Jeff Van Gundy: “Nella NBA di oggi, Michael Jordan segnerebbe oltre 40 punti di media”

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Il record di Michael Jordan, quando si parla di punti di media in una singola stagione, è 37.1, risalente alla sua terza annata NBA: fu la prima volta, su nove totali in carriera, che la stella dei Chicago Bulls vinse il titolo di capocannoniere.

Con l’uscita ieri notte di “The Last Dance”, la docu-serie di ESPN (trasmessa in Italia da Netflix), la figura di Jordan è in questi giorni al centro del dibattito cestistico in tutto il mondo. Tra le varie opinioni e testimonianze dell’MJ giocatore, è giunta anche quella di Jeff Van Gundy, sicuramente autorevole in quanto proveniente da un ex coach NBA che allenava i New York Knicks quando Jordan era al picco della sua carriera.

In un’intervista rilasciata a Sport Illustrated, Van Gundy ha sostenuto: “Io ho vissuto quell’epoca. E se i tifosi guarderanno il documentario attentamente, vedranno quanto poco spazio avesse Jordan in campo. Il tiro da tre punti veniva utilizzato molto meno. Se guardate quanto stretti fossero gli spazi nella Triangolo, e quanto fosse permesso il contatto fisico, rimarrete stupiti. Tutti pensano di sapere quanto forte fosse MJ, ma finché non tornerete indietro e lo studierete davvero, non lo capirete mai. Tirava molte volte con oltre il 50% dal campo [sopra il 50% al tiro in 6 stagioni in carriera, ndr], nonostante i contatti fisici a cui era sottoposto. Se succedesse nel gioco di oggi, vivrebbe alla linea del tiro libero. Per questo non ho dubbi, se lo trasportaste nella NBA di oggi, nel suo prime, terrebbe oltre 40 punti di media. Vivrebbe sulla linea del tiro libero o i suoi tiri così vari sarebbero impossibili da fermare. Se i tifosi guarderanno i video attentamente, e vedranno i contatti che erano permessi, saranno ancora più estasiati dall’efficienza di Jordan da un punto di vista realizzativo”.

Francesco Manzi

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