Gilbert Arenas apre al ritorno in NBA: “Squadre come Knicks o Bulls avrebbero bisogno di me”

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Manca un po’ a tutti, Gilbert Arenas. Dopo aver fatto emozionare migliaia di tifosi con la maglia dei Washington Wizards, Agent Zero si era pian piano fatto da parte per lasciare spazio a John Wall. Arenas si era trasferito per un anno agli Orlando Magic, poi aveva giocato 17 partite con i Memphis Grizzlies, ultima esperienza in NBA. In mezzo a tutto questo ovviamente si trova anche lo scandalo delle pistole nello spogliatoio che gli costò una lunga squalifica.

Tre apparizioni all’All Star Game, due presenze nel secondo quintetto All-NBA, una nel terzo, un MIP nel 2003: questi i riconoscimenti di Arenas lungo i suoi 11 anni nella Lega. L’ultima partita di Arenas in NBA risale al 2012, poi solo 13 partite in Cina e tanti rumors, l’ultimo quest’estate, quando il playmaker si è allenato per un po’ nella palestra dei Los Angeles Lakers e si era parlato di una possibile firma con i giallo-viola, niente di tutto questo.

Proprio ora che le acque erano calme però, Gilbert Arenas è tornato a parlare di un ritorno in NBA ai microfoni di Bleacher Report:

Tutto quello che devono fare è darmi l’opportunità di mostrargli cosa so fare. Lo sapete, lavoro duro. Se devo giocare per la tua squadra o fare un provino per la tua squadra, io dò tutto quello che ho. Questo è quello che ho sempre fatto. Se eliminate i miei ultimi due anni, nella mia carriera non c’è stato altro che duro lavoro. Andavo in palestra ad allenarmi tre o quattro volte al giorno. Se perdavamo una partita e pensavo di aver giocato male, andavo in palestra ad allenarmi sul tiro. Questo è quello che ho fatto: questo è il motivo per cui mi chiamano topo da palestra.

Molte sono le squadre alla ricerca di uno come Arenas. I Lakers ad esempio dovranno fare a meno di Steve Blake, il playmaker titolare, a lungo, i Chicago Bulls sono privi di Derrick Rose e in crisi, i New York Knicks stanno affondando nella Eastern Conference.

Ho visto i Knicks giocare. Gli serve un grande aiuto, una spalla per ‘Melo, qualcuno che sappia segnare. Qualcuno che sappia mettere la palla nel canestro e togliergli la pressione di dosso. Ho anche chiamato Jason Kidd e gli ho detto “Senti, so che sarei meglio di molti giocatori che avete nel roster”, ma non potevano ingaggiarmi, sarei stato utile ai Brooklyn Nets. Senza Derrick Rose, a Chicago serve un altro marcatore, stanno avendo delle difficoltà. Stesso discorso per i Lakers, con Steve Nash fuori. Potevo unirmi ai giallo-viola, mi sono allenato per quello prima del training camp, ma loro avevano già 15 giocatori.

Solo il tempo ci potrà dire se rivedremo Agent Zero nella NBA in questa stagione o nelle prossime, a soli 31 anni non è ancora ora di terminare la carriera, una carriera che ha dato alla luce 20.7 punti di media nonostante gli ultimi due anni ai margini.

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Francesco Manzi

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