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Il miglior quintetto di sempre della Fortitudo Bologna

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Riuscire a scegliere cinque giocatori per formare un cosiddetto quintetto ideale è sempre un esercizio stilistico e non solo. Sicuramente non facile, perché non lo è comparare giocatori appartenuti a ere cestistiche completamente differenti. Abbiamo comunque provato a formare un ideale starting five della storia della Fortitudo Bologna, recentemente retrocessa in A2 ma per tanti anni protagonista del nostro campionato.

Carlton Myers

Myers è senza dubbio uno dei giocatori più iconici della storia dell’Aquila. Dotato di strepitosi mezzi fisici, è rimasto per sei anni in Fortitudo, diventandone il capitano dei primi trionfi: la Coppa Italia alzata al cielo nel 1998 ma soprattutto il primo, agognato scudetto, vinto nel 2000 contro Treviso. Talento e fisicità strabordanti che gli hanno permesso di dominare sul fronte offensivo ma di fare piuttosto bene anche su quello difensivo nonostante le tante e ingiuste critiche ricevute negli anni sulla sua presunta scarsa attitudine difensiva. Anche la sua visione di gioco era a dir poco eccezionale.

Gianluca Basile

Basile è l’unico giocatore ad aver alzato al cielo entrambi gli scudetti vinti dalla Fortitudo. Grinta eccezionale ma soprattutto tiro mortifero. Arrivato da Reggio Emilia, in biancoblu si è consacrato tra i migliori tiratori della storia italiana facendo coniare il termine “tiro ignorante” per le sue triple scagliate da distanza siderale e spesso anche in condizioni precarie. La sua grinta lo ha fatto entrare nei cuori della tifoseria biancoblu a cui è ancora oggi molto legato.

Vincenzo Esposito

È probabilmente il talento offensivo italiano più fulgido passato sotto le “Due Torri” sponda biancoblu. Estro e “cazzimma” che lo hanno subito fatto amare dalla tifoseria fortitudina. Ha fatto parte di una delle prime Fortitudo dell’era galattica di Seragnoli e in biancoblu ha trovato la rampa di lancio per spiccare il volo verso la NBA. Giocatore di classe purissima.

Teoman Alibegovic

Arrivato alla Fortitudo Bologna a poche ore dal 2 aprile del 1992, è diventato uno dei simboli della storia del club grazie alla straordinaria partita contro Reggio Emilia (28 punti) che regalò ai felsinei la salvezza e a lui l’appellativo che ancora resiste di “Salvatore”. Una sola stagione da giocatore biancoblu in coppia con Dallas Comegys, ma tanto è bastato per farlo diventare uno dei giocatori più amati dalla storia dell’Aquila. Qualità sublimi su entrambi i fronti del campo e career-high fortitudino di 45 punti.

Gary “Baron” Schull

È il simbolo per eccellenza della fortitudinità. Approdato in Effe su segnalazione di Richard Percudani nel 1968, Schull – soprannominato il “Barone” – ha subito fatto vedere le sue devastanti qualità da giocatore d’area. Nei cinque anni in biancoblu, vince la classifica marcatori (nel 1970-1971) e per ben due volte è il miglior rimbalzista del campionato. Schull era noto per la sua grinta che non mancava mai sul parquet, abbinata a un’aria altrettanto scanzonata fuori dal campo dove ha avuto per così dire anche una carriera canora, visti i dischi incisi.

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