Esclusiva BU: il mondiale U19 dell’Italia raccontato da Gianluca Della Rosa

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In questo periodo la nostra nazionale U20 sta affrontando gli europei di categoria, ma una settimana fa si è conclusa l’esperienza di un’altra nazionale: si tratta dei ragazzi dell’U19 di coach Capobianco, autori di uno straordinario 6° posto e capaci di battere super-potenze della pallacanestro giovanile come la Spagna e l’Australia. Tra i protagonisti di questa FIBA World Cup U19 c’è sicuramente Gianluca Della Rosa: il playmaker di Pistoia era al suo debutto con la maglia azzurra in questa competizione e ha fronteggiato molto bene il peso di un tale torneo, partendo titolare in quintetto e guidando la regia azzurra con ordine, distribuendo qualcosa come 4,4 assist a gara.

Il rendimento del playmaker toscano è stato determinante nei successi azzurri (4-3), e BasketUniverso lo ha intervistato in esclusiva per raccontarci la sua esperienza.

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1) Partiamo subito dal mondiale: come hai vissuto questa nuova esperienza in azzurro, essendo il tuo debutto?

E’ stata sinceramente un’esperienza fantastica, la più bella in assoluto della mia vita sportiva. Vorrei ringraziare tutti, dai compagni, ai dirigenti, allo staff, a partire da Antonio Bocchino, il primo a segnalarmi a coach Capobianco, che dal canto suo ha avuto il grande coraggio di farmi debuttare al mondiale.

2) Quanto hai sentito la fiducia di Capobianco, considerato che sei partito in quintetto tutte le partite?

L’ho sentita già dal primo giorno di raduno a Roma: mi sono subito trovato alla grande. So bene che il mio altissimo minutaggio è dovuto all’assenza di Mussini, un’assenza pesantissima per la nostra nazionale, visto che tutti conosciamo le qualità di Federico, un giocatore che io per primo ammiro tantissimo. Onestamente disputare il primo mondiale della mia vita da protagonista è stato davvero inaspettato e tutto il merito va al coraggio che il coach ha avuto nel darmi una così grande responsabilità.

3) Come è stato l’ambientamento in nazionale?

L’ambientamento è stato ottimo fin dal primo giorno. Conoscevo solo alcuni dei ragazzi, ma tutti mi hanno accolto subito bene. La mia paura era quella di essere trattato magari con una certa diffidenza, come a volte capita al novellino appena arrivato e invece fin da subito mi sono trovato bene con tutti, al punto che con alcuni dei miei compagni di Nazionale andrò pure in vacanza.

4) Il sesto posto è stato un traguardo inaspettato: secondo te in cosa è stata la forza di questo gruppo?

Il sesto posto è quello che sul campo abbiamo dimostrato di meritare. Chissà, forse magari meritavamo addirittura qualcosa in più, ma è un traguardo fantastico, che l’Italia non riusciva a raggiungere da trent’anni. In qualsiasi squadra, la cosa più importante credo sia l’unità di intenti: non conta solo come tatticamente o tecnicamente riusciamo a giocare, come stiamo in campo e con che rendimento, ma quanto ognuno di noi è legato all’altro. 

5) Nella partita contro la Spagna avete realizzato un risultato epico (da -24 ad inizio ultimo quarto alla vittoria all’overtime): come siete riusciti a realizzare la rimonta più incredibile del mondiale?

Razionalmente è difficile da spiegare. Quando siamo andati all’intervallo sotto di 20 punti, eravamo davvero arrabbiati, perché non potevamo dopo tanti sforzi perdere in quel modo una partita così importante. Il coach, devo dire, era dispiaciuto, ma allo stesso tempo convinto che ci sarebbe stata una reazione: ci siamo guardati negli occhi, abbiamo stretto i denti, lottato tantissimo soprattutto in difesa e grazie a questo grande spirito di sacrificio e alla forza di volontà abbiamo portato a casa un risultato che a quel punto era diventato difficile da pronosticare.

6) A livello personale, pensi che questa esperienza sia il tuo punto di partenza per altre?

Me lo auguro. Sicuramente è stata un’esperienza fantastica: spero arriveranno altre chiamate e vorrei  essere all’altezza, per riuscire ad andare ancora oltre.

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7) Ora spostiamoci a livello di club: quest’anno in DNG siete arrivati fino alla finale. Secondo te quale è stato il fattore che vi ha condotti così lontano?

Come dicevo prima parlando della Nazionale: credo che gli ingredienti siano sempre quelli… La fiducia in noi stessi, la forza del gruppo, l’unità d’intenti: mi ripeto, ma queste sono le cose più importanti. Non ci siamo mai arresi, abbiamo sempre giocato con orgoglio, a testa alta, allenandoci tantissimo nel corso della stagione. L’unico rammarico è quello di aver perso la finale per un punto: sinceramente ci sto ancora pensando, ma per fortuna i nostri fratellini dell’Under 17 sono riusciti a “vendicarci”.

 

8) Ultima domanda: il tuo futuro al momento come lo vedi?

Al momento sto valutando tante cose. A Bottegone sono stato benissimo e sarebbe bello trovare le condizioni giuste per rimanere, d’altro canto non nego che se ci fosse la possibilità di fare un salto in avanti, nel contesto giusto, mi piacerebbe poterci quantomeno pensare. Sto poi aspettando che Pistoia mi dia la certezza di fare l’Under 20, quindi insomma i prossimi saranno giorni importanti anche in termini di scelte… 

 

BasketUniverso ringrazia Gianluca Della Rosa e l’Ufficio Stampa della Giorgio Tesi Group Pistoia per la disponibilità dimostrata e augura al giocatore e alla squadra un in bocca al lupo per il futuro.

 

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Federico Gaibotti

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