RED OCTOBER CANTU’
Jaime Smith: 9. Partita PAZZESCA del #2. Segna 23 punti, sbagliando un solo tiro dal campo su 8 tentati (3/4 da tre), subisce 9 falli e smazza 8 assist. Dove lo si può trovare un playmaker così in Italia?
David Reginald Cournooh: 8. Quella tripla sulla sirena della fine del primo quarto ha, incredibilmente, di fatto chiuso il match, perché da quel momento in poi Milano non è mai tornata ad una singola cifra di svantaggio. Solito professore di pallacanestro.
Salvatore Parrillo: 8. In difesa segue ovunque Theodore e riesce praticamente ad annullarlo. E poi quella bomba sulla sirena dei 24 è stata poesia cestistica.
Giacomo Maspero: 8. L’emblema di questa Cantù. Ha giocato 26 minuti in quasi un campionato e mezzo, per un totale di 6 punti realizzati, mentre in queste Final Eight ha segnato 9 punti nel solo match con l’EA7.
Jeremy Chappell: 8. Cuore di capitano in tutto e per tutto. Sta sul parquet 33 minuti, fino a quando muore sul campo, chiamando il cambio per sfinimento. Indefinibile.
Christian Burns: 8. Ridicolizza la difesa milanese, facendo sembrare dei giocatori mediocri Gudaitis e Kuzminskas.
Charles Thomas: 9. Il co-MVP di questa storica vittoria. Sta dimostrando di essere uno dei migliori lunghi del nostro campionato e, soprattutto, è un giocatore che fa gasare fino all’infinito gli Eagles.
All. Marco Sodini: 10. La città di Cantù deve fare una statua, non una stella, a Marco Sodini. Ha salvato, insieme ad Andrea Mauri e pochi altri, la nave mentre stava affondando ed è riuscito anche a farla giocare a pallacanestro, battendo uno dei suoi tanti maestri, ricalcando le orme di un altro toscano, Giotto, il quale ha superato Cimabue-Pianigiani. In questa Final Eight di Coppa Italia è nata una nuova stella del firmamento delle panchine italiane.
OLIMPIA EA7 EMPORIO ARMANI MILANO
Andrew Goudelock: 6.5. È l’unico che prova a tenere in piedi la baracca. 23 punti sono un ottimo bottino ma non ci sentiamo di dar di più al Mini Mamba, visto il fallimento epocale meneghino.
Vladimir Micov: 5. Segna il primo canestro della sfida e poi praticamente non si fa più vedere. Non è affatto riuscito a far valere la legge dell’ex.
Davide Pascolo: 5. La sua faccia, quando è stato sostituito nei secondi finali, diceva veramente tutto.
Mindaugas Kuzminskas: 4.5. All’inizio si fa sovrastare da Burns e Thomas, non riuscendo proprio a capire perché si trovasse in campo. Dopo si riprende leggermente ma non può giocare così male un fenomeno come lui.
Andrea Cinciarini: 5.5. Pur con i suoi limiti, il capitano biancorosso ci mette voglia e cuore, non abbandonando mai la nave mentre affondava.
Marco Cusin: 4. Pianigiani lo deve togliere per disperazione nel corso del primo tempo.
Awudu Abass: 5. Entra quando ormai la partita è compromessa e non riesce a dare la spinta per permette all’Olimpia di rientrare in gara.
Jordan Theodore: 4.5. Troppo nervoso. Uno della sua esperienza e talento deve mangiarsi queste partita, non farsi mangiare da esse.
Dairis Bertans: 5. Partecipa anche lui alla sagra del tiro al piccione milanese.
Curtis Jerrells: S.V. Perché non provare ad usarlo?
Arturas Gudaitis: 4. Il lituano non può non dominare contro i lunghi canturini. Inaccettabile.
All. Simone Pianigiani: 3. Decide di lasciare fuori Tarczewski, che aveva ammazzato Cantù nella sfida di campionato. Non riesce a trovare una soluzione alternativa al tiro da 3 punti. È il protagonista di una delle disfatte più importanti della storia dell’Olimpia.
- Petrucci dimesso dall’ospedale, ora come sta? - 18 Aprile 2024
- Nicolas Batum, l’EROE INASPETTATO nel successo dei 76ers su Miami - 18 Aprile 2024
- Klay Thompson, quale squadra è favorita per firmarlo in estate? - 18 Aprile 2024