La durata della regular season NBA è un tema molto dibattuto negli ultimi tempi.
Sempre più di frequente, nelle ultime stagioni, alcune star NBA hanno saltato delle partite per riposarsi. La cosa non è piaciuta ai vertici della lega e ha fatto crescere il dibattito riguardo le troppe partite di regular season. Da una parte c’è la necessità di salvaguardare la salute degli atleti, dall’altra quella di disputare più match possibili per generare più introiti. Gli stessi giocatori da un lato chiedono meno sfide ma dall’altra non sembrano disposti a veder calare i loro stipendi. Chi ci rimette, molto spesso, sono i tifosi che assistono a gare poco intense o pagano il biglietto per vedere i proprio beniamini in tribuna a riposare.
Sul tema è intervenuto anche Steve Kerr, allenatore di Golden State. Nella sconfitta 105-114 degli Warriors contro New Orleans, l’allenatore ha lasciato a riposo Stephen Curry e Klay Thompson.
La gente spende un sacco di soldi per vedere una squadra e poi alcuni giocatori non giocano, ci penso spesso. La salute degli atleti è la cosa più importante per poter vincere e noi la mettiamo al primo posto. In realtà se la stagione fosse di 65-70 partite, tutti i giocatori scenderebbero in campo ogni sera. Ma far passare questa idea è difficilissimo.
Fonte: NBC Sports / Sportando
- Prima gioia per Cantù, Rieti espugnata - 6 Ottobre 2024
- Meo Sacchetti: “Ora penso alle olive e ai cinghiali ma non sono in pensione” - 4 Ottobre 2024
- KAT da libro cuore fra l’addio a Minnesota e l’arrivo a New York - 4 Ottobre 2024