Con una rimonta lanciata da un super Jamal Murray, Denver ha battuto 108-103 i Lakers anche in gara 2 delle finali di Conference.
I Nuggets iniziano ad avvertire l’esigenza di togliersi qualche sassolino dalla scarpa nei confronti di chi li sottovaluta. A Denver, infatti, da tempo è diffusa la sensazione che la squadra non goda di sufficiente considerazione da parte dei media e degli addetti ai lavori.
Si capisce dalle parole del coach Mike Malone, già prima di gara 2: “Per la prima volta nella mia carriera vedo che una serie sembra finita in favore della squadra che ha perso gara 1, solamente perché Hachimura ha difeso su Jokic per sei possessi”.
Concetto ripreso anche dopo il successo nel secondo atto.
Abbiamo vinto la prima partita e si parlava solamente dei Lakers. La narrazione era del tipo: “Ok, i Lakers hanno trovato la chiave, sono sotto 0-1 ma hanno capito come vincere la serie. Nessuno ha parlato della prestazione storica di Nikola Jokic, un giocatore con 13 triple doppie nei Playoffs, il terzo di ogni tempo. Sta facendo cose incredibili ma si parlava dei Lakers e dei loro aggiustamenti. Ecco, potete prendere questa roba, impacchettarla e portarvela a casa perché siamo noi ad essere avanti 2-0. Siamo abituati a questa narrativa, si parla degli altri anche quando vinciamo noi, fu così anche nella bolla dopo che buttammo fuori i Clippers. Ma questo modo di fare ci dà ancora più carica e renderà più dolce la conquista del titolo.
Malone poi ha parlato anche di Murray con una metafora simpatica: “Murray lo conosciamo tutti, sappiamo che gli basta segnare un tiro e poi inizia a vedere un hula hoop al posto del canestro. Abbiamo Jokic che è grandioso ma anche i fenomeni hanno bisogno di aiuto e un’altra arma come Jamal aiuta tantissimo”.