Focus: Trieste, dall’obbiettivo salvezza ai play-off. Perché non continuare a sognare?

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Ancora una volta l’asticella si è alzata, ancora una volta la Pallacanestro Trieste 2004 regala l’ennesimo sogno play-off, dopo quello della scorsa stagione conclusosi solo in gara 5 dei quarti di finale contro Brescia. Una squadra che ancora una volta è riuscita a stupire tutti, non solo gli addetti ai lavori, che la davano quasi per spacciata ad inizio campionato, ma anche alcuni dei suoi stessi tifosi che ai nastri di partenza del campionato già storcevano il naso per un avvio non esaltante. Al contrario delle aspettative la società giuliana è riuscita a conquistare un posto di prestigio nella fase regolare del campionato di Serie A2 appena conclusosi, classificandosi in sesta posizione nel girone Est e assicurandosi la possibilità di giocare i play-off promozione. Grazie all’arrivo di un main sponsor come Alma – Agenzia per il Lavoro e ad una programmazione societaria di tutto rispetto la squadra del presidente Giovanni Marzini ha saputo regalare ai propri tifosi un’altra stagione da incorniciare, che comunque vada è già stata un successo.

dalmasson trieste

Ma quali sono stati i fattori determinanti che hanno permesso a Trieste di entrare nelle migliori 16 del torneo?

Certamente, come già detto, l’arrivo di uno sponsor societario, che mancava da ormai da tre anni, ha permesso alla società di stabilizzarsi economicamente e guardare al futuro con ottimismo. Inoltre la scelta di confermare un coach di esperienza come Eugenio Dalmasson, ormai da cinque anni al timone della compagine triestina, ha sicuramente giovato all’intero ambiente. L’allenatore veneziano, infatti, grazie alla sua grande intelligenza cestistica e alle sue doti di motivatore ha saputo creare un’amalgama di squadra incredibile, puntando specialmente sull’energia dei giovani. I giovani, appunto, su cui Trieste aveva già fatto affidamento per la scorsa stagione e su cui ha deciso di puntare anche per questo campionato, costruendo una squadra ambiziosa e capace di mettere in difficoltà chiunque. Per il terzo anno consecutivo la squadra biancorossa è stata, infatti, la compagine che ha utilizzato maggiormente gli atleti Under 22 (nati nel 1994 e seguenti) e proprio sulla voglia di emergere di questi ragazzi ha costruito i successi di questa stagione. Nel roster giuliano già il capitano Andrea Coronica è giovanissimo (classe 1993), in più ben cinque giocatori su dieci hanno meno di 23 anni: Lorenzo Baldasso, Vincenzo Pipitone, Aristide Landi, Stefano Bossi e Jordan Parks. Senza contare alcuni ragazzi del settore giovanile che molto spesso hanno accompagnato la squadra durante la stagione regolare.

Tra i giocatori che hanno stupito di più durante l’arco del campionato c’è sicuramente Jordan Parks, che è riuscito ad imporsi come uno dei migliori stranieri della Serie A2 grazie alle sue incredibili doti fisiche. L’ala di Staten Island era arrivato in silenzio, senza suscitare troppo scalpore, ma a poco a poco ha dimostrato le sue grandissime qualità in campo, affermandosi come uno dei giocatori più determinati della squadra triestina. Grazie alle sue capacità offensive, che molto spesso si tramutano in veri e propri show fatti di schiacciate e numeri d’alta scuola, l’americano ha spostato gli equilibri a favore dei suoi in diverse partite. Ma non solo, anche in difesa, Parks ha fatto valere le sue doti atletiche ed è riuscito a fermare avversari anche molto più quotati sulla carta.

parks trieste

A fianco del giovane americano la società aveva deciso di puntare, ad inizio stagione, sul bulgaro Hristo Zahariev, che però non è stato all’altezza delle aspettative. Così a gennaio è arrivato Roberto Nelson (ex Brescia), anche lui giovane 25 enne, una scelta che mai si dimostrò più azzeccata. La guardia californiana, infatti, già alla seconda partita giocata con Trieste ha dimostrato tutto il suo valore, trascinando i biancorossi alla vittoria contro la Fortitudo al Pala Dozza (mai espugnato prima di quell’incontro) con una prodezza allo scadere. Inserendosi poi negli schemi della squadra ha saputo ricamarsi uno spazio di tutto rispetto all’interno del roster giuliano sfruttando il suo talento e la sua visione di gioco. Oltre a ciò anche l’esplosione del sopra citato Stefano Bossi, che si è dimostrato uno dei giovani più capaci della Serie A2 e la ritrovata verve in fase realizzativa di Arsistide Landi hanno consentito alla squadra di Dalmasson di arrivare così in alto.

A questi ragazzi sono stati affiancati altri giocatori che hanno maturato nel corso della loro carriera l’esperienza e le capacità per essere decisivi nei momenti che contano e aiutare i loro compagni più giovani a migliorare. Uno su tutti Andrea Pecile, triestino doc, che dopo una lunghissima carriera in Serie A e in Spagna, ha deciso di tornare definitivamente nella sua città e concludere la sua carriera in biancorosso. “Sunshine” è stato determinante in alcuni momenti ed ha tirato fuori da situazioni complicate la sua squadra grazie alle sue giocate decisive e mai banali. Un vero e proprio leader silenzioso, che si è però fatto sentire nei momenti del bisogno e ha guidato Trieste nel migliore dei modi. Al suo fianco Roberto Prandin e Matteo Canavesi, sempre pronti a dare il loro contributo per la causa dell’Alma.

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Ora, dopo questa bellissima cavalcata , per Trieste è arrivato il momento di giocare gli ottavi di finale dei play-off contro il Derthona Basket, una squadra ostica e ben organizzata, che si è classificata terza nel girone Ovest. La compagine di Tortona ha il giusto mix di esperienza e gioventù e non sarà facile superare una squadra che ha proprio in questo il suo punto di forza, oltre all’imprevedibilità dei due americani in rosa (Marks e Brooks) che tanto bene hanno fatto fino ad ora. L’Alma, però non vuole fermarsi qui e sa che gli avversari la temono, ha dimostrato di poter competere con tutti e nonostante debba giocare le prime due partite fuori casa è consapevole della sua forza. La squadra giuliana vuole continuare a far gioire i propri tifosi, che l’hanno sempre sostenuta sia in casa che in trasferta, dimostrandosi una delle tifoserie più presenti dell’intero campionato.

Del resto nella città della Bora si respira da sempre un’aria diversa quando si pensa alla pallacanestro e allora perché non sognare in grande? State sicuri che l’Alma ci proverà fino alla fine ad arrivare in fondo alla post season.

Fabio Silietti

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