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Esclusiva BU, Manuel Vanuzzo: “Ora sono impegnato con il padel. La Dinamo? Si riprenderà”

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Con la maglia della Dinamo Sassari, Manuel Vanuzzo ha giocato oltre 300 partite, portando la compagine sarda dalla Serie A2 alla vittoria dello scudetto, prima di passare a Udine e Sestu.
Dopo 10 mesi in cui ha allenato le giovanili della Dinamo, la vita di Manuel Vanuzzo è però cambiata in maniera radicale: l’ex capitano biancoblu ora infatti gestisce una società di padel, con cui organizza tornei a livello regionale.

Escludendo le partite con la Virtus Sassari in Promozione nella stagione 19/20, dalla fine della tua esperienza al Sestu, l’ultima della tua carriera, sono passati tre anni e mezzo. Quanto ti manca il basket giocato?

In questo momento non mi manca più di tanto, perché sono impegnato sia fisicamente che mentalmente sui progetti legati al padel che abbiamo con Ugo D’Alessandro. Mi hanno chiesto se avessi voglia di giocare in qualche squadra a Sassari, ma anche fisicamente in questo momento non sarei in grado: faccio qualche partita di padel ogni tanto e mi diverto in questa maniera. Il basket continuo comunque a guardarlo in TV.

Hai mai pensato di intraprendere la carriera da allenatore/dirigente nel mondo del basket?

Negli ultimi anni della mia carriera ho fatto i corsi per diventare allenatore e mi manca l’ultimo per poter allenare in Serie A. Ho allenato (Under 15 e Under 18 ndr) per 10 mesi nel settore giovanile della Dinamo, ma sapevo che avrei fatto fatica con i giovani, perché non era quello che volevo fare. In Sardegna, oltre la Serie A, non ci sono grandi possibilità di allenare e quindi per ora ho deciso di dedicarmi ad altro, a un qualcosa che mi sta dando soddisfazioni. Al momento posso dire che sarà difficile vedermi nei panni di un allenatore o di un dirigente, ma mai dire mai.

Nell’ultimo periodo ti sei concentrato su uno sport emergente e che sta aumentando, di giorno in giorno, il numero di iscritti. Parliamo del padel: cosa ti ha spinto a intraprendere questa scelta?

Sono due anni che con con Ugo D’Alessandro abbiamo portato il padel a Sassari. È una cosa che mi è stata proposta un anno prima dal maestro di Olbia, Giovanni Derosas, e alla fine abbiamo deciso di intraprendere questa nuova avventura. Ci stiamo togliendo davvero tante soddisfazioni e abbiamo altri progetti che a breve si concretizzeranno. Siamo contenti, perché tante persone si stanno avvicinando a questo sport. Abbiamo cominciato con la Scuola Padel e il nostro obiettivo è quello di creare un vero e proprio settore giovanile. 

Con la tua società avete organizzato il torneo Open Sardegna, il torneo regionale di padel più importante dell’isola, che si è concluso proprio ieri. Un bilancio sul torneo?

Per gli Assoluti un bilancio assolutamente positivo: il meteo non ci ha dato tregua, ma siamo riusciti a finire tutto entro le modalità che ci eravamo prefissati. Questo è stato il primo torneo di livello che abbiamo organizzato, coinvolgendo tanti giocatori da tutta la Sardegna, con un’organizzazione pressoché perfetta. Il torneo è stato seguito da diverse televisioni e martedì, nonostante il grande freddo, molti tifosi sono accorsi al campo per seguire le finali. 

Torniamo al basket. In questa stagione la Dinamo sta attraversando un momento di crisi e si trova, in maniera inaspettata, a lottare per la salvezza. Cosa pensi che manchi a questa squadra per competere per qualcosa di importante?

Voglio fare una premessa. Mi sono allontanato dal basket da praticamente due anni e non ho seguito con attenzione tutte le vicissitudini della Dinamo di questa stagione. Una cosa va detta, e cioè che la fiducia è importante: quando si cominciano a perdere le partite, cala il morale e diventa tutto più difficile. Vanno ritrovati due fattori importantissimi: fiducia, feeling con il pubblico e si deve ripartire quasi da capo con il nuovo coach e i due nuovi giocatori (Krušlin e Robinson ndr). Sono convinto che la Dinamo possa tornare a far bene e nonostante questo sia uno dei momenti più difficili degli ultimi 10 anni. Con un po’ di fiducia, penso che possa tornare dove le compete. 

Sardara ha manifestato la volontà di cedere la società a fine anno. Quale pensi che possa essere il futuro della Dinamo?

Sardara ha detto però che se non c’è un progetto serio che possa prelevare la società lui chiaramente andrà avanti. Credo che il futuro possa rimanere importante ed è quello che ha fatto credere anche lui. Va detto però che è difficile che possa arrivare qualcuno che riesca a imitare ciò che ha fatto Sardara, perché ha fatto un  ottimo lavoro, portando la Dinamo a vincere in Italia e in Eruopa, sulla bocca di tutti. È una realtà che si è affermata ad alti livelli e se lui dovesse vendere la società non sarà semplice, ma con la caparbietà dei sardi sono convinto che si possa trovare qualcuno bravo come Stefano.

Milano e Bologna sono tornate protagoniste in Europa. Pensi che il basket italiano sia in crescita? E dove si può ancora migliorare?

Il basket italiano è sì in crescita, ma solo per quelle due/tre squadre che hanno budget importanti. Su cosa si può migliorare? Il discorso è sempre quello. I giovani sono quelli che possono far far il salto di qualità. Negli ultimi anni non si è investito tanto sui settori giovanili e adesso molte squadre preferiscono prendere un giocatore straniero già pronto, piuttosto che puntare su un giovane, con cui bisogna lavorare costantemente. Questa è la pecca più grande degli ultimi anni: in alcuni paesi si trovano giovani che a 15/16 anni sono protagonisti delle prime leghe dei rispettivi paesi, ma qua, tranne qualche caso sporadico, si preferisce puntare sugli stranieri. Per migliorare bisogna tornare a investire sui settori giovanili e avere il coraggio di far giocare gli italiani.

Ultima domanda: ti aspettavi un exploit simile da parte di Spissu?

Non mi sta meravigliando: ora sono 5/6 anni che migliora costantemente. Io lo conosco da quando era un ragazzino e aveva tanta voglia di allenarsi e di migliorare. Il suo non lo voglio nemmeno definire exploit, perché è un ragazzo che dà anima e cuore per tutto. Sono contento per lui e sono convinto che possa crescere ulteriormente: spero di rivederlo presto in Italia, perché nel nostro paese abbiamo bisogno di giocatori come Spissu.

BasketUniverso ringrazia Manuel Vanuzzo per la disponibilità dimostrata e gli augura le migliori fortune per il suo progetto.

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