Esclusiva BU, intervista a Stefano Mancinelli: “Vogliamo la Serie A e se Pianigiani mi chiamasse…”

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Stefano Mancinelli, ala in forza alla PMS Torino e grandissimo simbolo della pallacanestro italiana, si è gentilmente concesso per un’intervista esclusiva alla redazione di BasketUniverso, nella quale ha parlato del suo futuro in Piemonte, del suo passato fra Fortitudo, Milano e Cantù ma anche del suo possibile futuro in maglia Azzurra.

sportorino.com
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Partiamo dal tuo presente. Ora Torino si trova nelle zone nobili della classifica e punterete sicuramente alla promozione in Serie A. Qual è la squadra che maggiormente temi ai Playoff e qual è il giocatore più temibile di quella formazione?

Non temo nessuno, ma le squadre più in forma sono sicuramente Brescia e Verona: giocano un buonissimo basket.
Per quanto riguarda i singoli giocatori, non ce n’è uno in particolare ma mi preoccupa il loro sistema di gioco.

L’anno scorso avete seriamente sfiorato la qualificazione e solo un enorme Pascolo vi ha impedito di salire direttamente. Pensi che vincendo quella famosissima Gara 5 in Trentino avreste poi potuto battere Capo d’Orlando oppure Trento era davvero la squadra migliore del passato campionato e meritava la promozione?

Trento non era la più forte ma era la più in forma e sicuramente ha meritato perché è stata sempre avanti.

www.luceraweb.eu
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Ora facciamo un viaggio nel tuo lungo passato in maglia Fortitudo. Hai esordito in Serie A poco più che diciottenne in una partita ampiamente vinta contro Reggio Calabria e dopo solo tre stagioni hai conquistato lo scudetto da assoluto protagonista in una fantastica finale contro l’Armani Jeans Milano. Quali sono i ricordi che hai di quell’annata e quanto pensi abbia influito l’apporto di Repesa sulla vittoria finale?

Repesa è stato fondamentale, come tutti i giocatori che facevano parte di quella squadra, compresi allenatori e staff tecnico. Quel gruppo era davvero speciale…

Tu hai avuto la fortuna di giocare con grandissimi campioni del nostro basket: Belinelli, Basile e Gallinari per citarne tre su tutti. Quale dei tre reputi abbia il talento più cristallino e per quale motivo? 

Belinelli e Gallinari sicuramente sono superiori per quanto riguarda il talento, ma “il Baso” è una persona veramente incredibile, non ho mai visto un atleta lavorare così tanto in palestra e in più è un uomo molto semplice. Se non bastasse tutto questo, è anche stato il mio capitano nella mitica Fortituto. UN GRANDE!

Tutto il mondo della pallacanestro è a conoscenza dell’amicizia profonda che c’è fra te e Belinelli. Quando ha vinto l’NBA vi siete sentiti? Se sì, quali sono state le prime parole che gli hai detto?

Sinceramente non gli ho voluto rompere i “maroni” più di tanto, gli ho semplicemente fatto i complimenti via messaggio ma ho preferito non chiamarlo, sarà stato super incasinato subito dopo la vittoria dell’NBA.

Restiamo mentalmente negli States perché tu ci sei stato più volte e una di queste per giocare a basket. Nel 2007 sei stato invitato dai Portland Trail Blazers alla Summer League di Las Vegas e ti sei fatto valere vista la grandissima finale da te disputata, tant’è che ti avevano invitato a giocare con loro. Dove saresti stato ora e ti sei mai pentito di aver rifiutato?

www.lettera43.it
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Sinceramente non ne ho idea, ma rifarei tutto quello che ho fatto.

Come ben sappiamo, nel 2009 la Fortitudo è fallita e tu hai deciso di firmare per l’Olimpia Milano. Come reputi i tuoi anni con l’Armani? Avreste potuto vincere almeno uno scudetto? Siena era davvero troppo forte per tutti? 

I miei anni in maglia Armani sono stati positivi, ho giocato buoni campionati, ma in quel periodo c’era Siena che era una corazzata; se non ci fosse stata la Montepaschi, sicuramente avremmo vinto in tre anni 2/3 scudetti.

Come hai vissuto il divorzio dall’Armani? Dietro la scelta di firmare per Cantù ci sono motivazioni legate al modo in cui è terminata la tua avventura a Milano?

No assolutamente no, nessuna motivazione legata a Milano. La mia scelta di firmare per Cantù è stata perché era (quell’anno la Lenovo sfiorò una Finale scudetto n.d.r.) ed è una grande squadra.

A Cantù eri odiato dagli Eagles ma quando sei arrivato ti hanno accolto sin da subito con grande affetto, pur avendo da poco perso un beniamino come Markoishvili. Sei rimasto sbalordito dall’effetto dei brianzoli o comunque eri consapevole che ti avrebbero accolto lo stesso a braccia aperte?

Gli Eagles sono davvero dei grandi: la Fossa dei Leoni e gli Eagles sono i migliori d’Europa.
Se dovessi scegliere una delle due tifoserie, sceglierei quella della Fortitudo, naturalmente, ci ho giocato dieci anni, però anche gli Eagles sono veramente fantastici.

Chiudiamo l’intervista parlando della Nazionale. Quest’estate dovrebbero tornare tutti gli “americani” in base a quanto è stato comunicato del presidente della FIP Gianni Petrucci. Tu pensi di mancio_tiro-620x350poter far parte dei dodici che partiranno per la spedizione europea e dove credi possano arrivare questi ragazzi? La qualificazione diretta alle Olimpiadi di Rio è impensabile?

Onestamente non ho idea di dove possa arrivare questa squadra, ma se Simone (Pianigiani n.d.r.) mi dovesse chiamare, sicuramente non direi di no alla maglia Azzurra.

BasketUniverso ringrazia Mancinelli e l’Ufficio Stampa di Torino per la gentile concessione di quest’intervista e augura le migliori fortune al ragazzo e alla società piemontese.

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