi i risultati arriveranno se hai fiducia, continui per la tua strada e credi in quello che stai facendo. Poi puoi vivere di rendita se riesci a valorizzare a dovere i giocatori e Buscaglia in particolare sa cosa significa, visto che ha aiutato a far crescere degli ottimi giocatori come Pascolo, Flaccadori, Forray e Baldi Rossi. Si deve inoltre valorizzare un progetto di squadra, darle un gioco è un’identità, inserendo tutti i giocatori al suo interno e smettere di guardare solo ai singoli componenti di un roster, paragonandoli tra di loro. Questo, per me, deve essere quello che devono fare i dirigenti sportivi delle compagini italiane di pallacanestro. “

Ringraziamo Giacomo Galanda per la disponibilità e gli facciamo i migliori auguri per il futuro e un in bocca al lupo per la sua carriera da dirigente a Pistoia.

Fabio Silietti

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