Gianmarco Pozzecco è stato per anni il simbolo del basket italiano, e in un certo senso lo è anche adesso, da CT della Nazionale. Il Poz, oggi come allora, è sempre stato una “testa calda”, spesso sopra le righe, e per questo ha fatto innamorare di sé tantissimi appassionati. Intervenuto ad un evento del Comitato Olimpico, il coach azzurro ha spiegato a modo suo le differenze tra i giocatori della sua generazione e quelli che allena ora in Nazionale.
Dobbiamo considerare che i 18enni come giocatori convocabili in Nazionale. La Nazionale ora ha un aspetto diverso rispetto che ai miei tempi. Non è più una “selezione”, ma una squadra. Serve una precisa struttura. Insieme al mio fantastico staff e alla Federazioni, il mio obiettivo è di creare una famiglia. Sono convinto che i ragazzi di oggi siano molto più professionali di come eravamo noi a quei tempi. La professionalità ti porta ad avere ansia, che puoi sconfiggere in un contesto familiare. Ai miei tempi eravamo forse più figli di p*****a, non avevamo troppo bisogno della famiglia. Loro sì, stare lontano dalla famiglia per un mese e mezzo non è semplice.
Pozzecco ha raccontato spesso aneddoti sulla sua carriera da giocatore, storie davvero “pazze” che hanno aiutato a creare un alone di leggenda intorno al suo personaggio, sommato a quello che oggettivamente faceva in campo. Sicuramente la sua esperienza da atleta, anche se forse diversa da quella di molti giocatori oggi, ha sempre contribuito alla sua capacità di creare un gruppo unito, paragonabile proprio ad una “famiglia”.
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