Italiani d’America: il Gallo torna in grande stile, risale Beli e riscende Bargnani

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L’avvento del 2016 cestistico ci regala, in NBA, un ottimo momento per quasi tutti gli azzurri impegnati sui parquet d’oltreoceano, fatta eccezione per il Mago Bargnani, desolante nello squallore dei Brooklyn Nets. Un panorama non affatto invidiabile per colui che, nell’ormai lontano 2007, era il promettente battistrada di una generazione d’oro. Purtroppo quelle promesse e quelle premesse sono scomparse e pare che più nessuno, oramai, sia interessato o propenso a farle sbocciare nuovamente. Le prime settimane di dicembre ci avevano consegnato un giocatore in grado, almeno offensivamente, di riproporsi su livelli più che discreti. Il nuovo incubo è ripartito da da Natale in poi, facendo ripiombare l’ex Raptors e Knicks nei bassifondi delle gerarchie di coach Hollins, che nelle prime tre sfide del 2016 lo ha adoperato col contagocce, con una media di minuti giocati appena sopra i 5. Né le due sfide con Boston, né tanto meno quella con Orlando lo hanno annoverato tra i protagonisti. A malapena si è guadagnato una scritta tra le piccole comparse. Una situazione brutta, difficile, che richiede pazienza e prontezza. Appena dovesse ripresentarsi un’occasione di maggior impiego, Andrea deve saperla azzannare con voglia ed energia. In casi come questi, quando si ha molta fame di campo e di gioco, diviene opportuno anche accontentarsi delle briciole che cadono dal tavolo.

Chi, invece delle briciole, ha diritto a qualche pasto più soddisfacente, è Marco Belinelli, di nuovo molto in palla coi suoi Kings dopo un periodo di appannamento. L’ultima sfida del 2015 lo ha visto riemergere con 28 punti nell’incredibile sconfitta contro Philadelphia. Da lì è partita una nuova piccola rinascita, che lo ha portato a essere brillante e decisivo nelle successive sfide contro Phoenix (19 punti e 64,7% dal campo), Oklahoma (21 punti e 46.2%) Dallas (14 punti e 30%) e Lakers (11 punti e 44.4%). Un fattore positivo in una squadra che sta attraversando un periodo di forma molto apprezzabile, riuscendo a reinserirsi di prepotenza in una corsa playoff che, a Ovest, non pare più così poco fattibile. Miglioramento nei punti, ma anche nelle percentuali, che nemmeno nella prima parte di stagione erano state così alte. Il sentiero intrapreso ora appare quello giusto.

Decidiamo di chiudere in bellezza, riferendoci all’estasiante momento vissuto da Danilo Gallinari, tornato ad illuminare nell’infinita tristezza di Denver dopo qualche partita saltata per infortunio. Il rientro del ragazzo di Sant’Angelo Lodigiano è avvenuto davvero in bello stile, con una serie di prestazioni ricche di punti, leadership, giocate e alte percentuali. Ha prima rischiato di beffare i campioni in carica con 24 punti costringendoli ad un sudato overtime, ha incantato contro Portland (29 punti) mancando ancora per poco l’obiettivo della vittoria, poi centrato nella trasferta di Minnesota, quando con 20 punti ha lasciato ancora un segno più che tangibile. Nel pieno delle votazioni per l’All Star Game, in Italia si lancia la sua comunque autorevole candidatura. Obiettivamente impossibile mandarlo, ma se in Georgia e in Turchia riescono a far comparire Pachulia e un obbrobrioso Kanter in classifica, forse ci potremmo sforzare un attimo di più. Poco importa, l’importante è continuare ad alzare la media di 18 punti e 6 rimbalzi, di proseguire su questa strada e continuare a incantare. Magari un giorno arriverà una franchigia migliore.

Se il buongiorno si vede dal mattino, il 2016 potrà essere un buon anno per il Gallo e per il Beli. Il Mago? Confidiamo nella classica eccezione che confermi la regola.

 

Bernardo Cianfrocca

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