Final 4 Dubai

Final 4 a Dubai sarebbero un bene o la fine del basket europeo?

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Kaunas sembrava la città favorita per organizzare le Final 4 di EuroLega ma, ora che si è ritirata, Dubai pare essere l’unica alternativa credibile. Ma questo è un bene o un male per il basket europeo?

L’espansione Medio-Orientale dell’EuroLega

L’EuroLega non ha deciso ieri mattina di iniziare a pensare al mercato Medio-Orientale, specialmente agli Emirati Arabi Uniti. Da diversi anni parlano della possibilità di aprirsi a quel mercato ma il Covid e la guerra in Ucraina hanno accelerato questo processo. Nelle ultime settimane i “padri fondatori” dell’EuroLega moderna, nonché azionisti di questa competizione, hanno fatto visita agli emiri per parlare della possibile collaborazione con l’EuroLega.

Dubai o niente

A 6 mesi dalle prossime Final 4, l’unica città che potrebbe ospitare la competizione è Dubai. E questo è un paradosso perché non è mai successo che la fase finale della massima competizione europea per club si giocasse in una città non europea o comunque in una nazione non appartenente a FIBA Europe. Al momento però non sembra esserci nessuna città/Nazione interessa a organizzare questa manifestazione, che ha molti costi e dei benefici abbastanza limiti. Se si fossero svolte a Kaunas, sarebbe stata la prima volta in Lituania. I “grandi” Paesi organizzatori delle F4 finora sono stati la Germania, la Spagna, la Turchia, la Serbia e l’Italia.

Dubai come opportunità

Dobbiamo capire se l’eventuale Final Four a Dubai sarebbe sinonimo di un’opportunità o della fine di un’epoca. Il format delle Final Four dà quel brivido di follia che permette, per esempio, al Maccabi Tel-Aviv di Tyrese Rice di venire a Milano da totale underdog e portare a casa la coppa. Però forse è un format che non funziona più, visto che nessuno in Europa vuole organizzarlo. Si potrebbe pensare di tornare ai cari e vecchi playoff al meglio delle 3 gare per i Quarti e per le Semifinali e magari al meglio delle 5 per la Finale. In questo modo non si avrebbe più il “problema” di trovare una città organizzatrice e sarebbero coinvolte due città, se non due Nazioni (tranne nel caso in cui si avessero due finaliste dello stesso Stato).

Dubai come fine di un’Era

Oppure c’è il rovescio della medaglia. L’espansione verso il Medio-Oriente e poi l’Asia tutta potrebbero permettere all’EuroLega di diventare un vero e proprio competitor dell’NBA. Già oggi alcuni giocatori, anche americani, preferiscono essere protagonisti in Europa piuttosto che dei role player in NBA, come ha spiegato qui Will Clyburn. Questo diventerà ancor più costante se la differenza di stipendi tra Eurasia e America si assottigliasse fino a non esserci più. E sicuramente il mercato asiatico offre diversi Stati che potrebbero mettere a disposizione i propri fondi economici per potenziare le casse di EuroLeague. Insomma, se dovesse andare in porto questo piano, ci sarebbero due grandi campionati mondiali: l’NBA e l’evoluzione dell’EuroLega.

Naturalmente non possiamo sapere nel dettaglio quali sono le strategie del board dell’Eca. In qualche modo l’espansione verso il Medio-Oriente e l’Asia ci sarà. Per i tempi e per i termini, lo scopriremo solo vivendo.

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