Esclusiva BU, Paternoster: “Con Agropoli una meravigliosa storia con le pagine più belle ancora da scrivere”

Serie A2

 

Antonio Paternoster coach della Bcc Agropoli e miglior allenatore del mese di ottobre si racconta a cuore aperto in questa intervista esclusiva concessa a BasketUniverso, integrata anche dagli  interventi  dei tifosi, del D.S. Di Sergio e di Marc Trasolini. Lo incontriamo al temine del quotidiano allenamento in vista della trasferta in terra laziale contro Ferentino.

Foto by Alfonso IZZO
Foto by Alfonso Izzo

Non sono frequenti i lunghi amori tra le squadre di basket e i loro coach, ma quando questo si verifica nascono, quasi sempre, meravigliose favole che fanno sognare e donano emozioni. Una di queste favole la stanno vivendo in riva alle sponde del fiume Testene, dove è posizionato anche il PalaDiConcilio, i tifosi della Bcc Agropoli e coach Antonio Paternoster, lucano di nascita ma, ormai, agropolese di adozione. Una vita dedicata al basket, fin dagli anni del  Liceo Classico Q. O. Flacco quando, tredicenne, inizia la carriera da giocatore. Una carriera che si consuma nell’arco di poche stagioni perché il suo destino è un altro: insegnare basket. Subito i primi incarichi nei settori giovanili, rimasti sempre nel cuore del potentino, il corso da allenatore, l’esperienza maturata come referente tecnico per la Basilicata, alla corte dell’amico Andrea Capobianco, già responsabile tecnico delle Squadre Nazionali Giovanili, le prime panchine a Battipaglia, Reggio, Molfetta, San Severo. Ma come arriva al basket Paternoster? “Vengo da una famiglia che non ha tradizioni cestistiche, anche se non mi ha mai ostacolato in questo lungo percorso professionale. Oggi sono felice di poter vivere facendo l’allenatore: era il mio desiderio, la mia passione, il sogno da realizzare che si avvera e per questo mi considero un fortunato. Poter vivere decentemente facendo il lavoro che si desidera è un vero privilegio, riservato a pochi”.

Il quarantaduenne coach, nato nella patriottica e decorata città di Potenza, adagiata nella valle del Basento, arriva nella cittadina cilentana circa quattro anni fa, fortemente voluto dal D.S. Franco Di Sergio e impone da subito, all’intero ambiente, un deciso cambio di passo e di mentalità, ben supportato dalla dirigenza. Si passa dal 10° posto del primo anno, al dell’anno successivo e, infine, alla trionfante stagione 2014/2015 con la vittoria del girone D di serie B, il trionfo nei Play-off con 8 vittorie su 8 gare e la finale di Coppa Italia. Una trionfante cavalcata culminata nella spettacolare e sfortunata final four di giugno a Forlì, al cospetto delle corazzate Siena, Fortitudo Bologna e Rieti. Una promozione mancata sul campo solo per un’assurda formula. Come è arrivato alla corte del presidente Giulio Russo? “Quando sono stato contattato dal Ds Di Sergio, racconta Paternoster, per iniziare questo progetto ambizioso, ho accettato immediatamente ritenendo Agropoli una grande piazza, dove poter lavorare bene. Subito ci siamo messi al lavoro per costruire la squadra. La dirigenza della BCC, che quest’anno festeggia il mezzo secolo di vita, ha sempre riposto piena fiducia nel mio lavoro ed è stato, quindi, facile stabilire delle linee guida e realizzarle”

La lungimiranza della dirigenza cilentana e la determinazione del coach lucano assicurano stabilità e continuità al progetto dei delfini. “Uno dei mali del nostro mondo è proprio quello della precarietà” – continua il coach Lucano –basta qualche risultato negativo per essere subito esonerati e vedersi bloccata la crescita tecnica di un progetto: la cultura del risultato immediato, ad ogni costo, non fa bene allo sport. Non a caso in realtà dove qualche collega (Ciani ad Agrigento, ndr) ha avuto il tempo necessario per poter realizzare il progetto i risultati sono arrivati”. A conferma del pensiero del tecnico i risultati ad Agropoli sono arrivati immediatamente anche nel primo campionato di A2, nonostante la notizia dell’ammissione fosse arrivata solo il 27 luglio scorso con tutte le difficoltà di mercato. Il roster cilentano, all’esordio assoluto nel prestigioso torneo, è balzato subito agli onori delle cronache sportive nazionali con 4 vittorie consecutive, di cui due contro autentiche corazzate come Agrigento e Ferentino, seguite da  vittorie d’eccellenza assoluta con Reggio Calabria, Roma, Scafati. Guidati dalla mano sapiente di Paternoster i delfini hanno totalizzato 10 vittorie, occupato per 8 giornate il primo posto della classifica e per 7 il secondo, raggiunta la final eight di Coppa Italia a Rimini, conquistato nel mese di ottobre il premio per il miglior allenatore e per tre mesi consecutivi quello di miglior giocatore con Marc Trasolini. Numeri strepitosi da far girare la testa che hanno infiammato i cuori dormienti degli sportivi agropolesi e cilentani. “Coach Paternoster”  – dichiara Pietro Di Muoio – “ha il grande merito di aver trascinato al Palazzetto a tifare intere famiglie, come la mia. Vedere una partita della nostra squadra è sempre coinvolgente, trascinante, divertente, emozionante, anche in caso di sconfitta, perché la prestazione, il gioco è sempre spettacolare”. Qual è il segreto del basket made in Paternoster? “Io credo”  spiega il coach –“che un giocatore da solo non possa vincere le gare. Per questo punto sul collettivo, coinvolgendo tutto il roster, in modo da dare ad ognuno una possibilità di crescita: ricordo che alcuni grandi campioni, all’ inizio della carriera non sembravano cosi forti e bravi. Le mie squadre, all’interno di un preciso progetto tattico, esaltano le caratteristiche dei giocatori a disposizione: le singole qualità non vanno imbrigliate. Penso anche che i grandi risultati si ottengono solo attraverso la cultura del lavoro, della professionalità, della serietà, mettendoci cuore e passione.

Foto by Alfonso IZZO
Foto by Alfonso Izzo

“Coach Paternoster” – dichiara il D.S. Franco Di Sergio –è un motivatore eccezionale oltre che un perfezionista nella preparazione delle partite. Nulla è lasciato al caso. La sua è una pallacanestro spettacolare che esalta il gioco in velocità, di attacco [2° attacco dietro Trapani, ndr]”. Come si gestiscono due autentici fuoriclasse come Trasolini e “cobra” Roderick Jr? “Va detto subito che per me è un vero piacere allenare questa squadra: i ragazzi sono tutti disponibili, seri, motivati, compreso i giovanissimi alla loro prima esperienza in questo campionato. Del resto se cosi non fosse non avremmo potuto ottenere questi risultati.  Non cito nessuno perché sono tutti meritevoli di lode. La gestione dei due fuoriclasse è semplicissima trattandosi di due autentici campioni, veri professionisti sia in campo che nella vita. E’ un piacere lavorare con loro anche se purtroppo il prossimo anno credo che non li vedremo più ad Agropoli considerate le loro qualità e il campionato brillante che stanno disputando. Una delle difficoltà con cui deve fare i conti un coach” – continua Paternoster – “è proprio quella di dover costruire, quasi sempre, ogni anno la squadra. Non sempre le società, soprattutto se di una piccola piazza come Agropoli, possono trattenere giocatori che hanno grosse offerte: i bilanci hanno comunque la precedenza se non si vogliono fare passi falsi”.

Quindi lei pensa che Agropoli non possa avere un futuro lungo in questa categoria? Assolutamente no perché sicuramente la dirigenza, da sempre oculata e competente, saprà organizzare, anche con risorse limitate, un roster capace di evitare senza patemi le ultime posizioni della classifica. Certamente la mancanza di un palazzetto è un grosso handicap, con due squadre a dividersi gli spazi, gli orari, oltre all’ attività del settore giovanile. Da questo punto di vista occorre fare un ulteriore salto di qualità. Infine, bisogna potenziare il settore giovanile, rivolgendosi anche alle altre cittadine del territorio e alle scuole per individuare e far crescere “campioncini” in grado di affrontare nei prossimi anni questa categoria o quella superiore. Un lavoro complesso da considerare a lungo raggio”

La dirigenza potrà contare ancora su Paternoster per affrontare questo lungo cammino di crescita e di consolidamento o c’è qualche sogno nel cassetto?  “Sarò sincero. Io vivo per questo sport, per questa professione. Ho sudato, lottato per arrivare dove sono e senza dover dire grazie a nessuno, facendo lunga gavetta, partendo dal basso. E’ chiaro che lavoro e sudo per poter raggiungere il massimo che questo sport mi può offrire. Io ci metto tutto quello che di buono e di positivo ho dentro. Il resto lo farà la dea bendata o, forse, quelle pagine ancora più belle che io e i ragazzi speriamo di dover ancora scrivere. Per questo dobbiamo cercare di raggiungere quanto prima la quota salvezza, che rimane il primo e unico obiettivo stagionale, per poterci giocare, poi, qualcosa di più importante. Io ho Agropoli nel cuore e ci resterà per sempre anche se per ragioni professionali, un giorno, dovessi allontanarmene”Da questa risposta emerge tutto l’uomo Paternoster: sincero, determinatoriconoscente.  

Ma cosa pensano del loro coach i giocatori?  Il coach mi piace molto” – afferma Marc Trasolini, miglior giocatore del girone Ovest – “lui sa far sentire ai giocatori tutta la fiducia che ripone in essi. Personalmente gli sono molto riconoscente perché in pochi mesi il mio gioco è migliorato tantissimo. Il suo stile di gioco è ottimo. Un coach molto intelligente, preparato, un maestro di basket, purtroppo molto sottovalutato dal movimento nazionale: un allenatore cosi, con queste qualità, dalla mentalità vincente, merita di allenare in serie superiore.  Io penso che per lui deve necessariamente esserci un grande futuro”

Coach, ha un rimpianto, qualcosa che le manca o che non ha avuto? “Mi manca molto poter allenare anche una squadra giovanile, la possibilità di poter plasmare, insegnare basket ai tanti giovani che si avviano a vivere questo meraviglioso mondo della palla a spicchi che sa dare emozioni uniche. Un mondo pulito, dove si vive ancora il leale scontro uno contro uno. La chiacchierata finisce qui: un sorriso, una stretta di mano e via, inghiottito dal tunnel, verso i suoi ragazzi, per continuare a scrivere tutti insieme il resto di questa meravigliosa favola.

Ringraziamo Antonio Paternoster per la consueta affabile disponibilità e l’addetto stampa della Bcc Agropoli Antonio Vuolo, augurando alla Bcc Agropoli le migliori fortune.

Saverio Prota

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