Così Coach Ettore Messina ha commentato la vittoria dell’Olimpia in Gara 5: “Abbiamo giocato una grande partita per 39 minuti, poi nell’ultimo minuto abbiamo fatto tutto quello che non dovevamo. Quel minuto ha simboleggiato il significato del concetto di aver paura di vincere. Ma ripeto è stato solo un minuto contro un Bayern che ha avuto una grande stagione, ha fisico, carattere e tiratori. Davvero complimenti. Per noi è un grande risultato, è bello per la società, il Sig. Armani, la sua famiglia, il Sig. Dell’Orco. Ma la cosa più importante, ancora più che giocare le Final Four, è ritornare il prossimo anno a disputare i playoff, questo deve essere il nostro obiettivo, essere una squadra che ogni anno gioca i playoff. Poi ci sta di arrivare alle Final Four, come è stato quest’anno. Il momento in cui ho capito che potevamo farcela è stato a Mosca: quella vittoria ha detto che davvero potevamo giocarcela con tutti, anche se poi abbiamo scoperto che per giocare la post-season sarebbe servito vincere ancora. Shields? E’ in crescita, merito degli assistenti che lavorano con lui, all’inizio non era uno che giocava il pick and roll oppure a cui affidare la palla nei momenti cruciali, perché prima venivano altri. Credo che giocare accanto a elementi come Rodriguez, Delaney, Hines, Datome aiuti tutti e lui è cresciuto anche grazie a loro”.
Sulla presenza di Mario Fioretti in conferenza stampa: “E’ qui da 18 anni, è un pezzo importante di storia di questa società e finalmente può accarezzare una Final Four. Lui è il simbolo di tutte le persone che lavorano per questo club, staff tecnico, sanitario e in sede. Io sono contento di giocare una Final Four con la quarta squadra diversa, ma qui il merito è di un gruppo che sta bene insieme e quando arriva il momento di farlo si obbliga a fare uno sforzo in più, conscio che serva per il bene comune”.
Sulle Final Four: “Al momento, vedo che giochiamo contro il Barcellona: ci ha battuto due volte. La seconda, a Milano, ci ha battuto nettamente. Siamo contenti e ci godiamo questa esperienza”.
Mario Fioretti: “Alla fine del mio primo anno qui abbiamo rischiato di chiudere. C’è stato un intervento anche del Sig. Armani che ha salvato l’Olimpia. Quello è stato il momento più brutto, poi sul campo ricordo in 18 anni tante sconfitte brucianti, ma è normale. Oggi sono contento, questo è un sogno che si avvera e spiegare cosa provo è indescrivibile. Io sono qui da più tempo di tutti, ma ho condiviso momenti belli e brutti con tante altre persone. Oggi possiamo gioire tutti assieme”.
Fonte: Olimpia Milano