- Siamo alla chiusura della stagione 2014/15 e fino ad ora hai totalizzato una media di 9,2 punti in campionato, che sale a 10,1 in Eurolega, conquistato una Coppa Italia e vinto il titolo da MVP di quest’ultima. Come valuti il tuo percorso di quest’anno? Per noi sembra più che buono, per usare un eufemismo.
Credo che per ora sia stato un buon anno, ma è ora che si comincia a giocare sul serio. Non che fino ad ora abbiamo scherzato, ma sicuramente si entra nei play-off con una grande concentrazione. Sono contenta, ma non è ancora finita.
- La squadra di Schio sembra formata da più che giocatrici, siete un gruppo unito. Come si costruisce quest’alchimia? E quanto è importante in un cammino stagionale?
Il Gruppo in una stagione lunga come la nostra, che, tra campionato ed Eurolega, ha giocato fino ad ora un qualcosa come 40/45 partite, è fondamentale! Essere un buon gruppo non è cosa scontata, ma ti cambia la vita: entrare in palestra con compagne con cui stai bene, è sicuramente più facile. A questi livelli ogni anno è storia a se e quando la squadra è unita è più facile affrontare i momenti di difficoltà, e ci si gode di più i momenti buoni.
- La stagione regolare è finita e avete raggiunto e poi sorpassato Ragusa, aggiudicandovi il primo posto. Come arriva Schio ai play-off? Nella griglia degli accoppiamenti, vi tocca subito Cagliari (Diretta streaming su Legabasketfemminile.com h 20:30) che ha strappato l’ottavo posto in un match combattutissimo contro Vigarano.
Schio arriva ai play-off pronta e a testa alta! Sappiamo che anche quest’anno siamo la squadra da battere, e finché non ci scuciranno lo scudetto dal petto, lo saremo. Nonostante ci sia questa consapevolezza, sappiamo anche che non siamo infallibili: arriviamo a questo rush finale concentrate verso quello che è l’obiettivo primario, perché se giochi a Schio sai che l’unica cosa che devi fare è far di tutto per vincere.
- Sulla carta sembra che il tabellone annunci nuovamente una sfida Schio-Ragusa per la finale. Pensi che invece ci possano essere delle out-siders?
Non me la sento di fare previsioni in vista della finale: è così vicina ma allo stesso tempo lontanissima. Abbiamo visto che è stato un campionato strano, dove tante squadre son cresciute e si son fatte valere. L’unica cosa che so è che Schio vuole arrivare in finale; il resto lo vedremo poi.
- In squadra hai giovani promettenti come Cecilia Zandalasini e veterane come Chicca Macchi e Raffaella Masciadri. Si può dire che “nel mezzo” ci sei tu: cosa s’impara sempre da giocatrici d’esperienza e cosa invece puoi portare tu alle “nuove leve”?
Beh, conosco Chicca e Mascia da tanti anni ormai, ho imparato tanto da loro, e avranno sempre il mio rispetto per quello che loro hanno dimostrato di essere. Non lo so cosa posso portare alle nuove leve, questo dovrebbe chiederlo a Ceci (Zandalasini). L’unica cosa che le vorrei dire sempre è “se avessi avuto io il tuo fisico”, mentre quello che in realtà le dico è: “vogliamo mettere la seconda o bruciamo il motore in prima?”. Credo però che la mia generazione sia cresciuta più vicina a quella di Mascia o Chicca, ora ci sono modi diversi di affrontare le cose. A volte non è facile far capire alle ragazze più giovani certi meccanismi ma credo sia normale e che crescendo se ne renderanno conto.
- In Eurolega, Schio ha chiuso con un bilancio di 6-8, non riuscendo purtroppo a qualificarsi. Siete comunque uscite a testa alta, ma cosa manca ancora a Schio per raggiungere un livello competitivo con top team come Fenerbahce Istanbul o il Nadezhda Orenburg che hanno terminato ai primi posti?
Manca la consapevolezza di potercela fare. Non so come spiegare, manca un po’ di autostima nei propri mezzi: è vero, le squadre che hai nominato hanno budget che Schio neanche si sogna ora come ora, ma questa non può diventare una scusa.
- Quanto ha inciso il doppio impegno europeo sul campionato di regular season?
Sicuramente molto. Solo chi ha provato almeno una volta a fare la doppia competizione sa quante energie ci vogliano.
- La Reyer Venezia ha conquistato la MZRKL Adriatic League con pieno merito, regalando un bellissimo spot per tutto il movimento: pensi possa ambire a un posto in Eurolega?
Venezia è stata, e credo sarà nel prossimo futuro, una piazza importante.: ha i mezzi e le potenzialità per riuscire a competere e vincere non solo nel campionato italiano ma anche a livello europeo.
- Questa vittoria di Venezia sembra urlare a tutto il basket italiano “Ci siamo anche noi!”, ma la Seria A è stata costretta a salutare Priolo, a inizio stagione, e La Spezia prima del girone di ritorno. Come si potrebbe rilanciare il movimento della pallacanestro femminile evitando queste situazioni spiacevoli? Il tifo e la partecipazione non manca.
Bisogna uscire dagli schemi, fare altro e sfruttare l’immagine, specie nel mondo d’oggi dove si compra ciò che si vede. Bisogna anche essere realisti: non avremmo mai la visibilità del calcio, ma, se dopo aver vinto la Coppa Italia, quello che ci siamo meritate è stato un trafiletto su “La Gazzetta dello Sport” direi che c’è qualcosa che non va. Il basket femminile deve essere un fine, non il mezzo; i mezzi devono essere altri.
- Una risposta rilevante a questo è arrivata a Marzo: SKY ha ufficialmente trasmesso nuovamente il basket italiano sui suoi canali sportivi, concedendo anche spazio alla Lega Femminile. “Finalmente!”: è il caso di dirlo? Cosa si prova a sapere che le vostre partite sono trasmesse in un palinsesto così importante?
Finalmente si! Siamo ovviamente contente: è un inizio verso qualcosa che spero, continuerà e, possibilmente, aumenterà.
- Parliamo di Italia: cosa si prova quando si indossa la maglia azzurra e quanto è importante partecipare con entusiasmo agli impegni della Nazionale Italiana?
Non credo si possa descrivere quello che si prova la prima volta che indossi la maglia azzurra: è un’emozione unica! Col passare degli anni e dopo tante estati in Nazionale non è sempre facile approcciarsi nel modo giusto. So che sembra un’eresia, ma dopo tante energie spese durante la stagione a volte si avrebbe solo voglia di riposare: è qui che entrano nuovamente in gioco il gruppo e l’entusiasmo…e devo dire che ultimamente ce n’è tanto.
- Entrambi le squadre Nazionali, sia maschile sia femminile, sono state sfortunate nei sorteggi per i gironi dell’Europeo 2015. Dovrete misurarvi con corazzate come Turchia e Grecia: pensi davvero che ci sia possibilità di passare il primo turno?
Se non pensassimo di potercela fare non avrebbe nemmeno senso andare. Noi faremo il nostro, conosciamo i nostri limiti ma non ne siamo schiave.
- Il vostro prossimo raduno sarà solo a Maggio: non è forse un po’ poco per preparare un evento così importante?
Non credo sia poco il tempo, è abbastanza da arrivare carichi all’Europeo. Stare troppo in raduno può avere l’effetto contrario, quello di scaricarti le pile totalmente. Meno quantità ma molta qualità e, sapendo che il tempo è poco, si alza il livello di concentrazione al massimo.
- A fine Dicembre avete disputato il Torneo di Schio, che vi ha visto vincere match importanti contro Russia e Romania: abbiamo ancora impresso nella mente il tuo scarico per il canestro vincente di “Mascia”. Quanto sono state importanti queste partite in vista dell’impegno di Giugno?
Non lo so se in un bilancio finale quelle partite siano state o no importanti, ma so che però il nostro coach voleva ritrovarci e fare un resoconto a metà stagione sulla nostra forma fisica e tattica. E abbiamo come sempre sfruttato al meglio i giorni a disposizione, dimostrando che nonostante non avessimo avuto tempo per preparare le partite eravamo pronte. Merito anche del fatto che siamo un gruppo ormai rodato, dove conosciamo l’una con l’altra quasi alla perfezione.
- Sei una delle giocatrici più famose italiane e sappiamo bene che “Raffa” Masciadri è sicuramente insostituibile, ma ti sei mai vista come capitano della Nazionale in un futuro prossimo?
Sinceramente non ci sto pensando. Un’estate alla volta, un impegno alla volta. Per ora di capitano ce n’è uno.
- Tra le giovani della Nazionale, invece, chi ha secondo te più potenziale di tutte?
Sicuramente a livello di talento Ceci ne ha tanto. Il potenziale c’è, ora va curato per poterle permettere di esprimersi al meglio anche a livelli più alti.
- Ultime due domande. Hai detto che il tuo giocatore preferito è Tony Parker. Pensi davvero che i San Antonio Spurs possano replicare il successo dello scorso anno? In quell’occasione hai avuto modo per caso di sentire Marco Belinelli?
Replicare il successo dello scorso anno la vedo un’impresa difficile, ma con il Pop non si sa mai. Purtroppo non ho avuto occasione di congratularmi con lui perché è l’unico italiano che è nella NBA con cui non ho mai avuto modo di parlare. Conosco Gigi (Datome), il Gallo (Gallinari) e anche Andrea (Bargnani), dai tempi in cui era in Benetton, ma Marco purtroppo no. Colgo ora l’occasione per complimentarmi con lui pubblicamente per aver vinto l’anello.
- Sui social vediamo che sei abbastanza attiva e oramai portali come Facebook e Twitter sembrano essere indispensabili. Quanto è importante per una campionessa dello sport tenersi in contatto con i tifosi tramite questi due network?
Beh è il modo più diretto, e dove possono raggiungerti più facilmente. È anche il modo più diretto che conosco per far vedere al mondo che alla fine anche noi siamo persone normali, come tutte le altre. I social sono un potenziale enorme se vengono usati in modo intelligente, magari questo potrebbe essere anche un modo per farci conoscere di più.
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