La separazione tra James Harden e gli Houston Rockets, nonostante il messaggio del giocatore, è stata molto brusca: soprattutto nelle ore antecedenti il suo passaggio ai Nets, tra i giocatori della franchigia texana era cresciuta la tensione all’indirizzo del Barba, reo di avergli mancato di rispetto, come tra l’altro sostenuto anche pubblicamente da DeMarcus Cousins.
Prima che lo scambio si chiudesse ufficialmente e dopo le parole di Harden in seguito alla sconfitta contro i Lakers, i Rockets hanno tenuto un meeting interno condotto da coach Stephen Silas, come riportato in un lungo approfondimento di The Athletic. In questa sede, John Wall e Cousins avrebbero manifestato il proprio disappunto nei confronti di Harden, chiedendogli maggior senso di responsabilità e contestandogli lo scarso impegno e discutibile linguaggio del corpo. Dinamiche “fin troppo familiari” per chi, riporta The Athletic, era presente ai Rockets anche prima dell’ultima offseason e motivo per il quale la risposta di Harden pare sia stata che i due nuovi arrivati, Wall e Cousins, fossero ancora estranei a Houston per capirne i reali problemi. Secondo Jae’Sean Tate, rookie, in questo meeting si sarebbe “tracciata una linea” definitiva tra Harden e la squadra, con la decisione finale di non far partecipare il giocatore ad allenamenti o partite finché non fosse arrivata una trade (conclusa, comunque, poche ore più tardi).
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