Sono bastate solamente quattro partite ai Cleveland Cavaliers per vincere la prima serie contro i Boston Celtics, ma mi permetto di dire che il risultato finale è bugiardo: una squadra criticata da tutti, che sembrava alla deriva in seguito alle cessioni degli ultimi BIG rimasti (Rondo e Green), si è qualificata con il seed numero #7 e ha dato filo da torcere a James e compagni, dimostrando un vero attaccamento alla maglia: semplicemente Cleveland è più forte e le tante stelle della squadra hanno fatto la differenza.
Quindi onore ai verdi, perché ancora una volta ha vinto il Celtic Pride.
Cleveland Cavaliers
LeBron James, 8.5: è onnipresente, dominante su ogni lato del campo, sia in attacco che in difesa, lotta a rimbalzo e “smazza” sei assist a partita. Indubbiamente il Prescelto è stato il migliore dei suoi. Nel corso della serie ha totalizzato addirittura nuovi record che lo proiettano sempre di più nell’olimpo di questo sport. Sono da migliorare alcune scelte di tiro e le percentuali dalla lunga distanza, ma James è tornato a casa e vuole vincere.
Kyrie Irving, 8: esordio ai playoff per il giovane playmaker che non smentisce le attese e si dimostra subito pronto a dare una mano ai suoi nella post-season. Gara 1 la vince praticamente lui e le cifre messe in piedi dimostrano la qualità di questo ragazzo, senza dimenticare la leadership che ha maturato nel corso della serie. Un perfezionista, che segna con il 50% dall’arco e perde solo 5 palloni in 4 partite.
Kevin Love, 6: raggiunge quasi la doppia doppia di media, ma l’impressione è ancora che non sia al top della forma, soprattutto a livello mentale. Ci si aspetta molto di più: in difesa deve ancora migliorare tanto e deve imparare a gestire meglio la situazione dei falli (4 di media), in più è parso ancora troppo incostante (vedi gara 2). Adesso sarà fondamentale vedere quanto grave è l’infortunio arrivato durante gara 4.
J.R. Smith, 6: in leggero calo rispetto alla regular season, ma offre alcuni sprazzi di qualità. Tira tanto, anche troppo, e soprattutto male, ma in difesa è un mastino (recupera addirittura 5 palloni in gara 3) e porta energia positiva alla squadra con la sua presenza.
Timofey Mozgov, 6.5: solido, grezzo e poco elegante, ma sicuramente assai efficiente. Il giocatore russo occupa l’area come sa fare, anche se considerando il matchup con Tyler Zeller ci si poteva aspettare qualcosina in più a rimbalzo (7.0 di media a sera).
Tristan Thompson, 7.5: Sesto uomo di lusso per i Cavs, che si possono permettere di far partire il loro secondo miglior rimbalzista dalla panchina: tira poco, ma lo fa con il 61.5% dal campo e in difesa è magistrale. Se alla fine coach Blatt lo fa giocare più minuti di Mozgov un motivo ci sarà.
Iman Shumpert, 6.5: tanti minuti in campo per Shumpert in questa serie, che chiude in bellezza gara 4 con una doppia doppia da 15 punti e 10 rimbalzi. Ancora tanti problemi al tiro, ma una difesa solida, soprattutto quando accoppiato con Thomas.
James Jones, 5: sa fare una cosa nella vita e sostanzialmente la fa anche bene. In gara 1 spezza la rimonta dei Celtics
Matthew DellaVedova, 5.5: nemmeno dieci minuti di media, ma tanto cuore e buona visione del gioco
David Blatt, 8: i suoi Cleveland Cavaliers la chiudono subito e si permettono il lusso di riposarsi in attesa dei Chicago Bulls, serie che si preannuncia molto combattuta. Ha il merito di far riposare a dovere le sue stelle e bloccare i break degli avversarie. Si dimostrano azzeccate le scelte di far giocare tanti minuti Thompson e Shumpert.
Boston Celtics

Isaiah Thomas, 8: dopo un finale di regular season monstre, si carica la squadra sulle spalle anche ai playoff e prova a portare i suoi alla vittoria in gara 1 e 4 ma non ci riesce. Tanta grinta e tanto pride, ma lo tradiscono le pessime percentuali da tre punti (16.7%) e le palle perse (3.5 a partita).
Jared Sullinger, 6.5: forse è lui la sorpresa più bella di questa post-season perché i Celtics possono tornare a sperare su questo giocatore, troppe volte lontano dai radar, che dopo una gara 1 sottotono cresce esponenzialmente nel corso della serie e dalla panchina mette in serie difficoltà Love con il suo gioco fisico sotto le plance.
Avery Bradley, 6: il “veterano” con il numero #0 deve vedersela con uno straripante Irving, che riesce non sempre riesce a contenere. In attacco è quasi inesistente, tranne qualche sprazzo in gara 3.
Jae Crowder, 7: continua l’exploit del giocatore ex-Mavs che realizza quasi 11 punti di media e cattura 5 rimbalzi, il tutto tirando con il 51.7% dal campo. Deve difendere su James e questo gli costerà diversi falli che gli limitano il minutaggio, ma apporta tanta aggressività e lavoro sporco.
Evan Turner, 5.5: lavora tanto a rimbalzo e in gara 3 fornisce una prestazione decisamente positiva, ma nelle restanti gare della serie litiga troppo con il ferro, con una limitata scelta di tiro, e in difesa lascia a desiderare.
Marcus Smart, 6: esordio positivo ai playoff per il rookie che ha dimostrato di avere le giuste caratteristiche per essere un Celtic. Aggressivo in difesa, ma deve imparare a gestire i falli.
Tyler Zeller, 6: si merita la sufficienza per il semplice fatto di non essersi fatto sopraffare dai lunghi avversari.
Brandon Bass, 5: coach Stevens gli da molta fiducia e forse troppi minuti, ma Bass delude le aspettative.
Kelly Olynyk 5.5: gioca poco, ma quando è in campo si fa notare: molto duro sotto canestro e in gara 1 con le sue triple tiene i suoi in parità. Per il resto poca roba.
Jonas Jerebko, S.V.
Gigi Datome, S.V.: non mi sento di giudicare i playoff di Datome in quanto da italiano medio vorrei dargli un buon voto, ma oggettivamente non ha giocato abbastanza da poter essere giudicato.
Brad Stevens, 7: con la squadra a disposizione è riuscito a giocare quasi alla pari una serie di playoff contro LeBron James e Kyrie Irving: bravissimo ad aggiustare in corsa la partita e ha dimostrato grandissima personalità.
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