Frosini punge Cervi: “Sarà pronto per Milano…fra tre anni”, ha ragione?

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La situazione contrattuale di Riccardo Cervi, giocatore attualmente ai box per infortunio, sta scombussolando non poco l’ambiente della Grissin Bon Reggio Emilia, compagine al secondo posto della classifica di Serie A. Il centro della Nazionale ha rifiutato una proposta di rinnovo triennale da parte della sua attuale società ed è dato da diverse fonti vicino a Milano, con la quale avrebbe già un pre-accordo a partire dalla prossima stagione.

Alessandro Frosini, direttore sportivo della squadra reggiana, che circa una settimana fa aveva smentito questa voce, ha iniziato a prendere in considerazione tale ipotesi, non mancando di lanciare una frecciatina al giocatore in questione, reo di voler accelerare troppo i tempi del suo trasferimento. Ecco le parole rilasciate ieri sera a Rai Sport 1 dal dirigente, nell’ambito del posticipo vinto dalla sua Grissin Bon contro la Dinamo Sassari:

Io sono stato giocatore e so come vanno certe cose. Non costringerò nessuno a rimanere qui a vita. Se Cervi vorrà andare a Milano a giocare l’Eurolega gli auguro tanta fortuna, ma gli dico anche che ad ora non è pronto. Gli consiglio di restare qui a continuare un processo di crescita, nel quale sarà al centro. Armani vorrebbe alzare il livello europeo della squadra, ma credo che Cervi non sia ancora pronto per quel livello. Lo sarà tra tre anni”. 

Una presa di posizione netta e diretta da parte di Frosini, al quale non sarà di certo andato a genio il comportamento di Cervi. E’ pur vero che le sue parole presentano un fondo di verità: Cervi può realmente alzare il valore dell’Olimpia Milano attuale? E’ indubbio che l’acquisto del giocatore sarebbe più un investimento a lungo termine, ma se la squadra vuole diventare competitiva anche in campo europeo, non è il centro reggiano a consentire un salto di qualità in quella direzione. Dal punto di vista del giocatore, invece, è sicuramente allettante la prospettiva di misurarsi in una realtà più blasonata, competitiva e ricca, ma andare in una squadra dove la concorrenza e la pressione sono spietate è una scelta che può realmente assecondare il suo percorso di crescita? La storia recente offre esempi contrastanti: giocatori come Gentile e Melli son riusciti a crearsi anno dopo anno una loro dimensione all’interno della stessa EA7, ma in passato giovani di belle speranze come Vitali e Aradori sono rimasti scottati nel misurarsi sin da subito in una grande realtà.

Da parte di Milano è legittima la volontà di voler mettere sotto contratto un giocatore giovane e con discreti margini di miglioramento. Sebbene la volontà delle red shoes sia quella di tornare a lottare in maniera competitiva anche sul fronte continentale, il budget economico delle grandi potenze è comunque ancora distante dall’essere eguagliato e, come testimoniato dalle voci che vi abbiamo riportato qualche tempo fa su La Torre e White, creare un gruppo di giovani futuribili da crescere in casa può essere una strategia per essere più competitiva fra qualche anno. Le scommesse dell’ultima stagione infatti, con l’ingaggio di giocatori esperti come Kleiza e James, non hanno dato l’esito sperato. Che sia stata la scintilla per un cambiamento di azione da parte di Portaluppi? A stabilirlo sarà la prossima sessione di mercato.

Bernardo Cianfrocca

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