Golden State risorge e si guadagna gara 7, OKC spreca dopo una gara sempre avanti

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A un passo dal ribaltone impronosticato alla vigilia della serie, Oklahoma ospita Golden State in una gara 6 cruciale: il sogno dei Thunder realizzato o il desiderio di rimonta dei Warriors ancora vivo? In gara 3 e in gara 4 c’è stata pochissima storia, ma gli uomini di Kerr non possono permettersi ulteriori passaggi a vuoto.

Inizio a doppia faccia per entrambe le compagini, che giocano con tantissima intensitá ma senza trovare il canestro in maniera continua. Curry e Durant spadellano, perciò sono altri a doversi ergere a protagonisti: un Westbrook precisissimo al tiro e un Ibaka in ottimo spolvero costringono Kerr al timeout sul 18 a 12. Di ritorno sul parquet, i californiani si appoggiano a un Klay Thompson molto attivo e a Draymond Green, unico in grado di trovare il bersaglio pesante da tre punti. I primi dodici minuti scorrono così via fino al 23 a 20. 

Non un inizio spumeggiante per il numero 30
Non un inizio spumeggiante per il numero 30

Il secondo periodo vede la prima possente accelerazione dei padroni di casa, trainati dal prezioso “gregariato” di Kanter e Robertson. Il vantaggio di OKC cresce così attorno alla doppia cifra, senza che i Warriors trovino antidoti difensivi efficaci. Curry infila la prima tripla del suo match, ma è un fuoco di paglia: i Thunder sono on fire e continuano a macinare punti su punti, tra i quali una straordinaria schiacciata di Adams, che posterizza Green senza pietà. Alcune gemme di Durant allungano pericolosamente il divario sino al 41 a 28, ma ci pensa Thompson, con due triple consecutive, a ridare vigore ai suoi. Oklahoma continua a guidare senza paura nonostante percentuali dal campo basse e i loro rivali riescono a restare in vita solo per merito di giocate estemporanee, come quella finale di Barnes, che fissa il punteggio sul 53 a 48 a fine primo tempo. Per un Curry che addirittura fa 0/2 dalla lunetta, c’è un Thompson da 16 punti che tiene in piedi la baracca. Donovan al solito si appoggia molto al duo delle meraviglie e trova 12 punti da un energico Ibaka.

I campioni in carica tornano dalla pausa lunga con la giusta mentalità, soprattutto con lo Splash Brother meno blasonato, che con due triple immediate dá addirittura il vantaggio alla propria truppa. Green lo coadiuva molto bene, ma OKC non si fa sorprendere e riprende subito le redini dell’incontro. Curry e Durant (29 punti) capiscono che deve iniziare il loro momento e danno vita a uno scambio di prodezze di assoluta bellezza. L’Mvp però è finalmente caldo e riporta i suoi a un solo possesso di distanza (73 a 74). Il sorpasso non arriva per colpa di due turnover consecutivi, che danno viaggi in lunetta non adeguatamente sfruttati da Ibaka e Durant (2/4). Per loro fortuna, un gigantesco Kanter domina negli ultimi due minuti di terzo quarto e porta i suoi sul 75 a 83. 

Thompson da tre è una sentenza, mentre invece Durant litiga molto con i ferri. L’energia difensiva dei locali è però ottima, come la glacialità di Westbrook (28 punti, 9 rimbalzi e 11 assist) nei momenti che contano: tripla dell’81 a 89. Dall’altra parte Thompson segna la nona tripla su 15 tentate ed eguaglia il record per migliore prestazione dall’arco in una partita dei playoff. Dominio del pitturato contro pioggia di triple: è scontro tra due opposte filosofie. Thompson si accolla l’intera compagine sulle sue spalle e sui suoi polpastrelli, ma è Curry (29 punti, 10 rimbalzi, 9 assist) ad accendere la scintilla con le sue bombe che garantiscono la parità a quota 99. La gloria del vantaggio se la prende però Thompson (41 punti con 11 triple), dopo una magic difesa di Igoudala, con il canestro del 104 a 101. Oklahoma perde quattro palle sanguinose con Westbrook maggior colpevole dopo una gran partita: il contrario del 30 avversario, che dopo venti minuti di sonnolenza, blinda la sfida con una gran penetrazione.

Westbrook, invece, tradisce proprio nel delicatissimo finale
Westbrook, invece, tradisce proprio nel delicatissimo finale

Termina 108 a 101 una partita che i Thunder hanno controllato dall’inizio ma sperperato nel finale, una partita in cui Golden State ha rincorso affannosamente a lungo, prima di trovare la luce nel finale con le sue due guida leggendarie. Si ritorna alla Oracle Arena con una nuova favorita, ma non pensiate che la finale sia stata già scritta. 

 

Bernardo Cianfrocca

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