Il commento di coach Pasquini e Tavernari dopo la sconfitta con Murcia

Coppe Europee Champions League

JONATHAN TAVERNARI (Ala Dinamo Sassari)

Un commento sul match. 

E’ stata una partita tosta, sapevamo della loro qualità, abbiamo provato a lottare fin dall’inizio. Abbiamo pagato alcuni tiri fuori ritmo e abbiamo concesso qualche rimbalzo in attacco di troppo sbagliando in fase difensiva  e loro sono stati abili nel punirci.

Ti sei sempre fatto trovare in tutto il campionato. Oggi a maggior ragione sei stato protagonista con una serie di triple. A te dispiace più che ai tuoi compagni aver perso questa partita, però ti chiedo una cosa. Quanto sta mancando Stipcević a questa squadra?

Rok è uno che ci porta energia. All’inizio del quarto quarto quando abbiamo fatto un po’ di pressione, sono stato fortunato nel segnare le triple che hanno caricato il pubblico, Rok quello sa farlo molto bene. Avere la sua presenza nello spogliatoio ci manca tanto. Quest’anno lui non è stato tanto fortunato infortunandosi prima al ginocchio, poi alla mano. E’ un giocatore di alto livello e sarebbe stato il playmaker titolare della nazionale croata nelle qualificazioni al Mondiale 2019. E’ una grande mancanza per noi.

FEDERICO PASQUINI (Allenatore Dinamo Sassari)

Un commento sul match. 

Devo parlare della questione arbitrale. Non penso che gli arbitri debbano decidere le partite. Penso che a 1’30” dalla fine c’è un fallo, che le due squadre hanno una differenza di un possesso e mezzo, non vedo perché questa partita debba essere chiusa in questa maniera. Se la problematica è che è stato fischiato un fallo tecnico 5′ prima agli avversari è una cosa che non esiste. Stasera abbiamo fatto una prestazione difensiva modesta e noi abbiamo 30 falli e loro 18. Togliamo i 3-4 falli sistematici della fine per provare a perdere con meno di 5 punti, mi sembra qualcosa di particolare e che non mi piace. Avremmo perso lo stesso, però mi resta la rottura di coglioni di non avercela giocata noi, che siamo in campo come giocatori e allenatori, che lavoriamo per fare questo.
Detto questo parlo della partita. Non mi era mai capitato prima nella mia carriera di allenatore, che dopo 6′ mi chiedessero il cambio 4 giocatori. Questo perché la partita con Trento ci aveva prosciugato molte energie, perché la fisicità dei trentini la paghi e le due partite erano molto vicine. Nel secondo e nel terzo quarto non siamo riusciti a essere i soliti e a essere brillanti dal punto di vista difensivo perché non eravamo reattivi come 3 giorni fa. L’abbiamo rimessa in piedi con delle situazioni strane giocando con quintetti atipici e con quintetti piccoli perché cercavo le energie da quel punto di vista. Giocando in questa maniera, ci può stare che si facciano delle scelte offensive sbagliate. Era una partita contro una squadra che sta bene, che ha perso all’overtime contro il Real Madrid e ha vinto contro il Baskonia, mentre in Champions League è alla quarta vittoria consecutiva. Sapevamo della qualità dei giocatori come Hannah e Oleson che hanno alzato il livello quando la partita è andata per decidersi. Continuiamo a lasciare accesa la fiammella, abbiamo 4 partite da vincere e la nostra corsa va su Karsiyaka che è la squadra che ci sta davanti con cui abbiamo gli scontri diretti a favore. Non voglio che nessuno si arrenda, questa sera è andata in questa maniera, complimenti a loro e peccato che noi non avevamo benzina.

Qualche settimana fa avevate già protestato ufficialmente contro gli arbitraggi, ma non è servito a niente. Cos’altro bisogna fare?

Non si può fare niente. Dobbiamo diventare più forti di questo. Mi rammarica e mi dispiace perché non ne vedo il motivo. Siamo una società che fa le cose al meglio, con grande spirito ed entusiasmo e grande voglia di far parte di queste coppe, nonostante ci sia uno spreco di energie per i viaggi. Facciamo tutto questo molto volentieri e cerchiamo di essere disponibili quando vengono qui, presentando un pubblico estremamente positivo e corretto. Siamo andati a giocare in posti allucinanti dove ci sono 200 persone al Palazzetto e dove non frega a nessuno della pallacanestro. C’è il rammarico perché ora dobbiamo fare una corsa molto complicata e ho in mente ancora i secondi finali contro il Karsiyaka. E’ andata così, ma a caldo mi dà fastidio.

Potevate provare a recuperarla prima alzando il ritmo? 

All’inizio la partita l’avevamo impostata per chiudere l’azione in contropiede nei primi 5-6 secondi o arrivare in fondo. Questo perché a loro piace giocare tra gli 8 e i 15 secondi e sono bravissimi a farlo. Andare diretti diventa complicato, anche in virtù di come siamo entrambi fisicamente (loro particolarmente grossi e atletici con Oleson e Rojas). O hai la possibilità di fare contropiede immediato oppure se provi ad attaccare immediatamente la loro fisicità avrebbe rischiato di mettere in difficoltà giocatori come Bamforth. Quello che mi interessava era muovere la palla e cambiare di lato perché in quella situazione lì noi diventiamo più bravi. Abbiamo fatto questo nei primi 6-7 minuti, poi siamo entrati in un ritmo particolare di partita ed era quello che volevano loro. La problematica principale è arrivata dal punto di vista difensivo, perché quando una squadra è più abituata ad un tipo di gioco ed è più fisica per loro diventa più facile fare canestro. Sul pick ‘n roll ci puniva Hannah, sui roll ci punivano i lunghi. I nostri lunghi erano a mezza distanza, non erano aggressivi, ma battibili sul pick ‘n roll. Questa era la loro specialità, quando giocano con Oleson, Rojas e Soko, sono tutti grossi e hanno tutti le gambe molto veloci.

Pensa che dopo questa prestazione Tavernari possa meritarsi qualche minuto in più in campionato?

Il discorso di John (Tavernari ndr), è lo stesso identico a quello di Monaldi lo scorso anno. Penso che per le partite che giochiamo (sempre oltre le 50) e i viaggi che facciamo è impensabile non avere un 11esimo che non sia un lusso. E’ evidente che Tavernari sia un giocatore che negli anni ha dimostrato di essere protagonista in Serie A2 e che può quindi giocare in Serie A. D’altra parte siamo una squadra che ha un certo livello, un certo tipo di aspettativa e nel momento in cui io prendo un giocatore che sarà l’undicesimo chiarisco quelle che sono le cose. Devono cioè darmi tanta qualità in allenamento, farsi trovare pronti quando c’è bisogno di loro, sapendo che arrivano in una squadra quasi sempre nuova, dove il mio lavoro è quello di dare delle gerarchie precise. Senza queste difficilmente trovi la chimica di squadra. Abbiamo vinto 8 delle ultime 12 partite, perdendone 2 all’overtime ed è evidente che quando giochi e lavori in una certa maniera, la squadra cresce. Lo fa perché ogni giocatore, da Polonara a Pierre, a Bamforth, acquisiscono la conoscenza coi compagni perché sanno quello che vogliono in campo. Sono contrario all’effetto confusione e penso che questo si viene a creare quando fai girare 11 giocatori. Penso che 10 sia un numero sufficiente, sapendo che l’11esimo vale comunque come i primi 10. John dal primo giorno è stato un professionista perfetto; in allenamento ha la stessa qualità dei compagni, lavora con entusiasmo e oggi che avevamo meno benzina e meno fuoco, l’ho messo dentro. Mi ha sorpreso il giusto, forse perché seguo Tavernari da tanti anni e l’ho visto protagonista. So che il suo è un ruolo difficile, ma che chiarisco in estate perché non voglio che ci siano misunderstanding, però se io penso che in 3 mesi abbiamo raggiunto la chimica è perché con 10 giocatori lo puoi fare, con 11 ci vorrebbero magari 5-6 mesi, ma dopo siamo pronti per andare al mare.

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