Si è da poco concluso il Basketball Without Borders Europe a Belgrado che ha radunato alcuni tra i migliori prospetti classe 2001 del vecchio continente, la nostra redazione ha avuto l’onore di intervistare Rasho Nesterovic, ex campione NBA e uno dei giocatori della grande Kinder Bologna di Ettore Messina.
Guardando all’evento e all’espansione di giocatori non americani in NBA, qual è la sua opinione sul crescente livello di internazionalizzazione?
Il livello di internazionalizzazione sta crescendo sempre di più, con risultati importanti anche in NBA: dalla prima edizione del 2001 fino ad oggi il fenomeno si è allargato e promette di essere ancora più grande.
Lei è stato membro anche della Kinder Bologna di Ettore Messina: che ricordi ha di quell’esperienza?
Ho bellissimi ricordi di Bologna: abbiamo vinto quasi tutto in una bellissima città e con un grande coach come Messina. Se lavori in un ottimo ambiente come questo, che richiede anche un tipo di lavoro di alto livello, è tutto perfetto per essere competitivi.
Ha inoltre giocato nei Raptors con il nostro connazionale Andrea Bargnani: che cosa ne pensa del suo percorso, da prima scelta assoluta NBA a giocatore senza contratto quale è oggi?
Penso che il suo talento lo avrebbe potuto portare più in alto, ma poi viene quello che viene e certe volte non è facile. Ha avuto una buona carriera, magari avrebbe potuto migliorarsi di più con un coach diverso e una squadra diversa, ma questo è il mio pensiero.
Campione NBA con gli Spurs, qual era il segreto di quella forte chimica di squadra che avevate allora?
La cosa migliore di quella squadra era che eravamo una famiglia, ci dicevamo le cose in faccia e non alle spalle. Perciò come squadra funzionavamo bene.
Ultima domanda: la sua opinione sulla finestra di Qualificazione ai Mondiali che toglie giocatori NBA alle loro nazionali.
Sono state dette così tante cose riguardo a questo argomento che non saprei cosa dire di nuovo. Anche qui accetti quello che viene e cerchi di adeguarti al sistema che è in vigore.
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