In questa mini rubrica vi riportiamo alla mente il nome e la carriera di alcuni giocatori che hanno fatto meraviglie negli ultimi anni in Italia (per poco tempo) e che poi sono spariti totalmente nel nulla.
In questa prima puntata cominciamo con uno che è riuscito a portare lo Scudetto a Sassari e a ripetersi anche con l’Olimpia Milano: Rakim Sanders.
L’americano è arrivato nel Vecchio Continente attraverso il Maccabi Tel-Aviv, che l’ha immediatamente girato in prestito all’Hapoel Gilboa. Neanche una stagione e incanta subito i tedeschi del Brose Bamberg, che al tempo non era ancora allenato da Andrea Trinchieri.
Lo sbarco in Sardegna
Sanders fa bene ma non benissimo in Germania però la Dinamo Sassari crede tanto in lui e decide di inserirlo a roster per l’EuroLega. Si tratta della prima volta in EL per i sardi, un momento davvero storico, e lui è chiamato a giocare da ala titolare della squadra. Sin da subito si capisce che c’è grande sintonia con il gruppo e con coach Meo Sacchetti, che lo tratta come se fosse suo figlio Brian. Rakim ripaga tutto l’affetto e l’amore di Sassari in campo. È dominante. L’apoteosi della sua annata in Sardegna arriva con la vittoria di quella storica gara-7 al Mediolanum Forum di Assago. Una serata che tutti i sassaresi ricordano come la più bella della loro vita. Lo Scudetto con Reggio Emilia è stata la giusta conseguenza di un successo probabilmente irripetibile contro la corazzata EA7 Emporio Armani Milano. Il classe 1989 fu eletto con un plebiscito MVP di quelle finali Scudetto. Non c’erano dubbi che lui e solo lui avrebbe meritato quella onorificenza.
Il passaggio all’Olimpia Milano
I tifosi della Dinamo si sentono traditi. Dopo lo storico triplete (Supercoppa, Coppa Italia e Scudetto), speravano di trattenere Sanders per almeno un’altra stagione. Purtroppo però quando Milano chiama, chiama. Specialmente è il conto corrente a chiamare, più che Milano.
Con l’EA7 si impone sin da subito come uno dei leader tecnici della squadra. Il coach è Jasmin Repesa, che lo preferisce a capitan Alessandro Gentile. Questo naturalmente crea delle grane nello spogliatoio perché Alegent era il capitano e il giocatore da più tempo all’Olimpia. Sanders conquista subito la Supercoppa Italiana, poi la Coppa Italia – la prima della storia delle Scarpette Rosse – e viene nominato MVP della competizione. Dominio assoluto al Mediolanum Forum, un palazzetto che gli porterà sempre bene. Il momento più alto della sua avventura meneghina è la vittoria dello Scudetto in gara-6 a Reggio Emilia dove anche lì venne premiato all’unisono Most Valuable Player della finale.
L’anno dopo fa un po’ più fatica, cambiano alcune dinamiche, vince sempre la Coppa Italia ma perde incredibilmente in semifinale con Trento, la quale li aveva anche eliminati in semifinale di EuroCup. Una stagione travagliata, con il caso Alessandro Gentile che è esploso definitivamente, fino ad arrivare al suo addio in direzione Panathinaikos prima e Hapoel Gerusalemme poi.
Barcelona, la scelta peggiore della sua carriera
A 28 anni decide di lasciare l’Italia dopo 3 stagioni più o meno fantastiche per provare a conquistarsi il panorama europeo con il Barcelona. Tutto sommato i catalani sono una buona squadra, Juan Carlos Navarro è a fine corsa però qualcosa lo può ancora dare e Sito Alonso è – sulla carta – un buonissimo coach. Però esistono quelle annate che iniziano male e finiscono peggio. Quella stagione i blaugrana non vinceranno nulla. Non arrivano neanche in finale di Liga ACB contro il solito Real Madrid per giocare il solito Clasico. Rakim Sanders si perde nei meandri della squadra, disputando alcune partite di alto livello e altre da mettersi le mani nei capelli.
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E poi che fine ha fatto?
Questa è un po’ la domanda che ci siamo fatti tutti. Firma in G-League per pochissimo, esplora la Corea del Sud ma poi scoppia la pandemia e stop. È dal 2020 che non gioca a basket in una squadra pro. Su Instagram pubblica foto da influencer mancato e di famiglia, ma niente di niente legato al basket. Eppure ha solo 33 anni, quindi potrebbe tranquillamente giocare ancora oggi in una squadra da playoff in Serie A, una Reggio Emilia, per dire. Ma, a vedere il suo piano editoriale social, non sembra particolarmente interessato a tornare in Italia o comunque nel Vecchio Continente.
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Rakim Sanders si è trattato di un vero e proprio bellissimo #FuocodiPaglia perché è passato dall’essere un titolare di Milano e del Barça a non essere più un giocatore di basket nel giro di qualche mese e nel pieno della sua maturità fisica e atletica.
Non pensate che queste storie non siamo comuni. Ecco perché abbiamo istituito questa rubrica e preparatevi perché tra poco uscirà un’altra puntata!
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