Non solo la generosa donazione effettuata attraverso il suo brand, adesso Michael Jordan prende di petto il razzismo anche nelle vesti di proprietario degli Charlotte Hornets e del proprietario.
La franchigia, infatti, ha deciso di chiudere ogni rapporto con la CPI, l’agenzia che gestiva i servizi di sicurezza del team. Il motivo della decisione risiede nei commenti razzisti del CEO dell’azienda, Ken Gill, che riguardo le proteste successive alla morte di George Floyd aveva dichiarato: “Impiegate il tempo in cose più costruttive, come pensare ai crimini dei neri contro i neri e alle morti insensate di tanti giovani uccisi dai loro coetanei”.
Parole che hanno scatenato le reazioni di diverse associazioni e di gran parte dell’opinione pubblica, tanto che anche altre franchigie di Charlotte (i Knights di baseball e i Panthers di NFL) avevano subito deciso di tagliare i ponti con la CPI, come fatto anche dalle università di NC State e South Carolina.
Ora anche gli Hornets hanno deciso di mettere fino alla partnership, annunciandolo con un comunicato stampa: “Il nostro chairman (Michael Jordan, ndc) ha espresso molto chiaramente il suo pensiero su razzismo, giustizia sociale e diversità – si legge nella nota -, valori condivisi dal team. Per questo motivo crediamo sia giusto concludere la collaborazione con CPI”.
Hornets Sports & Entertainment Statement Regarding CPI Partnership pic.twitter.com/V7EUYQ5u6a
— Charlotte Hornets (@hornets) June 7, 2020