La notizia è arrivata nella mattina italiana di oggi. Dwyane Wade, star ed emblema della franchigia della Florida, lascia South Beach dopo un matrimonio durato 13 anni che ha visto gli Heat imporsi come la squadra più vincente dell’ultimo decennio.
Tempo di addii in quel di Miami. Di addii più che mai importanti, storici, di quelli che la franchigia della Florida non aveva mai affrontato fino ad ora nella sua relativamente giovane storia. Al termine di un’accesissima trattativa tra la dirigenza ed il giocatore, che ha visto gli animi scaldarsi (metaforicamente) come mai era successo in 13 anni di convivenza, gli Heat si sono ritrovati orfani del loro miglior giocatore.
Sebbene negli ultimi anni si fosse parlato molte volte di un possibile ritorno a Chicago di Flash, che ha avuto i suoi natali proprio nella cestisticamente storica città del vento, mai come quest’anno Pat Riley si era trovato tanto distante dal suo pupillo una volta tornati sul tavolo delle trattative.
I campanelli d’allarme c’erano tutti: a partire dalle insolitamente alte richieste di Wade nella scorsa free-agency, passando per quelle ancora più pretenziose degli scorsi giorni e dal modo in cui il giocatore si è detto offeso per la scarsa attenzione riservatagli nelle ultime settimane dalla dirigenza (a suo dire troppo impegnata ad intavolare trattative con Kevin Durant), l’addio di Dwyane non arriva come il tanto decantato fulmine al ciel sereno.
E’ lo stesso Wade a darne l’annuncio, con una lettera rilasciata all’Associated Press indirizzata alla sua amata Miami nella quale esprime tutto il proprio rammarico per l’addio e la voglia di iniziare una nuova avventura. Di seguito, la traduzione della lettera che ha sigillato la fine di una storia iniziata nell’oramai lontanissimo draft del 2003.
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