Torna la rubrica sui giovani prospetti europei e anche stavolta la nostra attenzione si sposta in Francia: i transalpini recentemente stanno aggiungendo un numero impressionante di giocatori per le varie classi di età da analizzare e scoutizzare sotto gli occhi dei migliori osservatori della palla a spicchi. Dopo la consegna di Frank Ntilikina al mondo NBA e il futuro approdo transoceanico di Sekou Doumbouya, per la classe 2001 la Francia ci offre addirittura ”les trois mousquetaires” (i tre moschettieri), come sono stati soprannominati da molti degli addetti ai lavori: l’atletica ala con potenziali da tiratore Malcolm Cazalon, il franco-americano all-around e potenziale top pick per il 2021 Killian Hayes e la nostra scelta di oggi. Proveniente da una famiglia tutta legata alla pallacanestro (mamma nella nazionale giovanile, papà in terza divisione, zio come vice-allenatore, sorella maggiore al college), dall’infantile età di 3 anni ha cominciato anche lui con la palla a spicchi, per poi lanciarsi a 14 nel centro di formazione nazionale dell’INSEP Paris che lo ha portato a firmare per l’ASVEL nel 2017, con cui ha recentemente chiuso un’Eurocup da assoluto protagonista. Parliamo di Theo Maledon.
NOME: THEO MALEDON
DATA DI NASCITA: 12/6/2001
RUOLO: PG
TEAM: ASVEL LYON VILLEURBANNE
FISICO: 195 cm per 78 kg. Possiede una struttura fisica nella media per il suo ruolo, anche se manca di una forza muscolare adeguata per assorbire i contatti; possiede una discreta elevazione, sufficiente per permettergli di schiacciare, ma manca di un’esplosività o di un cambio di passo da permettergli di essere disarmante. Possiede una buona mobilità, concentrata prevalentemente sul perimetro, e coordinazione generale.
TECNICA: partendo dal palleggio, possiede una buona padronanza del fondamentale per controllo e versatilità: riesce a creare un vantaggio con il cambio di ritmo, ma non dal primo palleggio. Ottimo passatore, soprattutto nelle situazioni di PnR, dove riesce a variare soluzione e a favorire i compagni per la miglior soluzione vicino a canestro; può inoltre favorire la transizione veloce dal palleggio con passaggi intelligenti e rapidi per una rapida conclusione al ferro. Per quanto riguarda il tiro, ha una buona meccanica con un tocco morbido e un rilascio pulito della palla, che trova molta efficienza e confidenza soprattutto sul mid-range in uscita dal blocco sul PnR o dal primo palleggio in penetrazione dal perimetro; può colpire anche dalla lunga distanza, ma da qui agisce molto più come tiratore da fermo che da self-creator (anche se può migliorare su questo aspetto e sulla continuità). La selezione dei tiri è molto buona, cerca sempre di crearsi una conclusione che sia il più possibile aperta, anche se in penetrazione spesso forza le conclusioni: nonostante questo, la percentuale al ferro rimane alta grazie alle mani morbide che appoggiano il pallone nel cesto.
ATTACCO: il gioco del playmaker francese si sviluppa soprattutto dal PnR e dal perimetro. Nel primo caso dimostra una versatilità di soluzioni nell’usare bene il blocco, che sia per penetrare o tirare dal palleggio o riuscire a passare al bloccante che rolla a canestro; nel secondo caso, difficilmente si mette in proprio nella primary offense, preferendo aspettare il blocco del lungo o l’uscita sul perimetro dei compagni, mentre agisce più off the catch per ricevere e leggere le spaziature vuote dentro l’area/sul perimetro per attaccare il canestro o favorire i compagni con uno scarico. Bravo a cambiare passo dal palleggio, riesce a creare un vantaggio da questo nelle penetrazioni ma possiede anche un buon controllo del corpo e un QI sviluppato per poter cambiare soluzione e leggere i movimenti della difesa sulle rotazioni, così da favorire il compagno più smarcato. Inoltre, la sua capacità di correre il campo è cruciale per riuscire a segnare da contropiedi o transizioni veloci, spesso concluse con un appoggio al ferro o un assist per un facile lay-up. Il suo gioco perimetrale potrebbe migliorare come self-shooting creator da tre punti, cioè nella capacità di costruirsi il proprio tiro dall’arco per avere anche una pericolosità bidimensionale (che sia off the catch o dal PnR)
DIFESA: difensivamente può migliorare molto, anche se mostra già alcune caratteristiche interessanti. La posizione fondamentale è corretta e riesce a mantenere anche gli scivolamenti sul perimetro per restare davanti al proprio avversario, avendo anche mani veloci e reattività nel recuperare la palla; il problema arriva dal gioco sui blocchi, dove spesso rimane indietro e si vede costretto ad accettare uno sfavorevole cambio difensivo che difficilmente riesce a tenere contro i 4-5. Nonostante la giovane età, ha già una buona comprensione del gioco sulle letture difensive (soprattutto nel posizionamento lontano dalla palla), tuttavia può ancora migliorare su tutti i fronti, in particolar modo a rischiare sulle situazioni di aiuto e recupero per i compagni battuti sulla sua linea di penetrazione, dove ancora sembra non fidarsi a sporcare il pallone all’avversario.
In sintesi parliamo di un playmaker molto promettente per capacità di gestione dei possessi, intelligenza di gioco, potenziale fisico e soprattutto di una maturazione prematura a livello europeo, come ben pochi nella sua età: l’esperienza acquisita in Eurocup (17.8 minuti di media, con alcune gare partendo anche da titolare) costante, con un bagaglio di esperienza e carico di responsabilità che lo hanno sicuramente reso il più intrigante classe 2000 d’Europa. Facile immaginare un suo ampio impiego in Eurolega per l’anno prossimo, fattore che andrà sicuramente ad influire sul ranking al Draft 2020. Il paragone con Tony Parker? Il giocatore degli Hornets e presidente proprio dell’ASVEL si è detto soddisfatto dei progressi del ragazzo, definendolo addirittura “migliore di Ntilikina alla stessa età”, ed ha dichiarato che l’obiettivo è quello di spingerlo a fare lo stesso percorso progressivo di Luka Doncic per arrivare in NBA. L’anno prossimo sarà di cruciale importanza per definire il futuro del nativo di Rouen.
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