All’inizio della sua prima stagione in Serie A, BasketUniverso ha intervistato in esclusiva assoluta Gianmarco Pozzecco, neo allenatore della Openjobmetis Varese.
L’ex playmaker della Nazionale ci ha parlato della prossima stagione a Varese, della sua esperienza da giocatore negli States, della magica cavalcata degli Azzurri ad Atene 2004, compresa la vittoria sul Team USA, e ha concluso dandoci i suoi pronostici su chi vincerà il Mondiale e la prossima Serie A.
1) Prossima stagione: obiettivi, ambizioni, aspettative. Cosa ci farà vedere la tua Varese nel prossimo campionato e cosa tu cercherai di fare per la squadra?
Prima di tutto voglio ripagare l’entusiasmo che c’è a seguito del mio ritorno. La gente mi sta dimostrando molto affetto, mi sento molto responsabilizzato e sto cercando di fare il massimo affinché le cose vadano in un certo modo. Da giocatore era più semplice perché mettevo in campo le potenzialità che avevo, indipendentemente da tutto ciò che accadeva intorno, mentre da allenatore ci sono molti altri fattori che incidono.
2) Andy Rautins (guardia) e Stanley Okoye (ala piccola) sono le vostre scommesse in sede di mercato, entrambi alla prima esperienza in Italia. Parlaci un po’ di loro, che tipo di giocatori sono?
Okoye ha fatto questo college, questa accademia militare, e poi è andato a giocare qualche partita in Israele e ha chiuso la stagione passata in Australia. Giocatore di cui dicono un gran bene ed è stata una scelta di Simone Gioffrè, il nostro Direttore Sportivo, di cui mi fido ciecamente come scout, quindi sono convinto che ci darà soddisfazioni.
Rautins non lo conosciamo benissimo perché non ha mai calcato i parquet italiani, ha giocato la passata stagione a Francoforte, prima ancora era stato in Spagna appena uscito dal college e ha avuto come picco più alto nella sua carriera l’esperienza ai New York Knicks dove però ha fatto pochissime apparizioni. Bianco, tiratore, però secondo me non solo tiratore perché potrebbe guidare le transizioni e facciamo molto affidamento su di lui e su tutti quelli che abbiamo preso perché abbiamo deciso di non costruire una squadra con una panchina eccessivamente lunga, quindi sarà importante che tutti diano il proprio contributo.
Voglio che essi siano molto costanti nel lavoro e mi auguro (parafrasando il gesto di Pozzecco, ndr) di non vivere un’annata piena di infortuni.
3) Andrea De Nicolao è stato uno dei casi più caldi di questo mercato: si dice che alla base del suo addio ci sia la mancanza di rassicurazioni sul minutaggio, qual è il motivo della sua partenza e come la commenti? Chi darà minuti di riposo al play Robinson?
De Nicolao aveva determinate ambizioni e sperava di poter ambire di poter giocare titolare in Serie A. Non potevamo garantirgli tutto ciò e ha deciso di uscire dal contratto però nessun’altra squadra di Serie A è riuscita a dargli ciò che lui pensava di meritare. Questo non è perché non lo meriti ma perché i giocatori italiani sono bistrattati ed essi dovrebbero fare come io feci nel 2003 con l’allora Presidente Federale perché se la pallacanestro continua ad essere questa, di italiani ne vedremo sempre meno e De Nicolao è uno che ha pagato questa situazione.
Robinson è il nostro playmaker titolare e spero proprio che Rautins sia un giocatore all’altezza per dargli i minuti di riposo necessari. Poi c’è il giovane classe ’95 Jacopo Lepri che voglio valutare e mi piacerebbe riuscire a dargli qualche minuto senza mettergli troppa pressione. Detto questo, nel caso in cui vedessimo che c’è una falla nel roster, abbiamo via un tesoretto, non milionario, ma che ci permetterà di ritornare sul mercato. Comunque non sono preoccupato, la squadra è questa e vedremo se aggiungere qualcosa, in base alla preparazione e ai primi risultati, oppure rimanere così, anche se mi auguro la seconda.
4) Intervistandoti però non si può evitare di tornare indietro di qualche anno, alla tua carriera da giocatore. Nell’estate 2001 hai provato la strada dalla Nba disputando la Summer League in maglia Raptors, ma poi il tuo approdo negli Stati Uniti non si è concretizzato: per quale motivo in realtà? Cosa pensi che avrebbe potuto fare il Poz nella lega americana e cosa l’NBA avrebbe potuto dare a te come giocatore?
Onestamente non so cosa avrei potuto fare in NBA perché sono soltanto fantasticherie. Da un punto di vista personale però mi avrebbe cambiato la vita perché avrei vissuto in un modo completamente diverso da quello a cui ero abituato a frequentare e ci avrei goduto parecchio. L’NBA non ci ha perso tantissimo… avrebbe guadagnato solamente un deficiente in più ma ce ne sono già tanti, quindi non avranno sentito la mia mancanza. Sicuramente mi sarebbe piaciuto giocarmi una possibilità e la Summer League aveva dimostrato che potevo starci con i più grandi. Avrei dovuto iniziare la preparazione con i Toronto Raptors ma sono stato uno stupido e ho rifiutato per l’amore che ho nei confronti di Varese. Ho sbagliato, avrei dovuto provare ad inseguire un sogno ma c’è anche da dire che quando giocavo io i giocatori europei non venivano considerati alla pari degli americani, come invece giustamente accade al giorno d’oggi.
5) Riguardo quell’estate circolano alcuni aneddoti curiosi: si dice che hai rubato palla a Michael Jordan. Leggenda o realtà, qual è la verità intorno a questo episodio? C’è qualche altro aneddoto che puoi raccontarci?
(Pozzecco se la ride contento) Eravamo a Chicago e mi sono allenato nella palestra di Michael Jordan. Michael, per salvare una palla che stava uscendo, l’ha rimessa in campo senza guardare dove finisse e io ero lì, la palla mi è arrivata in mano. La leggenda poi narra che io gli abbia detto “Michael Jordan pensavo fossi più forte” ma non è vero, sono c*****e che metto in giro io però teoricamente la palla l’ho rubata.
Un altro aneddoto interessante è quello legato ad un giocatore che si chiama Hamilton, 215 centimentri ma trattava la palla come un piccolo, e Michael Jordan voleva portarselo a Washington. Non ci andò perché diceva che lì non facevano buoni gli hamburger. Questa cosa mi stupì parecchio però in quel mondo lì ne trovi a bizzeffe di personaggi così.
6) 3 Agosto 2004. A Colonia l’Italia batte 95-78 Team Usa, Basile e Galanda segnerebbero anche bendati ma alcuni assist del Poz sono memorabili e poi c’è quell’inchino dopo la giocata ai danni di Allen Iverson… Come ti è venuto quel gesto? Ci racconti qualcosa per farci capire cosa si prova a battere i maestri del gioco?
Non ci ho pensato perché se ci avessi pensato non l’avrei mai fatto: infatti il giorno dopo è arrivata la chiamata di Danilovic che mi diceva che l’inchino avrebbe potuto farlo solo lui. Io gli chiesi subito scusa, dicendogli che non l’avrei mai più fatto e infatti non lo feci più.
E’ stata una partita clamorosa, nessuno si sarebbe aspettato che avremmo potuto battere gli americani, era la prima volta che giocavamo contro il Dream Team, la partita fu mandata in diretta televisiva: insomma è stata particolarmente emozionante, una di quelle che rimarrà nella storia del basket italiano.
7) Parlaci della magica semifinale contro la Lituania e in generale di quella cavalcata trionfante che ci ha portato alla vittoria della medaglia d’argento.
Rispetto alla partita con l’America questa partita aveva un qualcosa in palio: la sicurezza del podio olimpico. Questa è la cosa che tutti sognano quando parti per partecipare alle Olimpiadi. Quella partita è stata clamorosamente aperta da un punto di vista cestistico perché ci sono stati continui parziali e contro parziali e quando i lituani avevano 5-6 punti di vantaggio a pochi minuti dalla fine, si è visto quanti attributi aveva quella squadra, riuscendo a vincere il match e salire matematicamente sul podio.
8) I tuoi detrattori ti accusano di non essere stato un vincente e che uno con le tue doti avrebbe dovuto avere un palmares più ricco. Hai qualche rimpianto riguardo la sua carriera? Tornando indietro cambieresti qualcosa?
Non ho vinto per colpa mia però non è una cosa che mi fa riflettere più di tanto perché nella vita mi sono divertito talmente tanto che non mi interessa di quello che pensano gli altri. Ognuno ha le proprie idee ma non cambierei la mia vita cestistica con quella di nessun altro al mondo, anche perché so io cos’ho vissuto e quanta fatica ho fatto per vincere quel poco che ho vinto. Sono consapevole che avrei potuto vincere di più, sarei potuto andare all’Olympiacos o al Panathinaikos in periodi dove avrei vinto sicuramente molto di più: erano l’Olympiacos di Ivkovic e il Pana di Obradovic. Sono comunque contento per il legame che ho stretto con le città in cui ho giocato e sto parlando di Varese e Capo d’ Orlando e questo va al di là di tutti i trofei che avrei potuto vincere. L’ultimo anno della mia carriera sarei potuto andare alla Virtus Bologna ma ho
preferito tornare a giocare in un posto dove ho ritrovato la vera e pura gioia di giocare la pallacanestro: Capo d’Orlando.
9) I successi dell’Under 20 e dell’Under 18 mostrano che di ragazzi con potenziale in Italia ce ne sono, ma rischiano di perdersi per strada come accaduto ad altri. Credi che sia meglio tutelare i giovani e/o gli italiani con regole apposite oppure le ritieni inutili perché alla fine chi vale riesce ad emergere comunque?
E’ semplice: dovrebbero cambiare le regole in Serie A e tornare a quelle in vigore quando giocavo a pallacanestro io: 2 stranieri e 8 italiani. Poi ci sono i cotonou che sono americani, nigeriani o caraibici che in un modo o nell’altro riescono ad ottenere un passaporto comunitario che comunque ti garantiscono di avere 7-8 giocatori di buon livello e che hanno un costo inferiore rispetto agli italiani. Infatti i nostri ragazzi migliori, quelli che costano di più, vanno a giocare in LegaDue dove c’è la regola di due americani e il resto italiani, i quali devono fare la differenza, proprio per questo la Gold è di poco inferiore alla nostra massima Lega.
10) Due pronostici veloci, chi vince la prossima Serie A e il Campionato del Mondo?
Scontatamente Milano e può dargli fastidio Venezia mentre il Campionato del Mondo lo vince banalmente l’America ma potrebbero vincerlo anche l’Argentina o la Spagna.
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Ciao a tutti e per tutti.
Ho chiamato Rose. Ho 56 anni, sono un padre portoghese e madre francese.
Io sono venuto in questo testimoniare la gratitudine che mi sono divertito da Mr. FAUR, uno spiritualista.
Questo è un ragazzo che è disponibile e al servizio degli altri. Aiuta davvero in tutte le aree
Aiuta in diverse aree, a seconda di cosa si desidera.
Io, per esempio, le due volte che mia madre era malata e che le banche che abbiamo chiuso la porta in faccia a causa del nostro debito, che erano molti, questo è il Signor FAUR che abbiamo contribuito a mettere mia madre a piedi, e la cura per ritrovare la sua salute. Quando la mia sorellina era stata rapita, è sempre il Signor FAUR, che ci ha aiutato a trovare. Aiuta anche nelle aree relative alla malattia mentale, depressione e altri disturbi. Aiuta, inoltre, a che è un ritorno di affetto. Con lui, non c’è argomento tabù.
Quindi, indipendentemente dalla vostra situazione, a prescindere dal dominio in cui si desidera essere aiutato, mi raccomando, i servizi di questo grande uomo di fede e di buon cuore.
La mia e-mail è : roseparcevaux@gmail.com