Gallinari si racconta: “a Denver mi sento un leader. La Nazionale? Indossare la maglia azzurra mi ha sempre dato un brivido particolare”

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In occasione dell’uscita del nuovo libro-intervista di Danilo Gallinari intitolato “Non basta l’altezza”, la Gazzetta dello Sport ha pubblicato una serie di estratti dall’opera, in cui il Gallo parla dei più svariati argomenti, dalla NBA al Milan, passando per la politica USA e il suo rapporto con la famiglia. Riguardo la sua esperienza nella Lega più famosa del mondo, l’ex New York Knicks ha ricordato proprio il momento della sua selezione al Draft ad opera della franchigia newyorkese, allora allenata da Mike D’Antoni:

Il 27 giugno 2008 sono stato scelto dai New York Knicks di Mike D’Antoni con la sesta scelta assoluta al draft. Non ho ricevuto la migliore delle accoglienze: sono stato fischiato dal pubblico di casa già al Madison Square Garden. Tanti avevano sollevato il dubbio che i Knicks mi avessero scelto perché D’Antoni era stato amico di mio padre Vittorio. Ora, dopo tanti anni di NBA, è diverso: a Denver mi sento un leader. 

Gallinari ha anche parlato della Nazionale e della sconfitta contro la Croazia al Preolimpico:

Indossare la maglia azzurra mi ha sempre dato un brivido particolare. Purtroppo la mia avventura con la nazionale è sempre stata caratterizzata da infortuni che hanno limitato le mie presenze. Però non mi sono mai tirato indietro e ho sempre risposto presente a ogni convocazione. […] La sconfitta più bruciante? la finale del Preolimpico contro la Croazia. Le Olimpiadi erano un sogno. Capitano una volta ogni quattro anni, e non riuscire a raggiungerle è stato un grande dispiacere. L’importante, però, è guardare sempre avanti, nella speranza di poter un giorno respirare quell’atmosfera. 

Il Gallo ha anche raccontato un aneddoto interessante sulla sua vita da giocatore NBA: il momento in cui per la prima volta ha incontrato Michael Jordan. 

Ho avuto l’immenso onore di incontrarlo: era il secondo anno che giocavo in NBA. Un regalo pazzesco. Il mio mito. In carne ed ossa. Ed è qui per me! Un dono talmente pazzesco che vado nel panico, non riesco a dire niente, salivazione zero, mi si tappano le orecchie per la pressione. Vedo che lui muove le labbra, ma io non riesco a capire nulla. Alla fine allungo la mano, gliela stringo e dico qualche frase sconnessa senza importanza. L’emozione mi ha fregato. 

 

Ilaria Palmas

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