Fortitudo, Stipcevic si presenta: “Voglio essere un leader. Bologna perfetta”

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In casa della Fortitudo Pompea Bologna, pronta al ritorno in Serie A dopo 10 anni, è stato il giorno di Rok Stipcevic, playmaker croato che da quest’anno timonerà la barca biancoblu per condurla al più presto nel porto della salvezza e che è stato presentato alla stampa. Il primo impatto con Bologna e con l’universo biancoblu è stato per il classe 1986, che dovrà garantire al gruppo esperienza e leadership, è stato più che positivo: “A Bologna c’è tutto quello che mi avevano descritto, anzi forse anche di più. I tifosi sono davvero fantastici e sono sempre al nostro fianco e quindi dovremo ripagarli lasciando il cuore sul campo ogni volta che giocheremo. Sono una parte fondamentale di questo progetto e noi dovremo metterci sempre cuore e grinta per non deludere”. L’impressioni sono più che buone anche per i nuovi compagni d’avventura: “Con il gruppo mi sono trovato subito molto bene. Siamo molto compatti e determinati ma è molto presto dare giudizi sulla squadra e su dove potrà arrivare. Verso Natale potremo tracciare un primo bilancio per capire cosa avrà funzionato e cosa no. Per ora è tutto ok e stiamo seguendo alla lettera quello che ci chiede il coach, più avanti ne riparleremo”.

Piuttosto chiari anche gli obiettivi personali: “Facendo il playmaker devo essere il braccio destro in campo del coach ma al tempo stesso dovrò essere anche un esempio fuori dal campo per i compagni. Posso e voglio essere un leader, altrimenti non sarei qui. Voglio crescere e far crescere i compagni, Dovremo sempre pensare al noi e mai all’io”. Al “derby di Basket City”, che torna nella massima categoria dopo 10 anni, al momento Stipcevic preferisce non pensare: “Le facce giuste le dovremo vedere verso Natale. E’ ancora presto, ci sono tante partite da giocare prima. Dobbiamo pensare a noi adesso”. Infine un accenno al “derby nel derby” con i serbi Teodosic e Markovic: “Ci conosciamo bene perché a vent’anni giocavamo tutti in Lega Adriatica. Fuori dal campo può esserci amicizia ma sul parquet ci sarà rivalità per tutti i 40′ di gioco. Per me è una cosa normale, da noi non si fanno vincere neppure i figli in partitella”.

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